di Monica Di Sisto
Il 23 marzo i neoeletti in Parlamento varcheranno per la prima volta le soglie del Palazzo per cominciare a rappresentarci e a promuovere i nostri diritti. E c’è una questione urgente di cui vorremmo che si occupassero subito. Vi ricordate quella favola secondo cui il Ceta, trattato di liberalizzazione degli scambi tra Europa e Canada non si sarebbe occupato in alcun modo degli standard di sicurezza e qualità del nostro cibo? Quelle rassicurazioni che, almeno personalmente, ci siamo sentiti rivolgere decine di volte da rappresentanti delle amministrazioni pubbliche a livello locale, nazionale ed europeo? Erano tutte parole al vento, come avevamo replicato ogni volta. La prova viene da un documento riservato che abbiamo gentilmente ottenuto nonostante non disponibile ai “cittadini semplici”, con il quale si convoca a Ottawa per la prima volta, il 26 e il 27 marzo prossimi, il Comitato congiunto sulla Sicurezza sanitaria e Fitosanitaria creato dal Ceta stesso (Ceta Sanitary and phytosanitary measures Joint management Committee Jmc). Chi vi parteciperà? Informazione riservata sulla quale stiamo lavorando, ma il documento dice che vi saranno persone arrivate da Irlanda, Francia, Italia, Paesi Bassi e Gran Bretagna (la Brexit sul Ceta non si applica, evidentemente).
Andando ai punti di cui all’ordine del giorno, è lì che cade la mandibola. Al 3.5, 3.6 e 3.7, infatti, dei rappresentanti non meglio precisati dell’Unione europea dovranno notificare ai colleghi d’oltre oceano che cosa sia cambiato o stia per cambiare nei nostri paesi per quello che riguarda la “salute animale”, la “salute delle piante” e le “nuove regole sui controlli ufficiali” su cibo e affini, perché le autorità canadesi possano rivolgerci le proprie osservazioni e, se del caso, chiederci delle modifiche. Spiegheremo, inoltre (punto 5.4) ai nostri colleghi d’oltreoceano perché abbiamo bandito e le alternative al Methyl Bromide un funghicida usato sul legname accusato di danneggiare la fascia atmosferica dell’ozono che l’Agenzia per la protezione dell’Ambiente americana Epa controlla ma ancora non bandisce e che in Canada è ancora perfettamente legale.
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Dobbiamo spiegare (punto 5.6) perché l’Europa non ha rinnovato l’autorizzazione a circolare per i prodotti contenenti Picoxystrobin, un fungicida considerato altamente rischioso per animali terrestri e acquatici. Non basta: verranno prese in esame le differenze tra le misure europee sul controverso Glifosato (Punto 5.7) e sul Dimethoato e quelle nazionali. Dopo il rinnovo dell’autorizzazione per altri cinque anni da parte della Commissione europea, infatti, alcuni Paesi come l’Italia hanno deciso, entro i loro confini, di varare norme più stringenti per l’uso di questo diserbante, accusato di essere probabilmente cancerogeno per l’uomo. Ma regole più stringenti, pur democraticamente assunte, sono viste come un problema per il libero commercio, anche se tutelano consumatori ed ecosistemi. Toccherà al comitato tecnico, insomma, capire come permettere che le ragioni del commercio superino l’ostacolo opposto agli scambi dal principio di precauzione rispettato in Europa, non ai nostri Parlamenti, locali, nazionali o comunitario. Stesso discorso per il commercio di animali vivi e carni, con la richiesta dei nordamericani di semplificare la certificazione dei loro prodotti e di semplificare la documentazione che oggi devono produrre per esportare la carne (5.16). Notare bene: non si tratta di scegliere quale certificazione sia più efficace a garantire la sicurezza di quelle dichiarazioni, ma solo di semplificarle.
Questo accade, vale bene ricordarlo, quanto importanti Paesi europei come Francia, Germania e Italia non hanno ancora sottoposto ai propri parlamenti il testo del Ceta per la ratifica e quindi, di fatto, non hanno ancora scelto di validarlo. Il Trattato di Lisbona, infatti, autorizza questo tipo di trattati a entrare in vigore parzialmente – per quello che riguarda le sole regole commerciali, i dazi e le dogane – già dopo l’approvazione del Parlamento europeo. Ma appare evidente dagli argomenti che verranno trattati a Ottawa che qui non si tratta di semplice commercio, ma di diritti importanti per la vita di tutti noi sui quali sono i nostri Paesi e territori a doversi esprimere.
E’ per questo che come campagna Stop Ttip Italia, che si batte insieme a importanti organizzazioni come Cgil, Arci, Arcs, Ari, Assobotteghe, Attac, Cgil, Fairwatch, Greenpeace, Legambiente, Movimento Consumatori, Navdanya International, Slowfood, Terra! e Transform per avere chiarezza sull’azione e sui limiti di questi trattati, chiediamo: ai parlamentari europei responsabili di interrogare immediatamente la Commissione europea e chiedere di rendere il più trasparenti possibili il funzionamento, i partecipanti e le decisioni del comitato. Ai neoparlamentari nazionali che il 23 marzo prossimo varcheranno per la prima volta le porte del Parlamento italiano, di prendere subito in mano questo dossier per bocciare la ratifica del Ceta e riaprire in Europa una discussione seria su che cosa sia giusto affidare alle commissioni tecniche di un trattato commerciale, e su che cosa debba invece continuare ad essere regolato dai meccanismi democratici che conosciamo e votiamo.
A Udine, territorio simbolo per la lotta contro la diffusione incontrollata degli Ogm in Italia, il Comitato Stop Ttip/Ceta insieme a Coldiretti, Cgil e altre organizzazioni Stop Ceta organizzano un presidio nazionale per informare sul trattato e sulle sue possibili conseguenze.
Stop TTIP
Campagna Stop TTIP Italia
Zonaeuro - 21 Marzo 2018
Stop Ttip, presidio a Udine mentre si insedia il Parlamento. Volete rappresentarci? Fermate il Ceta
di Monica Di Sisto
Il 23 marzo i neoeletti in Parlamento varcheranno per la prima volta le soglie del Palazzo per cominciare a rappresentarci e a promuovere i nostri diritti. E c’è una questione urgente di cui vorremmo che si occupassero subito. Vi ricordate quella favola secondo cui il Ceta, trattato di liberalizzazione degli scambi tra Europa e Canada non si sarebbe occupato in alcun modo degli standard di sicurezza e qualità del nostro cibo? Quelle rassicurazioni che, almeno personalmente, ci siamo sentiti rivolgere decine di volte da rappresentanti delle amministrazioni pubbliche a livello locale, nazionale ed europeo? Erano tutte parole al vento, come avevamo replicato ogni volta. La prova viene da un documento riservato che abbiamo gentilmente ottenuto nonostante non disponibile ai “cittadini semplici”, con il quale si convoca a Ottawa per la prima volta, il 26 e il 27 marzo prossimi, il Comitato congiunto sulla Sicurezza sanitaria e Fitosanitaria creato dal Ceta stesso (Ceta Sanitary and phytosanitary measures Joint management Committee Jmc). Chi vi parteciperà? Informazione riservata sulla quale stiamo lavorando, ma il documento dice che vi saranno persone arrivate da Irlanda, Francia, Italia, Paesi Bassi e Gran Bretagna (la Brexit sul Ceta non si applica, evidentemente).
Andando ai punti di cui all’ordine del giorno, è lì che cade la mandibola. Al 3.5, 3.6 e 3.7, infatti, dei rappresentanti non meglio precisati dell’Unione europea dovranno notificare ai colleghi d’oltre oceano che cosa sia cambiato o stia per cambiare nei nostri paesi per quello che riguarda la “salute animale”, la “salute delle piante” e le “nuove regole sui controlli ufficiali” su cibo e affini, perché le autorità canadesi possano rivolgerci le proprie osservazioni e, se del caso, chiederci delle modifiche. Spiegheremo, inoltre (punto 5.4) ai nostri colleghi d’oltreoceano perché abbiamo bandito e le alternative al Methyl Bromide un funghicida usato sul legname accusato di danneggiare la fascia atmosferica dell’ozono che l’Agenzia per la protezione dell’Ambiente americana Epa controlla ma ancora non bandisce e che in Canada è ancora perfettamente legale.
Dobbiamo spiegare (punto 5.6) perché l’Europa non ha rinnovato l’autorizzazione a circolare per i prodotti contenenti Picoxystrobin, un fungicida considerato altamente rischioso per animali terrestri e acquatici. Non basta: verranno prese in esame le differenze tra le misure europee sul controverso Glifosato (Punto 5.7) e sul Dimethoato e quelle nazionali. Dopo il rinnovo dell’autorizzazione per altri cinque anni da parte della Commissione europea, infatti, alcuni Paesi come l’Italia hanno deciso, entro i loro confini, di varare norme più stringenti per l’uso di questo diserbante, accusato di essere probabilmente cancerogeno per l’uomo. Ma regole più stringenti, pur democraticamente assunte, sono viste come un problema per il libero commercio, anche se tutelano consumatori ed ecosistemi. Toccherà al comitato tecnico, insomma, capire come permettere che le ragioni del commercio superino l’ostacolo opposto agli scambi dal principio di precauzione rispettato in Europa, non ai nostri Parlamenti, locali, nazionali o comunitario. Stesso discorso per il commercio di animali vivi e carni, con la richiesta dei nordamericani di semplificare la certificazione dei loro prodotti e di semplificare la documentazione che oggi devono produrre per esportare la carne (5.16). Notare bene: non si tratta di scegliere quale certificazione sia più efficace a garantire la sicurezza di quelle dichiarazioni, ma solo di semplificarle.
Questo accade, vale bene ricordarlo, quanto importanti Paesi europei come Francia, Germania e Italia non hanno ancora sottoposto ai propri parlamenti il testo del Ceta per la ratifica e quindi, di fatto, non hanno ancora scelto di validarlo. Il Trattato di Lisbona, infatti, autorizza questo tipo di trattati a entrare in vigore parzialmente – per quello che riguarda le sole regole commerciali, i dazi e le dogane – già dopo l’approvazione del Parlamento europeo. Ma appare evidente dagli argomenti che verranno trattati a Ottawa che qui non si tratta di semplice commercio, ma di diritti importanti per la vita di tutti noi sui quali sono i nostri Paesi e territori a doversi esprimere.
E’ per questo che come campagna Stop Ttip Italia, che si batte insieme a importanti organizzazioni come Cgil, Arci, Arcs, Ari, Assobotteghe, Attac, Cgil, Fairwatch, Greenpeace, Legambiente, Movimento Consumatori, Navdanya International, Slowfood, Terra! e Transform per avere chiarezza sull’azione e sui limiti di questi trattati, chiediamo: ai parlamentari europei responsabili di interrogare immediatamente la Commissione europea e chiedere di rendere il più trasparenti possibili il funzionamento, i partecipanti e le decisioni del comitato. Ai neoparlamentari nazionali che il 23 marzo prossimo varcheranno per la prima volta le porte del Parlamento italiano, di prendere subito in mano questo dossier per bocciare la ratifica del Ceta e riaprire in Europa una discussione seria su che cosa sia giusto affidare alle commissioni tecniche di un trattato commerciale, e su che cosa debba invece continuare ad essere regolato dai meccanismi democratici che conosciamo e votiamo.
A Udine, territorio simbolo per la lotta contro la diffusione incontrollata degli Ogm in Italia, il Comitato Stop Ttip/Ceta insieme a Coldiretti, Cgil e altre organizzazioni Stop Ceta organizzano un presidio nazionale per informare sul trattato e sulle sue possibili conseguenze.
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Economia & Lobby
Caro bollette, a due settimane dagli annunci di Giorgetti il decreto slitta ancora: cdm rinviato a venerdì
Roma, 24 feb. (Adnkronos) - "Io sono un artista libero, non mi sono mai schierato politicamente". Così Simone Cristicchi, ospite a 'Maschio Selvaggio' su Rai Radio 2, risponde alla conduttrice Nunzia De Girolamo quando fa notare al cantautore romano come la canzone sanremese 'Quando sarai piccola' sia piaciuta tanto a Elly Schlein quanto a Giorgia Meloni.
"Si tende sempre a identificare gli artisti politicamente, la musica invece non ha fazioni, non ha colori. Devo dire che tu hai messo insieme la destra e la sinistra", ha detto De Girolamo al cantautore arrivato quinto nella classifica finale. "Questo mi fa sorridere - ha confessato Cristicchi - sono molto contento di questo apprezzamento bipartisan, o anche super partes, che ha generato la mia canzone. Io sono sempre stato un artista libero, non mi sono mai schierato politicamente, proprio perché volevo che la mia musica e la mia arte potesse arrivare a tutti ed è giusto che sia così".
"Ovviamente ho le mie idee, come tutti, non le rinnego e non mi vergogno di esternarle quando è il momento e quando ho voglia, però - ha concluso il cantautore - sono veramente contento di aver fatto questa canzone che sia piaciuta più o meno a tutti".
Roma, 24 feb. (Adnkronos) - "Il caro bollette è un problema sempre più grave, che non possiamo più far finta di non vedere. Paghiamo le bollette più care d’Europa, che a sua volta paga le bollette più alte tra i competitor internazionali. Siamo i più tartassati tra i tartassati, con un evidente danno alla competitività delle imprese e al potere di acquisto delle famiglie. I lavoratori, in particolare, pagano questi aumenti tre volte: la prima in casa quando arriva la bolletta, la seconda perché le aziende devono metterli in cassa integrazione poiché con l’energia alle stelle perdono produttività, la terza perché l’energia spinge a rialzo l’inflazione e i prodotti nel carrello della spesa costano di più". Lo dice Annalisa Corrado della segreteria del Partito Democratico.
"Agire è possibile e doveroso. Possiamo farlo subito, a partire dalla protezione dei soggetti vulnerabili, oltre 3 milioni e mezzo di utenti, per il quali il governo vuole bandire aste che sarebbero una iattura. Bisogna fermarle immediatamente e riformare piuttosto l’acquirente unico, che al momento gestisce il servizio di tutela della vulnerabilità, perché possa tornare a stipulare i contratti pluriennali di acquisto, agendo come vero e proprio gruppo d’acquisto".
"È necessario inoltre agire ad ogni livello possibile per disaccoppiare il prezzo dell’energia da quello del gas: occorre lavorare ad una riforma europea dei mercati, scenario non immediato, agendo però contemporaneamente ed immediatamente per un “disaccoppiamento di fatto”, come quello che si potrebbe attuare supportando i contratti pluriennali con i produttori di energia da fonti rinnovabili (PPA, Power purchase agreement). Dovremmo prendere esempio dalla Spagna di Sanchez, inoltre, che ha imposto un tetto al prezzo del gas, ottenendo risultati brillanti che hanno trainato la ripresa d’industria ed economia. Dobbiamo fare di più e meglio per la transizione energetica per liberarci dalla dipendenza del gas: oltre ad insistere su sufficienza energetica ed elettrificazione dei consumi, dobbiamo agire ad ogni livello perché la quota di energia da fonti rinnovabili nel nostro mix di produzione cresca: questo è l’unico modo strutturale di far penetrare il beneficio in bolletta del basso costo delle energie pulite".
Roma, 24 feb. (Adnkronos) - “Allarmano e inquietano gli atti violenti rivolti in questi giorni contro le Forze dell’Ordine, a loro va la nostra piena solidarietà”. Lo dichiara la deputata di Italia Viva Maria Elena Boschi dopo gli incendi dolosi che hanno coinvolto questa mattina il commissariato e la Polstrada di Albano Laziale e nei giorni scorsi il comando della Compagnia dei carabinieri di Castel Gandolfo.
“Auguriamo agli agenti intossicati una pronta guarigione. Nell’attesa che sia fatta chiarezza sulle dinamiche e che i responsabili siano consegnati alla giustizia, non possiamo che schierarci senza indugio al fianco di chi ogni giorno si impegna per la sicurezza delle cittadine e dei cittadini”, conclude.
Roma, 24 feb. (Adnkronos) - "Le bollette energetiche di famiglie e imprese sono alle stelle. Meloni ha fischiettato per mesi, ignorando anche le nostre proposte. E oggi annuncia il rinvio di un Cdm promesso ormai due settimane fa. Non avevano detto di essere 'pronti'?". Lo ha scritto sui social Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera dei Deputati.
Roma, 24 feb. (Adnkronos) - "Tutto quello che ha a che fare con le emergenze vere di cittadini, famiglie, imprese passa in secondo piano nell’agenda del governo Meloni. Così è stato ed è per le liste d’attesa e per il diritto alla salute negato a milioni di concittadini, così è per il caro-bollette che da troppi mesi penalizza le aziende italiane e mette in ginocchio le fasce sociali più disagiate". Così in una nota Marina Sereni, responsabile Salute e Sanità nella segreteria del Partito Democratico.
"Oggi la segretaria del Pd Elly Schlein ha presentato proposte molto chiare e concrete, che raccolgono peraltro l’interesse di imprenditori e associazioni degli utenti. Il Cdm sul problema del caro energia pare invece che slitti a venerdì. La presidente Meloni ne approfitti per raccogliere le nostre proposte sul disaccoppiamento del prezzo dell’energia da quello del gas e sull’Acquirente unico".
Roma, 24 feb. (Adnkronos) - La lotta alle mafie andrebbe portata avanti "in maniera trasversale. Ma non stiamo vedendo disponibilità all'ascolto e al lavoro comune da parte di questa destra". Lo ha detto Elly Schlein al seminario sulla legalità al Nazareno. "Noi continueremo a fare da pungolo costante, il messaggio che deve arrivare chiaro alle nuove generazioni è che la mafia è un male, e un freno al nostro Paese. Il Pd oggi più che mai è intenzionato a portare avanti questo lavoro con determinazione, mano nella mano con le realtà che affrontano il problema ogni giorno e ne sanno certamente più di noi".
Roma, 24 feb. (Adnkronos) - Nel contrasto alle mafie "il ruolo delle forze dell'ordine e della magistratura è fondamentale. Noi riconosciamo e sosteniamo il lavoro quotidiano delle forze dell'ordine. Vanno sostenute le forze dell'ordine, come la magistratura, che invece vediamo attaccata tutti i giorni da chi governa". Lo ha detto Elly Schlein al seminario sulla legalità al Nazareno.