Il pelo pubico si sta evolvendo. Nel 1987 le sette sorelle Padilha (Janea, Joyce, Jussara, Juracy, Jocely, Jonice, Judseia) aprirono a Manhattan il centro estetico J. Sisters, dove iniziarono a offrire alla propria clientela quella che denominarono brazilian wax. L’ispirazione venne a Janea quando anni addietro, sdraiata su una spiaggia di Rio de Janeiro, vide una donna in micro bikini con l’inguine non curato.
Perché non depilare perfettamente tutto? Come sottolineato da uno studio di Joseph Slade, docente della Ohio University, le grandi labbra lucide, lisce e nude si trovavano anche nel XV secolo, quando erano soprattutto le prostitute a preferire la depilazione totale per timore di essere infestate dai pidocchi anche sul monte di Venere.
L’impulso principale alla rasatura integrale del pube e della vulva, tuttavia, fu offerto negli anni Novanta dal mondo del porno – con il Cinema a luci rosse conquistato da una scelta estetica capace di rendere più visibili alla telecamera i genitali femminili – e se nel 2003, Victoria Beckham ammise che si depilava in quel modo dall’età di quindici anni più tardi Eva Longoria, intervistata da Cosmopolitan, affermò addirittura che ogni donna avrebbe dovuto provare la brazilian wax almeno una volta nella vita.
E gli uomini? Paradossalmente – per fortuna, dico io -, negli ultimi anni tra i maschi si è creato una sorta di feticismo di nicchia per il bush – il cespuglietto nostrano – che pare stia tornando alla grande ma ormai da qualche anno la tendenza a decespugliarsi – ahimé – sembra aver conquistato anche loro. C’è chi lo fa per apparente dimostrare qualche centimetro (millimetro?) in più o per assomigliare a qualche attore porno. Che poi, la faccia mica si vede mai, eh!
Per non parlare dello shaving che è apprezzato anche come preliminare erotico e, mi raccomando, siate delicati sennò rischiate di finire come John W. Bobbit. Ma ecco una novità! Oltre ai mini tatuaggi temporanei e alle formine a cuore in uso ormai da oltre dieci anni fa, in commercio oggi si trovano i toupees per ornare “là, dove non batte il sole”. È un genere molto amato dalle go-go dancers ma anche un’idea divertente per le coppie fantasiose che amano le sorprese.
L’azienda lituana Merkins, scoperta – è il caso di dirlo – alla fiera di Hannover, propone parrucche sintetiche, adesive, igieniche a forma di corona, di stella, di freccia, di albero di Natale, di gatta, di “Walter” e tanto altro. Sul loro sito, inoltre, sono presenti anche una divertente sezione patriottica, una ipertricotica e una cosiddetta “realistica”, anche se a mio avviso di realistico ha ben poco perché ricorda i capelli dei Troll Doll, i buffi bambolotti creati dal boscaiolo danese Thomas Dam alla fine degli anni 50. Sempre di bosco si parla.
Ormai è già passata anche la moda del vajazzling che nel 2011 spopolava negli Stati Uniti e in Medio Oriente: troppo costosa, scomoda e poco igienica. Poi vuoi mettere il marito che torna a casa dopo aver consumato con l’amante e si ritrova tre Swarovski sulla lingua?
Insomma, glabra o tricotica, basta che sia profumata o, come disse qualcuno “No one is going to look down your pants to see if you’re following a trend”.