Elisa Isoardi è la compagna di Matteo Salvini e in una intervista dichiara: “Una donna, per quanto in vista, deve sempre dare luce al suo uomo. E la luce, il sostegno, la vicinanza spesso si danno arretrando. Stando nell’ombra“. La frase avrebbe potuto essere una dichiarazione personale di intenti ma il punto è che si tratta di una specie di proclama. “Una donna deve sempre dare luce al suo uomo” “arretrando” “stando nell’ombra”.

Lei esalta il modello di donna decisamente arretrato e stabilisce che si tratti di un obiettivo che ogni donna dovrebbe perseguire. Nessuno ha imposto a lei di stare alla luce. Cavoli suoi se vorrà stare nell’ombra e qualunque sia la sua scelta merita rispetto per questo. Odio infatti che donne che non si riconoscono nelle sue parole la offendano con riferimenti a presunte condotte sessuali come farebbero le peggiori sessiste.

Ma mi permetto di dire che io, noi, molte, sicuramente non tutte, non siamo fedeli ai comandamenti in stile Costanza Miriano. E pur volendo eseguire tali indicazioni c’è da trovare questa benedetta lampadina. Come si spegne?

Tante donne e tanti uomini non si fanno problemi su questo. Gli uomini sopravvivono alla brillantezza delle loro compagne, non ne hanno paura e non temono di condividere notorietà. D’altro canto se si tratta di campi differenti, lei lavora in tv e lui è un politico che si circonda di buio odioso e non penso le cose siano in contrasto.

La donna che arretra, che resta nell’ombra è un modello orribile, un insegnamento orribile per le ragazze e le donne che leggono e ascoltano. Per anni, per secoli, le donne hanno dovuto restare nell’ombra senza poter accedere a professioni e circoli che erano dedicati solo agli uomini. La liberatoria per comportamenti diversi era data dalla ricchezza, più spesso. Una ricca donna aristocratica poteva prendersi meriti che altre non potevano neppure immaginare di rivendicare.

Oggi le donne studiano, lavorano, si esprimono e esistono leader che stanno in luce per propri meriti che vengono ancora troppo spesso negati dagli uomini. Donne che, come abbiamo visto, per lavorare, a tutti i livelli, devono sopportare molestie e denigrazioni. Donne perennemente trattate come oggetti sessuali e rinviate però alla responsabilità di mantenere una condotta morale che le inserisce nel girone delle sante.

Le donne purtroppo sono spesso e ancora in ombra per volere di chi crede in una cultura maschilista e patriarcale che nega la possibilità di autogestire quella bella lampadina di cui la Isoardi pare essere l’unica detentrice. L’unica a poterla accendere e spegnere a suo piacimento.

Fossimo giunte a quella fase si tratterebbe di differenza plausibili tra donne ma, allo stato attuale, il mondo delle non-vip è fatto di adattamento, di offese sessiste, di chi si laurea e viene chiamata, sul luogo di lavoro, signorina e non “dottoressa”. Le professioniste non vengono riconosciute come tali. Avvocate che vengono scambiate per segretarie e dottoresse che vengono guardate con sospetto per il compito che si assumono.

Perciò noi non arretriamo di un solo centimetro, anzi, avanziamo inesorabilmente e nulla ci fermerà fino a quando non vivremo in un mondo finalmente paritario, equo, antisessista. L’ombra non ci spaventa ma siamo nate con la luce accesa e per ogni persona che ha provato a spegnerla noi diventiamo più luminose che mai al punto che c’è chi vive di luce riflessa, la nostra.

Non spegnete mai la vostra luce, care amiche. Brillate, splendenti e non rinunciate mai a quel che siete per nessuno al mondo. Che gli uomini si adeguino e smettano di aver paura della nostra luce. Ci vorrebbero al buio, noi accenderemo riflettori ovunque. Finché ne avremo la forza.

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