INSYRIATED di Philippe Van Leeuw, con Hiam Abbass, Diamand Abou Abboud, Juliette Navis. Belgio, Francia 2017. Durata: 85’. Voto 3,5/5 (AMP)
Nel cuore di Damasco un gruppo di persone vive rinchiuso in un appartamento cercando di proteggersi dalla guerra che impazza fra le strade. Si tratta di una piccola comunità di resistenti capitanata da Oum Yazan, madre di tre figli, donna forte e ospitale verso i vicini che ha invitato a trovare rifugio nella sua dimora. Ma pur volendo salvare tutti, qualcuno deve sacrificarsi per il bene altrui, dimostrando quanto la guerra arrivi a insinuare odio ed egoismo anche fra sodali. L’opera seconda del belga Philippe Van Leeuw è un film esemplare nella sua capacità di raccontare gli orrori bellici dal di dentro e, soprattutto, senza mai mostrare nulla di quanto, normalmente, pertiene al genere war movie. Rumori ed evocazioni verbalizzate diventano gli unici strumenti della narrazione mentre l’apparato visivo si concentra sugli interni domestici, sulle complesse dinamiche relazionali dei personaggi. In tal senso il dramma da camera dall’emblematico e intraducibile titolo di In-syriated assurge ad un alto grado retorico, utilizzando la metonimia quale figura incisiva e radicale. Il regista, che ha scritto e diretto il film ispirandosi a fatti realmente accaduti, riesce così a infondere il giusto grado di tensione e naturale claustrofobia a un dramma umano che se da una parte riguarda la martoriata Siria, dall’altra si apre all’universalità di ogni conflitto. Opera rigorosa e sintomatica.