Sette persone arrestate. Nel giro erano coinvolte anche la moglie di un detenuto italiano, che secondo la ricostruzione reperiva da un familiare cocaina e hascisc, e una donna veneziana che prendeva l'eroina da un calabrese
Alcuni detenuti del carcere di Santa Maria Maggiore a Venezia gestivano un vero e proprio giro di spaccio di droga dalle proprie celle, facendo arrivare stupefacenti e e anabolizzanti all’interno del penitenziario. Si tratta di alcuni carcerati di origine albanese e di un cittadino italiano, che sono stati raggiunti dalle ordinanze di custodia cautelare del Tribunale di Venezia: 5 in carcere e due ai domiciliari.
Le indagini sono partite nel novembre 2016, in stretta collaborazione con la direzione del carcere di Venezia. I carabinieri hanno scoperto che i detenuti erano entrati in possesso di telefoni cellulari con cui mantenevano contatti con l’esterno, secondo le indagini dirigendo attività illecite tramite i loro complici, e facendo arrivare all’interno del carcere droga e anabolizzanti.
Nelle celle sono stati sequestrati alcuni smartphone, sim card, un centinaio di pastiglie di anabolizzanti e un coltello costruito artigianalmente. Nel giro erano coinvolte anche la moglie di un detenuto italiano, che secondo la ricostruzione reperiva da un familiare cocaina e hascisc, e una donna veneziana che prendeva l’eroina da un calabrese.