Polemica concitata a Otto e Mezzo (La7) tra il direttore de Il Fatto Quotidiano, Marco Travaglio, e Stefano Cappellini, capo della redazione politica di Repubblica. La discussione esplode dopo l’intervento di Travaglio, dal quale Cappellini dissente: “E’ una ricostruzione singolare. Il no dei 5 Stelle a Bersani fu legittimo, esattamente come lo è quello attuale del Pd al M5S. Ci vuole, però, un po’ di coerenza e di onestà intellettuale nel valutare le situazioni. Non si può dire, come fa Travaglio, che è giusto che i vincitori, cioè Lega e M5S, si scelgano per conto loro i presidenti delle due Camere, quindi i vertici istituzionali, però invece 5 anni fa la scelta della presidenza della Repubblica doveva far parte della partita di governo. Le due cose insieme non stanno” – continua – “Se la scelta dei vertici è slegata dalla formazione del governo, lo era 5 anni fa e lo deve essere anche oggi. E’ vero che Bersani aveva più o meno gli stessi voti del M5S, ma aveva la maggioranza netta in una Camera, perché la legge elettorale gli garantiva i numeri alla Camera dei deputati. Quindi, era in una situazione molto più avanzata di quella di Di Maio, che non ha la maggioranza né da una parte, né dall’altra. Bersani doveva trovare voti per il Senato“. “Evidentemente parlo arabo” – replica Travaglio – “Ho detto che a metà aprile del 2013 il M5S offrì al Pd di eleggere Rodotà per fare un governo insieme, dopo che il Pd si era mangiato i suoi candidati coi franchi tiratori, facendo fuori prima Marini e poi Prodi. E questo Cappellini lo dimentica. Il Pd, che aveva il 25% dei voti, invece si prese la presidenza della Camera, la presidenza del Senato e pretendeva pure di prendersi il governo coi voti gratis del M5S. Non mi pare che oggi di Di Maio dica la stessa cosa al Pd, che ha quasi la metà dei suoi voti”. “Che vuol dire ‘voti gratis’?”, ripete a più riprese Cappellini. “Ieri Di Maio ha detto pure che è disponibile a scegliere insieme i ministri e a parlare del programma” – continua Travaglio – “Ma di che cosa stai parlando? Parli di cose completamente diverse. Stai parlando di un partito che 5 anni fa aveva la maggioranza alla Camera sulla base di una legge elettorale incostituzionale, che si chiamava Porcellum“. “Se la metti sul piano della legge elettorale incostituzionale, stai negando alla radice qualsiasi dibattito”, commenta Cappellini. “Non ti ricordi il colpettino di Stato sulla rielezione di Napolitano dopo aver fatto fuori Prodi e Rodotà?” – controbatte Travaglio – “Ti ricordi cosa è successo 5 anni fa? Hanno imbalsamato l’Italia con Napolitano, lo sanno tutti”