di Paola Medde, psicologa e psicoterapeuta.

Nelle ore che hanno preceduto la manifestazione della Giornata Nazionale del fiocchetto Lilla, istituita per combattere i Disturbi dell’Alimentazione, la notizia su Mario Pianesi, indagato per associazione a delinquere finalizzata alla riduzione in schiavitù, maltrattamenti e lesioni aggravate, risuona in forma asintonica. Mentre il mondo accademico si riunisce per educare a un sano ed equilibrato rapporto con il cibo nelle Marche, il guru del macrobiotico, si serve dello “strumento cibo” per violare la libertà personale e generare malattia al posto della cura.

Ma quali sono le condizioni che rendono possibile la manipolazione di coscienze e comportamenti? Esistono delle costanti nel fenomeno osservato, una “triade” invariabile, che si tratti della “psico-setta macrobiotica” o di Scientology. Le componenti necessarie e sufficienti sono: la presenza di un leader, specifiche caratteristiche dei follower (adepti o seguaci) e la presenza di un’idea da difendere e da proteggere.

Il leader deve possedere carisma, intelligenza ma soprattutto competenza e conoscenza dell’argomento in questione. Certamente Mario Pianesi, di conoscenza e competenza ne aveva da vendere, soprattutto in tema di salute alimentare. Una leadership riconosciuta anche da quella stessa comunità scientifica da lui criticata (quella della medicina ufficiale) riconoscimento che ha comportato una crescita esponenziale della sua credibilità e del suo potere terapeutico. Infatti, Pianesi ha ben 12 cittadinanze onorarie, 26 pubblicazioni scientifiche internazionali, una laurea Honoris causa, conferenze e convegni in contesti accademici.

Ma tutto questo non basta. Un leader deve anche possedere la capacità di comprendere e appoggiare i valori e le opinioni dei suoi sostenitori: i follower, portatori di bisogni spesso generati da modelli imposti dalla società, dalle credenze che vengono diffuse che in taluni casi diventano dottrine da seguire e valori da proteggere. Di quali valori stiamo parlando? Non è una novità che, in questi ultimi anni, stiamo assistendo a fenomeni di esaltazione della salute “a tutti i costi” e questo genera eccessi: eccessi di informazione, eccessi di attenzione, eccessi di rigore in ambito alimentare, perché oggi conosciamo quanto il cibo possa condizionare il nostro benessere, generare malattie, influire sui nostri geni.

E questo ci porta al terzo punto: l’idea da difendere, che è quella dell’alimentazione macrobiotica. È proprio questo l’elemento che ha colpito le nostre coscienze perché tutti, chi più chi meno, ci siamo sentiti vulnerabili e abbiamo percepito “rischi” futuri. Il “focus” della riflessione non vuole discutere i princìpi e i vantaggi/svantaggi dello stile alimentare macrobiotico, ma piuttosto soffermarsi sugli aspetti psicologici che hanno reso possibile la riduzione in schiavitù di un numero non ben definito di persone che hanno accettato, nonostante patologie gravi, di abbandonare le cure tradizionali, aderendo a un regime dietetico estremamente restrittivo, a donare soldi e lavoro in favore della causa. Dobbiamo riflettere sulla forza persuasiva di alcune informazioni e su quanto possano incidere sulle nostre coscienze, soprattutto quelle che ci dicono cosa fare per preservare il benessere e prevenire le malattie.

Ogni giorno veniamo sommersi da notizie che lentamente e progressivamente stanno cambiando il nostro rapporto con la salute. Siamo alla ricerca di certezze e sicurezze e per averle andiamo a cercare nel web, confidando nella credibilità della fonte. I comportamenti che ne conseguono possono andare dall’autodiagnosi (e successiva autoterapia) alla convinzione di aver trovato la soluzione ai problemi di salute attuali e futuri scatenando immotivate speranze. Ed è di immotivata speranza che dobbiamo parlare riferendoci ai fatti della “setta” controllata dal Pianesi.

Così, il contesto attuale, rischia di favorire la moltiplicazione di questi fenomeni poiché le moltissime informazioni, in continua evoluzione e spesso in assoluto contrasto, aumentano i timori e le paure di non fare abbastanza per prenderci cura di noi. E quando questo avviene, aumenta la nostra ricerca della certezza e la ricerca di un leader che sappia aiutarci nella riduzione del caos. Se ogni giorno le notizie che circolano in tema alimentare sono tante, troppe e in contraddizione mentre il messaggio che ci viene mandato è quello di occuparci e preoccuparci della nostra salute psico-fisica, non è inverosimile che la ricerca si sposti verso chi possa trasmettere un senso di ordine e istruzioni per raggiungere l’obbiettivo. “Al di là di ogni ragionevole dubbio”.

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