RACHEL di Roger Michell Con Rachel Wiesz, Sam Claflin, Pierfrancesco Favino. Usa 2017. Durata: 106’ Voto 3/5 (DT)
Ottocento inglese, campagna della Cornovaglia. Philip, giovane orfano ed erede di un ricco patrimonio e di una grande tenuta rurale, vede partire il suo caro tutore/cugino Ambrose per Firenze. Là l’uomo incontra un’altra cugina, Rachel: se ne innamora, la sposa, ma presto s’ammala e spedisce lettere a Philip dove gli scrive di essere stato avvelenato dalla donna e lo mette in guardia da lei. Fino a quando Philip giunge a Firenze, trova il cugino morto e la donna scomparsa. Tremante di collera il ragazzo attende con impazienza l’arrivo di Rachel in Cornovaglia per fargliela pagare. Ma non ha fatto i conti col fatto che la donna, pur avendo una decina d’anni in più, esercita su di lui un fascino inaspettato. Chi è Rachel realmente? Una mantide che ammalia, costringe alla resa e usurpa ricchezze con piani spietati uomini single e innamorati? Historical period drama avviluppato nelle griglie di un’ossessione romantica misteriosa e sensuale. Ritmo virtuoso e vitale, ambientazione abiti e interni curatissimi, movimenti di macchina impetuosi, cliffhanger che si susseguono fitti senza squarciare di continuo la trama, Rachel è buon cinema raffinato dove l’esaltazione dell’intrigo non sconfina mai in una vera e propria sessualità malata ma annega in più prosaiche tisane avvelenatrici. Favino fa l’italiano furbetto e ambiguo coi baffetti da sparviero. Da un romanzo di Daphne du Maurier del 1952.