“Se prima delle elezioni era improbabile un accordo tra Di Maio e Salvini, dopo le elezioni lo è ancora di più”. Così a Otto e Mezzo (La7) il direttore de Il Fatto Quotidiano, Marco Travaglio, ribadisce l’impossibilità di un governo M5S-Lega. E spiega: “Sparito il polo del centrosinistra, ci sono due poli, quello del M5S e quello del centrodestra a trazione leghista, che si contenderanno per qualche anno i consensi dei cittadini. Soltanto un pazzo al posto di Di Maio e Salvini trasformerebbe questi due poli alternativi e concorrenziali in un unico governo che naturalmente non converrebbe a nessuno dei due. E poi chiedono cose molto diverse, per certi versi anche opposte” – continua – “Dato che non potranno fare tutto quello che hanno promesso a causa dei limiti di bilancio, dovranno scegliere. Agli elettori di Salvini interessa molto la flat tax, che il M5S non vuole perché mira al reddito di cittadinanza per chi non ha nulla e sta cercando un lavoro. Non si possono fare la flat tax e il reddito di cittadinanza insieme”. E aggiunge: “Nel mio editoriale, a Luigi Di Maio ho dato qualche consiglio, ma anche qualche botta perché vedo che è arrivato primo, ma continua a parlare come se avesse avuto il 51% del Parlamento. Nelle democrazie parlamentari chi ottiene il 32,7% arriva primo, ma non ha il diritto divino di governare. Quindi, per governare deve racimolare quei restanti 18 punti che gli mancano per fare la maggioranza in Parlamento. Di Maio deve decidere dove vuole prendere quei voti e successivamente deve chiederli” – prosegue – “perché è difficile che il Pd, in queste condizioni, faccia la prima mossa e vada incontro al M5S. E’ Di Maio che deve fare una proposta, se intende farsi sostenere dal centrosinistra, chiedendole i voti. E la proposta ovviamente non deve essere quella dei 5 Stelle e basta, perché il M5S ha ottenuto su quella proposta il 32,7% che è un ottimo risultato, ma non basta”. Travaglio sottolinea: “Se uno vuole fare una coalizione e ottenere un appoggio esterno, deve concedere qualcosa. Non potendo concedere molto sul programma, deve allargare la sua squadra, che è tutta di non politici non eletti, a qualche non politico non eletto di area di centrosinistra e poi deve lavorare in maniera magnanima sulle Camere. Infine, Di Maio deve fare una proposta da uomo politico e fare una mossa per allargare la sua base. Queste congiunzioni astrali, che stavolta possono consentire ai 5 Stelle di governare, magari la prossima volta non si riproducono. Spetta a Di Maio fare la prima mossa. Se non la fa, non si meravigli se nessuno va incontro a lui”
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