La commemorazione dei defunti prevista dalla tradizione prevedeva l'ingaggio di intrattenitori e attori teatrali durante le esequie. Ma oggi, soprattutto nelle zone rurali, ha lasciato il passo e spogliarelli e shibamo, tradizionali canzoni folk di natura erotica. E così il ministero della Cultura cinese ha avviato una nuova campagna moralizzatrice
No a oscenità e performance volgari durante funerali, matrimoni e fiere. Lo scorso mese, il ministero della Cultura cinese ha avviato una nuova campagna moralizzatrice nelle province dello Henan, Anhui, Jiangsu ed Hebei in coincidenza con l’approssimarsi delle festività per il Capodanno lunare e le “due sessioni”, l’annuale raduno della Conferenza politica consultiva del popolo e dell’Assemblea nazionale del popolo, il “parlamento” cinese. A indignare le autorità è soprattutto la partecipazione di avvenenti ragazze in lingerie alle cerimonie funebri, tra fischi, schiamazzi e applausi. Una pratica che negli ultimi anni ha attirato l’attenzione mediatica in diverse circostanze.
Secondo quanto riporta il tabloid in inglese Global Times, la popolazione è invitata a collaborare segnalando la presenza di infrazioni durante i funerali attraverso un’apposita hotline. Le soffiate verranno ricompensate con premi in denaro per un importo non specificato.
La presenza di intrattenitori prezzolati (“kusangren”) per commemorare i defunti fa parte della tradizione cinese fin dalla dinastia Qing (1644-1911) e quella dell'”essere gioiosi ai funerali e tristi ai matrimoni” è un’usanza condivisa da diversi gruppi etnici minoritari, come i tujia. Anticamente, nelle aree rurali si era soliti assoldare attori e cantanti d’opera per invogliare il maggior numero di persone a rendere omaggio alle spoglie dei propri cari in segno di “pietà filiale”. Negli ultimi anni, tuttavia, i funerali si sono trasformati in un’occasione per ostentare il proprio status sociale, arrivando a sborsare un importo diverse volte superiore al proprio reddito annuo per ingaggiare artisti professionisti.
Prendendo in esame alcuni casi avvenuti nello Anhui, un’inchiesta effettuata nel 2006 da un giornalista del China Society Journal attesta la progressiva perdita di appeal delle esibizioni teatrali a vantaggio di spogliarelli e shibamo, tradizionali canzoni folk di natura erotica. Le motivazioni sociali che negli anni ’90 hanno portato all’affermazione del nuovo genere sono tutt’oggi oggetto di dibattito. Stando a Huang Jianxing, docente di sociologia presso la Fujian Normal University, “in alcune culture locali, la danza abbinata a elementi erotici può essere impiegata per trasmettere la volontà del defunto di ricevere la benedizione con la nascita di molti eredi”. Infatti, “secondo l’interpretazione antropologica, i festeggiamenti nascono come evoluzione del culto della riproduzione, quindi l’esibizione erotica durante il funerale è solo un atavismo culturale”, spiega al Global Times l’esperto di comunicazione Kuang Haiyan. Ma il tema della fertilità si intreccia alla più concreta necessità di esprimere i propri istinti sessuali in un contesto sociale chiuso e ancora arretrato. Come sottolinea un docente della Central University of Finance and Economics, “le strutture di intrattenimento fornite dal settore pubblico non sono abbastanza adattabili ai residenti rurali: tale carenza lascia un vuoto nella vita spirituale degli agricoltori dando origine a fenomeni pornografici e striptease”. “Tenere performance erotiche ai funerali mette in risalto le trappole della vita moderna in Cina, dove vanità e snobismo prevalgono sulle tradizioni”, commentava tempo fa l’agenzia di stampa statale Xinhua.
Non è la prima volta che Pechino prende di mira gli spogliarelli in onore dei defunti. Punibile fino a qualche anno fa con la pena di morte, la pornografia è tra i comportamenti disdicevoli a cui la leadership di Xi Jinping ha dichiarato guerra per restaurare i valori socialisti. Nel 2015, il ministero della Cultura ha avviato un’indagine in seguito al verificarsi di due episodi “incivili” nelle città di Handan, nello Hebei, e Suqian, nella provincia del Jiangsu. Allora il dicastero accusò le cerimonie osé di “minare il valore culturale dell’intrattenimento” e “danneggiare l’atmosfera sociale”. In entrambi i casi, le investigazioni sono sfociate nella “detenzione amministrativa” delle provocanti ballerine.
di Chinafiles per Ilfattoquotidiano.it