Nell'ottobre scorso, la Cassazione aveva respinto il ricorso straordinario presentato da Pucci assieme all’ex amministratore delegato Harald Espenhahn e ad altri responsabili dello stabilimento, giudicandolo "inammissibile"
Marco Pucci, uno degli ex manager della Thyssenkrupp condannato per l’incendio che, il 6 dicembre 2007 a Torino uccise sette operai, ha chiesto la grazia al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Pucci sta scontando la pena a sei anni e tre mesi di carcere. “Noi non concediamo la grazia a nessuno. E nemmeno lo deve fare il presidente Mattarella” ha replicato Graziella Rodinó, madre di Rosario, uno dei sette operai morti nel rogo. “Ce li hanno ammazzati, non meritano nessun perdono. Semmai lo chiederanno a Dio. Per ora devono stare in galera”, ha aggiunto.
L’ex manager ha ottenuto la possibilità di svolgere un lavoro esterno con obbligo di rientro in cella alle 18.30 ma nell’ottobre scorso la Cassazione ha respinto il ricorso straordinario presentato da Pucci assieme all’ex amministratore delegato Harald Espenhahn e ad altri responsabili dello stabilimento, giudicandolo “inammissibile“. Nelle motivazioni della sentenza i supremi giudici per gli imputati stabilirono che la loro fu “una colpa imponente” tanto “per la consapevolezza che gli imputati avevano maturato del tragico evento prima che poi ebbe a realizzarsi, sia per la pluralità e per la reiterazione delle condotte antidoverose riferite a ciascuno di essi che, sinergicamente, avevano confluito nel determinare all’interno” dello stabilimento di Torino “una situazione di attuale e latente pericolo per la vita e per la integrità fisica dei lavoratori“.