Il primo cittadino si era ribellato alla regola dei due mandati, aveva lasciato il movimento e annunciato l'intenzione di ricandidarsi con una lista civica. Ora attacca: "Hanno fatto esattamente quello che fece il Pd a Ignazio Marino"
Si era ribellato alla regola dei due mandati, aveva lasciato il movimento e annunciato l’intenzione di ricandidarsi con una lista civica. Venerdì sera tutti i consiglieri di maggioranza del M5s si sono dimessi causando la caduta dal Comune. Per questo Fabio Fucci, il primo cittadino che nelle carte dell’inchiesta sul Mondo di mezzo veniva definito da Salvatore Buzzi “incorruttibile”, non è più il sindaco di Pomezia. O meglio, consiglio e giunta sono caduti, mentre “io resterò in carica solo per l’attività ordinaria fino alla nomina di un commissario”.
“I consiglieri del M5S hanno fatto esattamente quello che fece il Pd all’ex sindaco di Roma Ignazio Marino – attacca Fucci – a Pomezia per giunta il mandato era in scadenza e si sarebbe comunque votato a maggio, quindi è stato un gesto illogico e irresponsabile per una bega di partito, in quanto ora si blocca l’attività di una città per due mesi”. “Volevano colpire me, mentre hanno fatto danno a Pomezia. Il tutto perché ho scelto di ricandidarmi anche senza il M5S. Solo una settimana fa, infatti, ho presentato il mio nuovo progetto politico con cui correrò alle comunali, la lista civica Essere Pomezia. Il M5S fino a poco tempo fa mi considerava modello di buon governo…”.
La rottura tra il sindaco, il primo eletto tra le file del Movimento 5 stelle nel Lazio, si è consumata sulla regola dei due mandati. Fucci l’aveva contestata ed era uscito dal M5s: “Non ricandidare un sindaco di cui si attesta il buon governo denota una pochezza di strategia politica, una disarmante miopia che non fa ben sperare per un Movimento che con Di Maio vorrebbe ora governare il Paese – spiega il primo cittadino, che prima della vittoria sotto le insegne grilline era già stato eletto in una precedente consiliatura all’opposizione – ora ho letto delle ricostruzioni secondo cui, con la possibilità di ritornare alle urne, nel Movimento si starebbe pensando di mettere in discussione questa regola per non perdere una vagonata di senatori e deputati, ma sarebbe una scelta tardiva”.
E mentre a Roma i vertici del M5s discutono con la Lega della possibilità di un governo, la deputata del Carroccio Barbara Saltamartini e il coordinatore comunale di Pomezia del partito, Roberto Vettraino, criticano i potenziali alleati: “A Pomezia ‘big bang’ dei grillini: consiglieri M5S contro il sindaco M5S, dimissioni di massa e salta la giunta. Scene che neppure i partiti della Prima Repubblica. Ecco l’Amministrazione comunale modello rivendicata più volte da Grillo…”. “Una delle più importanti città del Lazio – proseguono – calpestata da lotte fratricide di un partito che, ancora una volta, conferma non solo tutta la propria incapacità ma la totale incompatibilità con incarichi e responsabilità amministrative”.