Il Comune di Napoli allontana da sé lo spettro del dissesto finanziario grazie al salvataggio del governo Gentiloni. Nell’incontro di Roma si è trovato l’accordo tra l’esecutivo e l’amministrazione guidata da Luigi De Magistris per la ripartizione del debito che ha tenuto bloccate le casse comunali a causa di un pignoramento di circa 97 milioni di euro. Si tratta del debito da 89 milioni di euro (oltre gli interessi) contratto con il Cr8, consorzio che lavorò alla ricostruzione edilizia durante il commissariamento post-terremoto del 1981. La somma, però, non era stata inserita nel bilancio 2016 (insieme ad altri debiti per un totale di 114 milioni di euro), anno per il quale la Corte dei Conti ha quindi contestato al Comune di Napoli lo sforamento del patto di stabilità. Rispettato solo sulla carta, ma non nella sostanza.

L’ACCORDO DA DEFINIRE NEI PROSSIMI GIORNI – L’intesa è stata dunque raggiunta: quel debito sarà pagato per il 77 per cento da Roma e per il restante 23 per cento dal Comune di Napoli, che ha già versato 19 milioni e 300mila euro. De Magistris ha riferito che nei prossimi giorni verrà formalmente definito l’accordo. La prima conseguenza sarà lo sblocco di 97 milioni pignorati in attesa della risoluzione della vicenda. Una situazione per cui lo scorso 21 febbraio il sindaco, la Giunta, esponenti della maggioranza e militanti del Movimento demA avevano tenuto una manifestazione davanti a Montecitorio.

DOPO LA DIVISIONE DEL DEBITO, SI PENSA ALLE SANZIONI – Resta da risolvere il nodo della sanzione da oltre 100 milioni disposta nella recente sentenza delle Sezioni Riunite della Corte dei Conti per il mancato inserimento da parte del Comune di Napoli di debiti per un totale di 114 milioni (fra cui quello più consistente al Cr8) nel bilancio 2016. Dato che quell’anno c’era un contenzioso in corso, il Comune ha conteggiato il debito al Cr8 solo nel 2017. Il debito si è però trasformato in una maximulta, fondi statali su cui il Comune non potrà contare il prossimo anno. “Comincia ora il secondo tempo – ha spiegato De Magistris – che consiste nell’eliminazione del paradosso, dell’ingiustizia e della beffa di sanzioni che sono derivate da un debito del 1981 che mai era stato pagato”. Ma non è così facile, dato che la questione può essere risolta solo con un provvedimento legislativo.

LA RICHIESTA DI ‘SPALMARE’ LA MULTA – Nel frattempo, di questa sanzione bisognerà tenere conto nel prossimo bilancio di previsione da presentare entro il 31 marzo. Per questa ragione il Comune ha chiesto al ministero un atto amministrativo che consenta di rateizzare l’importo. Lo ha confermato in un post su Facebook anche l’assessore comunale al Bilancio Enrico Panini: “Il sindaco ha avviato rapporti per chiedere che a Napoli si applichino decreti ministeriali che autorizzino a ‘spalmare’ la multa in più anni”. Altrimenti “si deve concentrare tutto sul 2019. Un disastro, uno tsunami”. In una situazione già difficile. “La decisione delle Sezioni riunite – ha spiegato Panini – produce effetti disastrosi già per il 2018. Comporta un inaccettabile divieto di assumere. Stiamo parlando delle circa mille assunzioni per il 2018 da noi deliberate, indispensabili per riempire i vuoti di organico del Comune che ne mettono in discussione il funzionamento stesso”.

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