Politica

Elezioni, non conquista il seggio per il Parlamento con il centrosinistra ma diventa consigliere regionale con i voti del centrodestra

Sinistra, destra e poi di nuovo sinistra. Un posto per Giacomo Mancini si trova sempre nella politica calabrese e romana. A chi gli ha fatto notare la contraddizione del suo ingresso in Consiglio regionale, nelle settimane scorse ha parlato di “7mila voti personali”

Dentro Fausto Orsomarso di Fratelli d’Italia, fuori Maria Tripodi di Forza Italia. I riconteggi della Corte d’Appello hanno fatto scattare un seggio in Calabria per il partito di Giorgia Meloni togliendolo a Forza Italia. Fin qui tutto rientra nella normale procedura elettorale per le politiche. La novità è che Fausto Orsomarso lascerà il Consiglio regionale e al suo posto entrerà Giacomo Mancini, primo dei non eletti, nel 2014, quando insieme correvano alle regionali sotto la bandiera di Forza Italia.

Il tempo passa, i partiti cambiano e i due ex berluscones hanno preso strade diverse: Orsomarso è passato con Fratelli d’Italia che lo ha candidato nel listino proporzionale, mentre Giacomo Mancini ha seguito il suo nuovo mentore Denis Verdini nel frattempo diventato stampella del Partito democratico come avvenuto a Cosenza con le elezioni amministrative del 2016. L’appoggio va ripagato ed ecco, quindi, che proprio Renzi e il Pd regionale rinunciano al collegio più rosso della Calabria, Cosenza appunto, per darlo Mancini schierato nel collegio uninominale alla Camera. Naturalmente perso perché, con il 16,27% dei voti, il nuovo “acquisto” del Pd in Calabria si è piazzato terzo dietro il Movimento 5 Stelle e dietro il candidato di centrodestra Paolo Naccarato. Fallito il tentativo di approdare in Parlamento con il centrosinistra, quindi, dopo l’elezione di Fausto Orsomarso alla Camera, Giacomo Mancini entra al suo posto in Consiglio regionale con il centrodestra.

Nelle settimane scorse, il politico cosentino ha assicurato che siederà tra i banchi della maggioranza che sostiene il presidente della Regione Mario Oliverio (Pd). Adesso occorrerà capire se lo farà veramente: se aderirà al gruppo del Partito democratico che lo ha candidato alle politiche del 4 marzo o a quello di Forza Italia che, nel 2014, lo ha inserito in lista spalancandogli, di fatto, le porte di Palazzo Campanella. Nipote omonimo del più noto ministro socialista ed ex sindaco della città bruzia, il quasi piddino Giacomo Mancini nel 2001 era stato eletto alla Camera con i Ds e nel 2006 con la “Rosa nel pugno”. Quando due anni dopo, perse alle politiche e transitò in Forza Italia diventando nel 2010 anche ex assessore del governatore del Pdl Giuseppe Scopelliti il quale al futuro esponente del Partito democratico gli affidò la delega al bilancio.

Sinistra, destra e poi di nuovo sinistra. Un posto per Giacomo Mancini si trova sempre nella politica calabrese e romana. A chi gli ha fatto notare la contraddizione del suo ingresso in Consiglio regionale, nelle settimane scorse Mancini ha parlato di “7mila voti personali” (quelli racimolati nel 2014 con Forza Italia). Sarà anche così, ma questa volta il politico cosentino dovrà ringraziare i consensi della neo deputata Wanda Ferro che hanno fatto scattare il seggio per il listino di Fratelli d’Italia. Seggio assegnato a Fausto Orsomarso perché sempre Wanda Ferro (capolista nel proporzionale) ha conquistato il suo collegio di Vibo Valentia.