“Fino a qualche anno fa non avrei mai pensato di lasciare la Sicilia”. Ma a volte la vita ci sorprende e ci porta a fare scelte inaspettate. È andata così per Francesco Occhipinti, medico oculista, nato a Ragusa 35 anni fa: “Dopo la laurea ho conosciuto la mia attuale compagna nonché madre delle nostre tre bambine, che è tedesca, e insieme speravamo di poter costruire una vita insieme sulla mia isola”, racconta. Ma, con il passare del tempo, le cose hanno preso un altro corso: “Per lei, laureata in lingue e letteratura, è stato impossibile trovare un lavoro, nonostante gli sforzi – ricorda -, così quando stavo per finire la specializzazione all’università di Catania mi ha proposto di trasferirci in Germania”.
Fino a quel momento Francesco non aveva considerato quell’opzione: “Eppure l’idea di aprire la mia vita a un’esperienza così importante mi affascinava, così ci siamo messi in gioco”, ammette. I primi mesi a Leverkusen, però, hanno richiesto grandi sforzi: “Dovevo imparare la lingua da zero per poter trovare lavoro, così la mattina frequentavo da ospite una clinica oculistica dell’università di Dusseldorf e il pomeriggio e la sera studiavo il tedesco”, ricorda. Dopo nove mesi i sacrifici sono stati ripagati: “Ho fatto l’esame davanti all’ordine dei medici e l’ho superato brillantemente. Era arrivato il momento di iniziare a far girare il mio curriculum”.
Al colloquio mi hanno fatto sentire subito a mio agio, dimostrando di voler conoscere i miei desideri e le mie aspettative
E qui la svolta. Una mattina si siede davanti al computer e contatta una compagnia medica: “Credevo sarebbe stata la prima di una lunga serie di mail, invece già nel pomeriggio mi chiamano e mi dicono che un’importante clinica convenzionata era interessata al mio profilo”, ricorda. Già il giorno dopo lo aspetta un colloquio con il capo del personale: “Mi hanno fatto sentire subito a mio agio, dimostrando di voler conoscere i miei desideri di carriera e le mie aspettative – sottolinea -, poi, vista la mia situazione familiare, mi hanno chiesto se non preferissi fare un part-time di 21 ore settimanali, in modo da poter trascorrere tempo a sufficienza con la mia compagna e le mie bambine”.
È stato un colpo di fulmine: “Ormai lavoro stabilmente lì da un anno con un contratto a tempo indeterminato e non potrei essere più felice – ammette -, è un posto di lavoro accogliente e stimolante, che mi permette di mantenere tranquillamente la mia famiglia e mi lascia anche il tempo per portare avanti i miei studi e i miei progetti”. Tra questi ce n’è uno in particolare: “Mi sono iscritto all’università di Colonia per prendere una seconda specializzazione in medicina dello sport, un sogno che coltivavo da tempo”, spiega.
Ormai lavoro stabilmente lì da un anno con un contratto a tempo indeterminato e non potrei essere più felice
Se si guarda indietro, non può che essere felice della scelta fatta: “Qui sia io che la mia compagna abbiamo un ottimo lavoro e dormiamo sonni tranquilli. Se fossi rimasto in Italia non avrei mai potuto concretizzare tutto questo e in così poco tempo”. Poi, quando il pensiero corre alla Sicilia, il discorso si fa ancora più complesso: “Ho ricevuto un’ottima preparazione specialistica grazie ai miei professori Reibaldi e Avitabile e me ne sono reso conto soprattutto lavorando qui – spiega -, ma non posso fare a meno di vedere che tantissimi colleghi di talento e più anziani di me rimasti giù devono ancora lottare con la precarietà e questo è profondamente ingiusto”. A oggi la sua è una scelta senza rimpianti: “Torno a casa ogni volta che posso, perché ci tengo che le mie bambine mantengano un legame forte con le loro radici e con la mia famiglia, ma se guardo all’Italia da un punto di vista lavorativo non posso essere ottimista. Mi sembra un Paese che ha mollato”.