Dossier dell'Istituto di statistica. La disabilità più frequente è quella intellettiva, che riguarda il 42,6% degli studenti disabili nella scuola primaria e il 49,2% di quelli nella scuola secondaria di I grado. Sul sostegno vengono concesse più ore nelle regioni del sud, che però hanno una maggiore carenza strutturale. In aumento, a livello nazionale, il numero di docenti dedicati
Più alunni con disabilità (+3mila) e più docenti di sostegno (+6mila) nelle scuole primarie e secondarie di primo grado nel 2016-17 rispetto all’anno precedente. Permangono, comunque, diverse criticità: ancora troppe barriere architettoniche e carenze di materiale didattico specifico, quasi un alunno con disabilità su 4 delle elementari-medie viene lasciato a casa durante le gite scolastiche con pernottamento, oltre ad un numero insufficiente di ore di sostegno garantite per tutti, soprattutto al Nord dove si riscontra una maggiore domanda. A comunicare questi dati è l’Istat che ha pubblicato un report sulla condizione dei quasi 160mila studenti con disabilità in Italia nell’anno scolastico 2016-17, che rappresentano il 3,5% del totale degli studenti iscritti (Fonte: Miur). Secondo l’Istituto nazionale di statistica, nel dettaglio, ci sono oltre 90mila bambini disabili nella scuola primaria (pari al 3,2% del totale degli alunni, erano il 2,1% nell’anno scolastico 2001-2002) e circa 69mila tra ragazze e ragazzi nella scuola secondaria di primo grado (il 4% del totale, 2,6% nel 2001-2002).
Nello studio (intitolato “L’integrazione degli alunni con disabilità nelle scuole primarie e secondarie di primo grado”) è inoltre indicato che circa una famiglia su 10 dei disabili iscritti alla scuola elementare e il 5% alla scuola media hanno presentato un ricorso al Tar per ottenere l’aumento delle ore di sostegno. Ricorsi che, ad esempio, in Lombardia la Lega per i diritti delle persone con disabilità (LEDHA) ha sempre vinto: 30 su 30. Dato significativo è che la maggioranza degli studenti disabili, il 64%, è composta da maschi. L’età media si attesta a 8,6 anni nelle elementari ed è pari a 12,5 anni per quelli che frequentano la scuola secondaria di primo grado. L’Istat mette nero su bianco che non ci sono differenze territoriali apprezzabili rispetto al valore medio nazionale. Il dato sull’età media, più alto di quello analogo generale certificato, risente di una maggiore permanenza tra i banchi di scuola degli studenti con disabilità psichica.
Un solo docente per il sostegno ogni due alunni con disabilità – La figura dell’insegnante per il sostegno è molto importante non solo per il percorso formativo dell’alunno con disabilità, scrive l’Istat, ma anche per promuovere e favorire l’inclusione. Gli insegnanti per il sostegno di ruolo rilevati dal Miur sono più di 88mila, 6mila in più rispetto al 2015-16. Solo il 70,9% degli insegnanti per il sostegno della scuola primaria e il 72% di quelli della scuola secondaria di primo grado svolge l’attività a tempo pieno all’interno dello stesso plesso scolastico. Si stima che la disabilità più frequente dei ragazzi iscritti nelle nostre scuole sia quella intellettiva, che riguarda il 42,6% degli studenti disabili nella scuola primaria e il 49,2% di quelli nella scuola secondaria di I grado. Seguono i disturbi dello sviluppo e quelli del linguaggio che interessano rispettivamente il 25,6% e il 23,2% degli alunni con disabilità nella scuola primaria, mentre nella scuola secondaria di primo grado, dopo la disabilità intellettiva, i casi più frequenti sono legati ai disturbi dell’apprendimento e ai disturbi dello sviluppo (rispettivamente il 24,3% e il 21,7% degli alunni con disabilità). Gli alunni che presentano più di una disabilità sono in media il 45% del totale degli alunni diversamente abili, con piccole variazioni tra le ripartizioni territoriali: il 25% presenta due disabilità e il restante 21% ne ha tre o più.
Nel sud Italia più ore di sostegno concesse – Le figure professionali a supporto dell’alunno con disabilità sono l’insegnante di sostegno per il supporto didattico e le altre figure professionali fornite dagli enti locali per il supporto alla socializzazione e all’autonomia. Il numero di ore settimanali assegnate in media all’alunno con disabilità, secondo quanto riporta l’Istat, evidenzia un gradiente territoriale per entrambi gli ordini scolastici, con un numero di ore maggiore nelle scuole del Sud (16,1 ore medie settimanali nella scuola primaria e 12,9 ore medie settimanali nella scuola secondaria di primo grado) e un numero inferiore di ore nelle scuole sia primarie sia secondarie di primo grado del Nord (rispettivamente 12,7 e 10,6 ore medie settimanali).
Ancora troppe le barriere architettoniche nelle scuole – L’abbattimento delle barriere architettoniche senso-percettive permane nel tempo uno dei problemi irrisolti, spiega l’Istat. Nelle scuole primarie, il Mezzogiorno è la ripartizione geografica con la percentuale più bassa di scuole con scale a norma (il 69%), mentre nelle scuole secondarie è il Centro con il 76,9%. Sempre al Sud si ha la minore presenza di servizi igienici a norma: la percentuale si ferma al 67,8% nelle scuole primarie e al 73,7% in quelle secondarie di primo grado. Il Nord, invece, presenta la percentuale più elevata di caratteristiche corrette dei plessi scolastici: il 78,9% di scuole primarie e l’83,9% di scuole secondarie ha scale che rispettano la legislazione in materia; il 79,7% di scuole primarie e l’83% di scuole secondarie ha servizi igienici accessibili a tutti. Le scuole, precisa il report statistico, sono poco inclusive comunque in tutto il territorio nazionale se si considera la presenza di segnali visivi, acustici e tattili per favorire la mobilità all’interno della scuola di alunni con disabilità sensoriali, oppure, in generale, di percorsi interni ed esterni privi di barriere.
Alle medie il 22% lasciato a casa durante le gite con pernottamento – Uno dei tanti aspetti negativi della mancata inclusione è anche l’impossibilità per tutti gli studenti di partecipare alle gite, con moltissimi casi di ragazze e ragazzi disabili costretti a non accompagnare i propri compagni per assenza di personale specializzato per le trasferte con pernottamenti. Casi, dice l’Istat, che riguardano tutta l’Italia. Gli alunni con disabilità che non partecipano alle uscite didattiche brevi, che non prevedono quindi il dormire fuori, organizzate dalla scuola di riferimento sono il 5% nella scuola primaria e il 9% nella secondaria di primo grado. La partecipazione alle gite d’istruzione con pernottamento risulta invece molto più difficoltosa: nella scuola media non partecipa addirittura il 22% degli alunni con sostegno; alle elementari la percentuale si attesta al 10%. Anche partecipare alle gite scolastiche insieme ai propri compagni rappresenta una forma di inclusione che ancora non viene garantita a troppi alunni con disabilità.