Mentre i pariti sono alle prese con l’elezione dei presidenti delle Camere, i sondaggi confermano il cosiddetto “effetto traino”. Se si tornasse a votare domani, infati, il Movimento 5 stelle e la Lega aumenterebbero i propri voti, rubandoli in particolare al Pd e a Liberi e Uguali da una parte a Forza Italia dall’altra. Secondo Index Research per Piazzapulita, il Carroccio passerebbe dal 17,4 per cento al 23,5, con un balzo in avanti del 6,1%, mentre il M5s dal 32,7 per cento al 34,9 (più 2,2). In caduta libera Forza Italia, che passerebbe dal 14 al 10,9, seguita dal Pd in ulteriore calo: dal 18,7 al 17,5%. Male – cioè peggio – andrebbero anche i “piccoli”, come Fratelli d’Italia e Liberi e Uguali. Il partito di Giorgia Meloni scenderebbe dal 4,3 al 3,3 per cento, quindi sul filo della soglia di sbarramento.
Se il centrodestra paga dazio a Salvini, nel centrosinistra la flessione non sarebbe solo per il Pd potenziale 17,4%. Non va meglio alle altre forze politiche della coalizione: sommando i loro voti, Insieme, Civica Popolare, +Europa, Svp raggiungerebbero il 3 (erano al 4,1 per cento il 4 marzo). Infine Liberi e Uguali che passerebbe dal 3,4 delle elezioni del 4 marzo al 2,1, quindi eventualmente fuori dal Parlamento.
Le grandi alleanze, in ogni modo, continuano a godere del favore degli elettori. Secondo il 59,1 per cento del campione intervistato da Index Research i partiti dovrebbero allearsi per raggiungere una maggioranza in grado di governare. Solo il 22,6 per cento suggerisce invece di lavorare ad una nuova legge elettorale che possa garantire un vincitore alle urne. L’ipotesi preferita dagli intervistati è quella di un governo M5s-Lega, scelto dal 26,8 per cento, seguito dall’ipotesi M5s-Pd. Poco indicata invece, l’idea di tornare a votare (12,7). Scartata anche l’alleanza centrodestra-Pd (12).