Il corpicino di una neonata è stato scoperto in una ditta di trattamento rifiuti di Ostra (Ancona), su un nastro trasportatore. Dall’autopsia è emerso che la piccola era nata viva, senza essere stata accudita né allattata, ma quando è finita sul nastro trasportatore, era già morta. Il pm di turno, Serena Bizzarri, ha aperto un fascicolo per infanticidio.
L’ipotesi più probabile è che la piccola sia stata abbandonata poco dopo la nascita in un cassonetto: l’azienda raccoglie rifiuti da vari centri. Le condizioni del corpicino per adesso non hanno permesso di individuare la causa della morte, forse attribuibile all’inedia, al freddo o a un arresto cardiocircolatorio, conseguenti alle mancate cure dopo la nascita. Vicino al corpo della piccola è stata ritrovata anche una busta di plastica macchiata di sangue che è stata sequestrata e verrà analizzata. I militari stanno esaminando anche le bolle di conferimento dei vari camion che raccolgono i rifiuti per l’azienda di Casine di Ostra per risalire al luogo di provenienza del materiale tra il quale c’era anche il corpo. Ma stanno anche compiendo verifiche negli ospedali vicini ai punti di raccolta per rintracciare la madre della neonata, forse originaria del Nord Africa o del Sud Est asiatico.
“Fare di più per diffondere la legge che tutela il parto in anonimato in ospedale e rafforzare le reti di cura e di prevenzione per le future mamme e i loro bambini”, è quanto chiede in una nota Save the Children commentando la notizia. “Nella nostra esperienza diretta all’interno degli ospedali – spiega Raffaela Milano, direttrice dei programmi Italia-Europa di Save the Children – siamo stati testimoni di diverse situazioni di grave fragilità sociale e psicologica tra le neomamme le quali, tuttavia, adeguatamente informate e preparate, si sono sentite sufficientemente protette e assistite e hanno scelto di salvaguardare la vita e il benessere del loro bambino, partorendo in ospedale in anonimato senza sentirsi obbligate a riconoscere il proprio figlio al momento della nascita”.