PETIT PAYSAN di Hubert Charuel. Con Swann Arlaud, Sara Giraudeau, Bouli Lanners. Francia 2017. Durata: 86’ Voto: 3,5/5 (DT)
Il trentenne Pierre, allevatore in solitaria di un nutrito gruppo di vacche da latte nella campagna francese, vive in totale simbiosi con le sue bestie. La sua quotidianità si divide tra la sorella veterinaria della zona e i suoi anziani e ingombranti genitori. Mentre viene a sapere dal web che un’epidemia ha colpito le mucche di un allevatore francese, scopre che una delle sue bestie, che ha appena partorito un vitellino, è infettata dello stesso morbo. Non volendo denunciare l’accaduto alle autorità, che automaticamente gli ucciderebbero tutte le mucche per legge e lo porterebbero alla rovina, Pierre decide di resistere come può, eliminando da solo e con dolore le poche mucche malate. Ovvio che prima o poi tutti i nodi vengono al pettine. Storia semplicissima, mosconi, paglia, culi e code di mucca penzolanti, puzza di letame anche senza odorama, Petit Paysan è uno dei tanti film francesi di livello dove la solida mano e il talento del realizzatore si comprendono fin dalle prime inquadrature. Incentrato visivamente su una sorta di continuo mezzo busto/primo piano del protagonista iperpresente in ogni angolo di film, screziato da alcuni sogni notturni in cui Pierre si ritrova in totale simbiosi con le sue vacche che gli invadono anche casa (anche se nella vita reale le protegge e le cura come persone di famiglia), l’opera di Charuel ha forse un piccolo difetto programmatico e autocelebrativo: vuole deliberatamente mescolarsi e fondersi con i codici di genere (un thriller con qualche venatura cronenberghiana nel percepire sulla pelle di Pierre l’infezione animale) mangiucchiandosi un po’ di anima proprio quando l’apice della fuga e del nascondere le vacche si esaurisce e ci si attenderebbe un’ovvia apertura dei rubinetti della commozione per la straziante tragedia dell’uomo. Con quella sua naturale debolezza nello sguardo Swann Arlaud è davvero efficace in una parte per nulla facile. Per non dire delle mucche pezzate, bianche e nere, autentiche regine del set.