“Guai ai vinti!” è la frase che Brenno re dei Galli lanciò verso i romani. Emotivamente è ciò che succede ai principali vinti di queste elezioni D’Alema, Renzi e, in parte, Berlusconi. Il rischio è che costoro covino nel loro animo propositi di rivincita e vendetta. Potrebbero essere appagati dal fatto di essere stati presidenti del Consiglio e all’apice del potere e di poter ambire in futuro a ruoli di prestigio. Il rischio è che, come tossicodipendenti del potere che non hanno più, tramino nell’ombra per distruggere gli avversari meditando una rivincita. Le capacità distruttive di un ex sono particolarmente elevate ed efficaci nel porre trappole ed ostacoli.
I vincitori sono populisti secondo la definizione dei giornali. Sia Luigi Di Maio che Matteo Salvini vengono apostrofati in questo modo. Non è molto chiaro cosa significhi politicamente. Da un punto di vista psicologico questi due populismi utilizzano a piene mani il modo di affrontare la realtà del bambino piccolo. Il bambino vuole tutto e subito, urla a più non posso per avere, ora subito, ciò che desidera, odia visceralmente chi non gli da ciò di cui ha bisogno e vive in un egoismo esistenziale in cui le persone che sono a lui vicine sono buone mentre tutti gli altri cattivi. Col tempo svilupperà un approccio più adulto in cui apparirà il concetto di dilazionare le soddisfazioni. Se ho fame non urlo per avere cibo ma aspetto il momento in cui mi potrò alimentare trovando delle soluzioni per farlo. Occorre arrivare a riconoscere negli anni che non esistono buoni e cattivi ma numerose sfumature che rendono complessi gli esseri umani.
Si dovrà patteggiare con la realtà trovando compromessi costruttivi. Anche i vincitori populisti invece di strillare “voglio, voglio, voglio” devono trovare compromessi fra loro o con gli odiati nemici. Se due vincitori vogliono essere primi ministri e uno solo è il posto dovranno accettare la realtà. Prima cominciano a dialogare senza affermare “io sono buono, gli altri cattivi” prima questa crisi italiana sarà risolta. In alternativa vivremo altri mesi e anni di odi viscerali contrapposti.