“Dei ministri si parla con il presidente della Repubblica, dei temi con i partiti politici”. Alla prima riunione dei 112 senatori del Movimento 5 stelle è intervenuto anche il capo politico Luigi Di Maio. Che come prima cosa ha parlato dei metodi per l’elezione dei presidenti delle Camere e delle prossime mosse in vista dell’eventuale formazione di un governo. E per la prima volta il leader M5s ha esplicitato che la lista del suo esecutivo, quella che è già stata presentata dai grillini agli elettori prima delle elezioni, verrà discussa con il Colle: un segnale che, come fatto trapelare nei giorni scorsi, potrebbe essere pronto a mediare se richiesto dal Quirinale. “Prima il metodo poi i nomi”, ha detto quindi Di Maio ribadendo il “no ai candidati condannati o sotto processo” e quindi al nome proposto da Forza Italia di Paolo Romani. “Noi siamo il perno della legislatura“, ha continuato il leader M5s. “Come vedete, sono gli altri che si agitano. Noi abbiamo il sorriso stampato sulla faccia e con quello li facciamo impazzire tutti”. “Per quanto riguarda il governo io credo proprio che abbiamo ottime possibilità. Sono molto fiducioso, perché una forza politica così, con queste dimensioni, è difficile metterla all’angolo”. L’assemblea, iniziata intorno alle 12, ha anche ratificato la nomina di Danilo Toninelli a capogruppo a Palazzo Madama.
Di Maio lasciando l’incontro, si è fermato con i giornalisti e ha commentato: “Sarà una settimana emozionante, decisiva per individuare la seconda e la terza carica dello Stato. Siamo disponibili a ragionare con un ampio dialogo con tutti”. Ha quindi sottolineato la volontà “che si rispetti l’esito delle elezioni”, ed è tornato a chiedere la presidenza della Camera per i 5 Stelle. “Non c’è solo la presidenza della Camera, ci sono anche i vicepresidenti, i questori, i segretari, tutte figure che devono concorrere al cambiamento, partendo da un privilegio odioso che è quello dei vitalizi”. A tal fine, per Di Maio, “occorre individuare un arbitro per questa partita”, perché la XVIII legislatura vedrà la luce di tante “buone leggi, ma soprattutto” dovrà abolire “tante leggi odiose”. Nessun commento invece sulla riammissione del senatore Emanuele Dessì nel gruppo parlamentare M5s: Di Maio stesso aveva annunciato il suo passo indietro in campagna elettorale, salvo cambiare idea dopo una valutazione dei probiviri sul suo caso. Sulla vicenda è invece attesa una nota ufficiale del neocapogruppo Toninelli.
Oggi in Senato iniziano le “minuzie”, ovvero le operazioni di accreditamento degli eletti. In attesa della prima seduta del Parlamento, prevista per venerdì prossimo, gli occhi sono puntati sulle varie forze politiche e soprattutto sulle prossime mosse del M5s. Beppe Grillo, in un’intervista a Repubblica poco prima del suo spettacolo a Verona, ha detto che “è finita l’epoca del vaffa, ma non è iniziata quella dell’inciucio”. Il garante ha anche detto di non sapere “dove collocarsi”, ma di vigilare sulle evoluzioni della sua creatura. L’altro fronte è quello della Lega Nord: Matteo Salvini non chiude ai 5 stelle, mentre l’ex governatore della Lombardia ed esponente del Carroccio Roberto Maroni continua a dire che sarebbe una scelta con gravi conseguenze.
I senatori M5s, all’uscita dell’assemblea, hanno raccontato del primo incontro e del clima che si respira tra i neoarrivati a Palazzo Madama. “Stiamo cominciando la navigazione e abbiamo un ottimo nocchiero”, ha scherza con i cronisti il comandante Gregorio De Falco. “Siamo un gruppo coeso e compatto”, ha dichiarato e poi aggiunto “darò fondo a tutte le mie risorse”, e assicura che parteciperà “con la testa e con il cuore”.