Marielle Franco era una consigliera comunale del Partito socialismo e libertà a Rio de Janeiro. Trentotto anni e molto attiva contro le diseguaglianze e la violenza nelle favelas carioca, è stata assassinata da alcuni sicari con quattro colpi di pistola alla testa la notte del 15 marzo. Era di ritorno da un evento in sostegno delle giovani donne nere delle favelas. Tre, invece, sono stati sparati contro il suo autista, il 39enne Anderson Gomes. Entrambi sono morti all’istante. Un omicidio che ha creato un’ondata di sdegno in tutto il Paese. Migliaia di persone hanno manifestato in strada a San Paolo e proteste sono state programmate in oltre dieci città del Paese, come Salvador, Recife, Belo Horizonte e Belem e una folla di persone ha partecipato alla cerimonia funebre in municipio.
“I proiettili provengono da un lotto venduto alla polizia federale” – E mentre la polizia segue la pista dell’omicidio, Tv Globo rivela che i proiettili usati per uccidere Marielle e il suo autista provengono da un lotto venduto dall’azienda CBC alla polizia federale di Brasilia nel 2006. La fonte citata da Tv Globo rivela anche che la targa di almeno uno dei veicoli usati dai killer è clonata. Le munizioni usate sono originali e sono di calibro 9, i colpi sparati dai sicari sono stati complessivamente 13. Secondo la polizia di Rio, il lotto di munizioni UZZ-18 è stato venduto alla polizia federale di Brasilia dall’azienda Cbc il 29 dicembre del 2006. La polizia federale ha annunciato l’apertura di un’inchiesta interna. Inoltre, l’auto Cobalt usata dai killer dell’attivista aveva una targa di Nova Iguacu che corrisponde ad un altro veicolo. L’omicidio è stato deplorato dal neo ministro per la Sicurezza pubblica, Raul Jungmann, e da numerose forze politiche. In una nota, il governo di Brasilia ha affermato che seguirà da vicino le indagini sul duplice assassinio.
Marielle contro la polizia: “Battaglione della morte” – Il giorno prima di essere uccisa, Marielle aveva scritto sul suo profilo Twitter: “Ancora un omicidio che potrebbe entrare nel conto di quelli compiuti dalla polizia militare. Matheus Melo stava uscendo dalla chiesa. Quanti altri devono morire prima che finisca questa guerra?”. La giovane consigliera aveva anche criticato pesantemente l’operato della polizia militare nelle favelas di Rio, definendo il corpo speciale incaricato per queste operazioni “battaglione della morte, che uccide i nostri giovani”.
L’agguato e le indagini – Per la polizia, la consigliera comunale di Rio è rimasta vittima di un agguato compiuto da diversi sicari a bordo di almeno due auto. Gli investigatori hanno infatti scoperto attraverso i filmati di alcune telecamere di sicurezza che un’auto ha atteso per due ore davanti alla Casas das Pretas, l’associazione dove l’attivista per i diritti umani uccisa stava partecipando ad un evento contro il razzismo. Quando Marielle Franco è uscita, i sicari hanno seguito per almeno quattro chilometri la sua auto prima di tendere l’agguato mortale. L’auto dei sicari si è affiancata a quella della consigliera comunale ed è partita una raffica di colpi da circa due metri di distanza. Quattro proiettili hanno raggiunto la donna e il suo autista all’istante. Illesa invece un’assistente di Marielle Franco, che sta collaborando alle indagini.
Sul luogo dell’agguato sono stati trovati nove bossoli calibro 9. Secondo i rilievi balistici, i colpi sono andati quasi tutti a segno e pertanto gli investigatori ritengono che a sparare siano stati sicari esperti. Marielle Franco era una delle voci più autorevoli contro la violenza della polizia militare nelle favelas di Rio. Al suo primo mandato al consiglio comunale, era cresciuta nella favela Complexo da Marè, che comprende 16 baraccopoli, e si era dichiarata contraria alla militarizzazione delle forze di polizia decisa dal governo centrale giusto un mese fa. Migliaia di persone sono scese in piazza in diverse città del Brasile per protestare contro l’omicidio della giovane attivista, che ha creato un’ondata di sdegno anche sulle reti sociali. La figlia di Marielle, Luyara, ha scritto: “Hanno ucciso mia madre e altri 46 mila elettori! Continueremo la tua lotta! Ti amo”.