2) Curinga (Catanzaro)

Oggi ha poco più di sei mila abitanti ma è stata abitata sin dall’età del Neolitico. L’area di Curinga fu colonia della Magna Grecia e, in seguito alla conquista da parte dei Romani, divenne sede di una statio, una postazione di controllo militare e un importante centro. Dopo il declino dovuto alla caduta dell’Impero romano, Curinga è stata conquistata dai Longobardi e dai Normanni, per poi subire il dominio angioino e aragonese. Durante le Giornate Fai si possono visitare alcuni luoghi testimoni di questa storia millenaria:

Terme romane – Uniche in Calabria perché conservano la struttura fino a quasi l’altezza della copertura, le terme di Curinga risalgono al III-IV secolo d.C. e facevano parte di una villa monumentale. Il complesso termale occupa oggi una superficie di circa 700 metri quadrati; da tempo inaccessibile per lavori di restauro, sarà eccezionalmente aperto.

Monastero di Sant’Elia Vecchio – Le origini non sono note ma pare che l’eremo dovesse esistere già nell’anno Mille: i monaci venuti dall’oriente fondarono in queste terre una cappella dove ritirarsi e trovare un rifugio sicuro al riparo da attacchi nemici. Fu in seguito sede dei monaci Carmelitani che apportarono degli ampliamenti. Una parte della chiesa del complesso monastico rimane perfettamente conservata: è l’abside con base quadrata su cui poggia una parte elevata rotonda che termina con una stupenda cupola bizantina.

Platano di Vrisi – È un albero millenario e imponente, alto fino a venti metri con tronco della circonferenza di 18 metri, appartenente alla famiglia delle Platanaceae, originario dell’Asia occidentale e del Mediterraneo orientale, forse piantato dai religiosi basiliani che, più di mille anni fa, costruirono a poche centinaia di metri il monastero di Sant’Elia Vecchio.

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