Dovizioso, Marquez, Rossi. Primo, secondo e terzo. Ecco le tre certezze che il campionato del mondo di Motociclismo cercava e ritrova alla prima gara della MotoGp a Losail, in Qatar. Il francese Zarco vive una quindicina di giri in testa, sembra crederci, ma non dura fino alla fine. Jorge Lorenzo, che pure prima di oggi sembrava avere dato qualche segnale positivo, prima scompare e poi cade, come da tradizione da quando è in sella alla Ducati. Vinales, sfigato tutto il weekend, si dimentica di partire e per 15 giri sta dietro a vedere l’effetto che fa. Sembra che la sua Yamaha sia piombata. Poi si sveglia di colpo e risale mezza classifica, ma ormai è troppo tardi. Boh. Davanti invece non si accontenta nessuno. Un trenino di scalmanati rimane compatto per quasi venti giri. Ai tre del podio si aggiungono Rins (poi caduto), Crutchlow, Petrucci e Pedrosa.

Quando ne mancano 7-8 alla fine, le differenze cominciano a farsi vedere, a 5 parte la battaglia vera. Rossi ci prova, riesce a prendere e tenersi la terza posizione, ma la sua Yamaha a destra sembra non voler curvare, e quando lo fa l’anteriore scivola e davanti alla tv si urla tanto che probabilmente ci sente: va’ pian che t’si vecio... Rossi se ne frega e ci prova una volta in staccata alla fine del rettilineo. Per poco non manda tutto a monte. Allora si “accontenta” di tenere il ritmo dei primi due senza azzardarsi a mettere il muso davanti. Bene così, non per i 40 anni – che il ragazzo è più pimpante di un adolescente – ma per la Yamaha, che in confronto alle altre moto difetta di qualche cavallo sul dritto, scoda in staccata e balla in curva.

Chi non ha questi problemi è Dovizioso. A 5 giri dalla fine allunga il ritmo, sbriciola Zarco e si mette dietro Marquez. Visto dall’alto, il “motorone” (Meda dixit) fa spavento in rettilineo. I due se ne vanno appaiati – uno arrotondando le curve, l’altro di traverso come suo solito – fino alla penultima curva quando lo spagnolo prova a infilarsi, trova uno spazietto per passare, ma viene ripassato incrociando la traiettoria nella controcurva. Ufff… Il Dovi taglia il traguardo in apnea, con mezza moto davanti alla Honda. Chapeau, per un pilota che fino all’anno scorso non riusciva a vincere i duelli e che ora si scopre battagliero ai limiti della follia di Marquez, sempre con il gomito a terra, 5 centimetri più in basso rispetto agli altri.

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