Politica

Fico alla Camera e Casellati al Senato: chi vince, chi perde

Roberto Fico Presidente della Camera e Maria Elisabetta Alberti Casellati Presidente del Senato. Qualche considerazione.

M5S. Ottiene la Presidenza della Camera, e ci mancherebbe altro con quel 32% lì. Il discorso di Fico è stato efficace e passionale: ha detto cose più condivisibili lui in 5 minuti che la Boldrini in 5 anni. Un discorso più da leader di opposizione che da Presidente della Camera, ma non ho dubbi che d’ora in poi saprà essere istituzionale come il ruolo che richiede. Non è portato per la tivù, ma è persona intelligente e preparata. La vera vittoria del Movimento è stata però avere imposto al centrodestra la defenestrazione dell’indigeribile Romani (anche se pure la Casellati non è esattamente Madre Teresa: rileggetevi cosa scrisse Gian Antonio Stella nel 2005 sul Corriere). C’è comunque poco tempo per gioire: il difficile, per Di Maio e per i suoi, arriva adesso.

Lega. Chi pensa che Salvini sia un coglione, non ha capito nulla di Salvini. Il ragazzo è scaltro, vispo, furbino e tutto fuorché scemo. Salvini è un Renzi che ce l’ha fatta. Ha messo – finalmente – le palle sul tavolo per dire a Berlusconi che il leader è lui. La “mossa Bernini”, che sarebbe stata peraltro molto meglio della Casellati al Senato, è servita a questo: “Silvio, vola basso che se alzi troppo la cresta andiamo al voto e a fatica raggiungi il 10”. Il centrodestra sta cambiando e si sta svecchiando. Se poi in meglio non so, ma di fatto chiunque può essere meglio di Berlusconi e Gasparri.

Forza Italia. Ha vinto, ma ha perso. La legislatura è appena cominciata e i forzitalioti sembrano già bolliti. Appartenenti a un’altra era geologica. Ottengono la Casellati e tamponano la falla-divisione nel centrodestra, ma i rapporti interni sono già logori. Quasi tutto, in Forza Italia, ha aria di muffa. E di caricaturale. Pensate a Sgarbi, che è già caricaturale di suo: ieri neanche ha fatto in tempo a (ri)entrare in Aula che si è subito fatto cacciare da Giachetti. Ora: se ti fa il culo Mazinga è un conto, ma se ti fai metter sotto da Giachetti sei davvero l’erede stitico del Poro Schifoso.

Forza Italia Bis. Attenti, però: quando Berlusconi sta per cadere, diventa ancora più cattivo. Farà di tutto per vendicarsi. E spingere Salvini (e Meloni) dall’allievo ripetente Renzi.

Pd. Marginali come José Mari nella storia del Milan. Anzi di più, perché José Mari almeno 5 gol in tre anni li fece.

Renzi. Vederlo al Senato (che diceva di voler cancellare) gonfio come una zampogna e col sorriso tiratissimo di chi ieri si sentiva Giulio Cesare e oggi il Poro Asciugamano, è stato emblematico. E anche – diciamolo – un po’ liberatorio. Speriamo duri (ma non ci giurerei).

E ora? Molti giornaloni, adesso, ripartiranno con la litania dell’ “accordo sicuro” tra M5S e Lega. Secondo quest’ottica, funzionale al Pd perché atta a far credere che Di Maio in realtà sia Goebbels e la Taverna Eva Braun, l’accordo su Camera e Senato sarebbe prodromico a un’alleanza di governo. Credo, al contrario, che non c’entri nulla. Nella storia della Repubblica Italiana le presidenze di Camera e Senato sono sempre andate alla maggioranza, tranne che nel periodo 1979-1994, quando la Dc (dopo la “non sfiducia” del ’76 e la solidarietà nazionale) “concesse” la Camera al Pci. Il quale, da solo, aveva percentuali non distanti da tutto il centrodestra attuale e sideralmente superiori al centrosinistra attuale: non si poteva tener fuori. In più, responsabilizzandolo con incarichi così importanti, la Dc sperava di “istituzionalizzarlo“. Altri tempi e altri contesti: oggi non poteva andare che così. Ma per il governo sarà tutta un’altra storia. E lunedì, sul Fatto, ve lo spiegherò meglio.