Sulla vicenda indaga il procuratore del tribunale dei minori di Firenze Francesco Sangermano che ha aperto un fascicolo dopo la segnalazione arrivata dai vigili urbani del paese. Mercoledì la struttura è stata perquisita dagli agenti della polizia municipale di Arezzo. I ragazzi sarebbero già stati individuati
Alcuni ragazzi tutti minorenni, tra i 15 e i 16 anni, sono accusati di aver abusato di una bambina di 10 anni, come loro ospite di una comunità educativa di Arezzo. Sulla vicenda indaga il procuratore del tribunale dei minori di Firenze Francesco Sangermano che ha aperto un fascicolo dopo la segnalazione arrivata dai vigili urbani del paese. I ragazzi sarebbero già stati individuati ma ancora non sono chiari i motivi che li avrebbero spinti a prendere di mira la bambina. Mercoledì scorso la struttura, gestita da una cooperativa locale, è stata perquisita dagli agenti della polizia municipale di Arezzo, che avrebbero raccolto elementi importanti.
Tutto sarebbe partito da una segnalazione arrivata alla polizia municipale dai colleghi del vicino comune di Castiglion Fiorentino. A loro, secondo quanto appreso, si sarebbe rivolta una persona che aveva raccolto sospetti su quanto stesse avvenendo all’interno della struttura del capoluogo, gestita da una cooperativa sociale. Nella comunità sono ospitati minori che spesso hanno problemi di emarginazione, ma non solo, ai quali la cooperativa cerca di assicurare un presente migliore di quello che potrebbero avere fuori. Durante la perquisizione nella struttura, gli inquirenti avrebbero raccolto pesanti elementi e non si esclude che gli abusi sulla bimba possano essere solo la punta dell’iceberg.
Le indagini, pur con estrema cautela, proseguono per delineare i contorni della vicenda e le eventuali ulteriori responsabilità. Con una nota è intervenuta l’assessore alle politiche sociali del Comune di Arezzo Lucia Tanti che assicura che l’Amministrazione, con la quale la comunità è convenzionata, “farà la sua parte”. Poi va oltre perché, “alla luce di questi fatti – prosegue Tanti -crediamo si rafforzi l’esigenza di un sistema di telecamere” da inserire in queste strutture. Una decisione che, si augura, il nuovo Parlamento appena insediato “abbia il coraggio di prendere”.