Fuck Trump. Otto dollari e novantanove centesimi. Tanto costa lo shorts con slogan stampato e infilato sui prorompenti Lati B dei manichini di Venice Beach, Los Angeles. Basta questo per misurare la popolarità in picchiata di The President che in California durante le elezioni perse all’incirca 4 milioni di voti. Invece il motto trumpiano, riprodotto su mercanzia da quattro soldi, diventa “America First? Noooo. Trump last”. E qui gli chiederebbero anche un dazio ogni volta che apre bocca.
Benvenuti nel golden state dove il numero civico di una casa sulla Pacific Coast (n. 23353) è lungo quanto un conto bancario. Traffico paralizzante, le distanze si misurano in ore di traffic jam (ricordate la scena iniziale di La La Land?). Strano paese l’America dove i ricchi sono magri e i poveri sono grassi perché mangiano nei fast food e bevono litri di birra di pessima qualità. Dove una volta il kitsch faceva tendenza oggi fa solo cafone.
Un mio ex fidanzato, ex executive della Walt Disney che vive a Los Angeles ma sogna di ritornare a Roma, si è trovato una fidanzata on line. Erano mesi che scandagliava l’app Hinge (tradotto vuol dire cerniera). Cinque, sei appuntamenti (che qui chiamano blind date) andati male. “Non c’era chimica”. Alla fine arriva lei che nel suo profilo aveva inserito: comica e insegnante yoga. “Almeno con lei posso ridere o rilassarmi”, la butta là Filippo. Il nome è di fantasia. “Ma come non posso scrivere la tua storia, due naufraghi in un mare di solitudine e il web che diventa la vostra scialuppa di salvataggio. Siete i Romeo e Giulietta 3.0”. Non lo convinco, conoscersi on line rimane ancora un tabù, fa mezzo sfigato. Si fa, ma non si dice.
Ma voglio ridere anche io, mi iscrivo a uno di questi siti per trovare l’anima gemella. Scarto Bumble, perchè Filippo mi aveva istruito che ha una variante: deve essere la donna a contattare il potenziale partner. Con l’aiuto di mia figlia smanetto, esploro, tasto il polso a un’umanità di eremiti sociali. Mi registro a www.match.com, fornisco false generalità e fake foto, pescata on line. Esito a lasciare il mio numero e mail, ma non ho scelta se voglio continuare il gioco. Il bello comincia con i quesiti, sette pagine, che loro chiamano basic. Si comincia con la scelta del genere: preferisco un lui o una lei? Il genere transgender ancora non è contemplato. Le domande tipo sono: Ho-il-senso-dell’avventura? Mi-piace-essere-sottomessa? (clicco un pallino) Sono-una-dominatrice? Quali-sono-le-mie-preferenze- religiose? Sono-attraente? Sono-una-persona-di-successo? Sono-una-fallita? Ho-un-forte-appetito- sessuale? Oh, yes e rispondo con il massimo del punteggio a disposizione. Alla casella se lo voglio intelligente, clicco sul primo pallino (ce ne sono sette), non mi aspetto un clone di Einstein, lo preferisco stupido. Arrivo all’ultima pagina (meno male), ultimo click e mi chiedono 29 dollari d’iscrizione per 3 mesi. Lascio perdere. Per me il gioco è finito. Invece nel giro di pochi minuti ricevo il primo e mail: you caught his eye and now he’s expressed interest in you…Could he be the right one? (Hai catturato il suo sguardo. E’ interessato a te… Potrebbe essere quello giusto?) Oddio, noooo. Passano 15 minuti e ricevo una valanga di richieste di potenziali candidati. Ma come senza neanche aver versato un dollaro! Adesso come farò a cancellarmi e a togliermeli di torno? Help!
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