“Berlusconi invita i suoi parlamentari a farsi un 5 Stelle per amico? L’ultima volta che Berlusconi fece una battuta, e cioè che bisognava farsi De Gregorio per amico, partì un bonifico di 2 milioni di euro più un milione di euro in contanti per lo stesso De Gregorio, da cui una condanna poi prescritta”. Sono le parole del direttore de Il Fatto Quotidiano, Marco Travaglio, nel corso di Otto e Mezzo (La7). “Quando Berlusconi fa una battuta” – continua – “poi di solito segue bonifico. Lui ha passato la vita a comprare tutti. Quando non ha il controllo della situazione, cerca di comprare gli avversari. Auguriamoci che Di Maio abbia portato in Parlamento gente impermeabile a certe lusinghe. Chi è più forte tra Berlusconi e Salvini? Il secondo è più forte perché ha più elettori, ma è più debole perché ha meno soldi. Berlusconi ha detto: “I 5 Stelle o si comprano o si cacciano”. Rimane quel piccolo dettaglio del 32,7% di elettori che hanno scelto il M5S, più difficile da comprare. L’idea di continuare a tenere i 5 Stelle fuori dall’area di governo è semplicemente demenziale e ha retto durante tutta la scorsa legislatura, contribuendo alla crescita del M5S. Questa idea è un suicidio”. E aggiunge: “A dieci giorni dal voto questa idea di ignorare già gli elettori e di ricominciare coi giochini numerici da Risiko è veramente una cosa che fa molto arrabbiare la gente. Ci sono due poli, centrodestra e M5S, e un terzo più piccolo, quello del centrosinistra, che deve decidere se stare con l’uno, con l’altro o arroccato sull’Aventino. Il Pd ora ha cambiato segretario. Potrebbe darsi persino che nel Pd” – continua – “capiti quello che è accaduto nel Labour inglese, dove Blair è stato sconfitto dalla storia e ci si è dati nelle mani di un uomo di sinistra come Corbyn, che peraltro gode anche di una discreta salute. Se il Pd si ricordasse che viene da sinistra e che dare un sussidio a chi cerca un lavoro per aiutarlo a campare in attesa di trovarlo, forse farebbe una politica più di sinistra rispetto a tutte le politiche antisociali che hanno fatto i governi sostenuti o presieduti dallo stesso Pd in questi anni”. Il direttore del Fatto prosegue: “Potrebbe succedere che magari il governo di scopo sia proprio per questo scopo, anziché per fare la legge elettorale, che, come è noto, non spetta ai governi. In più, in questo momento nessuno sa quale sarebbe la legge elettorale e, dato che sarebbe un governo alla vigilia delle urne, avremmo l’ennesima legge elettorale fatta il giorno prima delle elezioni, ciascuno badando ai propri interessi di bottega, coi risultati che abbiamo già visto col Rosatellum: chi lo ha votato e chi lo ha oluto, cioè soprattutto Berlusconi e Renzi, sono stati sconfitti”
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