La squadra friulana di pattinaggio artistico su rotelle non aveva i soldi per partecipare ai World Roller Games in Cina. Così si sono rimboccati le maniche: hanno organizzato feste di autofinanziamento e un crowdfunding online valso 3mila euro. Gli sforzi sono stati ripagati con il terzo posto nella rassegna mondiale di Nanchino. E lo scorso 17 marzo hanno anche vinto il campionato italiano
In mezzo alla palestra c’era quella scatola con la scritta “Italia”. Dentro, le tute e i borsoni della Nazionale che significavano una cosa sola: rappresentare il proprio Paese ai campionati del mondo. Un sogno. Matteo De Sabbata racconta a Ilfattoquotidiano.it di quella scatola, di quella tuta, e ammette che il ricordo “ancora oggi un po’ mi fa ridere e un po’ mi commuove”. Ventidue anni, nato a Udine, Matteo è un atleta del gruppo Diamante, la squadra di pattinaggio artistico su rotelle della società Pattinaggio Fiumicello. Partendo da questo piccolo comune friulano di 5mila abitanti, in tre anni hanno vinto di tutto, fino al bronzo conquistato nel settembre scorso ai World Roller Games in Cina. Un evento a cui hanno potuto partecipare grazie a tanti sacrifici, feste passate a spillare birra e soprattutto una raccolta fondi su internet per racimolare i soldi necessari per partire. Sforzi ripagati con una medaglia e poi con il primo posto conquistato sabato 17 marzo ai campionati italiani di Conegliano.
Sì, un crowdfunding per andare ai Mondiali e arrivare sul podio. D’altronde il pattinaggio artistico su rotelle è uno sport ai più quasi sconosciuto, fratello minore di quello su ghiaccio che in questi giorni celebra il suo splendore all’Assago Forum di Milano. I soldi non ci sono, la Federazione può pagare solo in minima parte le trasferte e quello che manca lo mettono gli atleti di tasca propria. Tanti sacrifici, economici e non, fatti per passione, senza lamentarsi: “Ci alleniamo tre-quattro volte a settimane e prima delle competizioni tutti i giorni. Vuol dire svegliarsi alle 8 la mattina per andare all’università o al lavoro e tornare a casa alle 11 di sera”, racconta Matteo. “Poi – continua – ci dobbiamo pagare l’attrezzatura, il noleggio delle piste e ovviamente i vestiti per le gare. Tutto per passione, lo facciamo volentieri. È la nostra vita”.
Il pattinaggio artistico su rotelle “è uno di quelli che vengono definiti sport minori, ma a tutti noi regala momenti importanti”, spiega il 22enne. La storia della sua squadra, oggi composta da 24 ragazzi dai 16 ai 28 anni, è uno di quei piccoli miracoli sportivi italiani che comincia molto prima della raccolta fondi online per volare in Cina e dell’oro ai campionati italiani. La svolta tre anni fa, quando a collaborare con gli allenatori Elisa e Alberto Burba arriva Sandro Guerra, uno dei migliori coreografi al mondo. La squadra di Fiumicello gareggia nella specialità Gruppi Show, categoria Grandi gruppi. Le loro esibizioni sono uno spettacolo fatto di sincronia, passi, prese e salti, ma anche di espressività e di messaggi da trasferire tramite i movimenti sulle rotelle. E con le coreografie di Guerra arrivano i primi risultati.
“Abbiamo vinto l’argento ai campionati italiani del 2015 – racconta Matteo – è stato il momento più bello perché non ce lo aspettavamo e invece da lì è cominciato tutto”. De Sabbata era pronto a mollare, per dedicarsi agli studi, ma poi gli eventi hanno cambiato le sue priorità ancor prima che lo capisse. Nel giro di tre anni è arrivata appunto la tuta della Nazionale, la prima partecipazione ai campionati del mondo in Colombia, due argenti e un bronzo agli Europei, altri due secondi posti ai campionati nazionali e il bronzo ai mondiali di Novara 2016. Praticamente sempre sul podio in ogni competizione. Fino al sogno di poter partecipare ai primi World Roller Games, organizzati a Nanchino.
“L’anno scorso ci siamo trovati con la trasferta in Cina da organizzare – spiega Matteo – e chiaramente i fondi per partecipare alla gara non c’erano. Quindi ci siamo dati da fare: ci siamo rivolti al nostro piccolo Paese che ci ha dato tutto il suo sostegno umano ed economico. E per racimolare qualcosa ci siamo messi a servire e spillare birre alle feste”. Ma i soldi ancora non bastavano e allora è nata l’idea: “Ci siamo detti: perché non provare anche con il crowdfunding?”. L’iniziativa “Un biglietto per Nanjing – Aiutateci a volare in Cina” lanciata online ha raggiunto e superato la soglia dei 3mila euro e permesso al gruppo di avere almeno un aiuto. “Siamo stati molto sorpresi dal successo della raccolta – dice Matteo – anche se poi la gran parte delle spese le abbiamo comunque messe di tasca nostra”. Ma la fiducia dei sostenitori è stata ampiamente ripagata: il gruppo Diamante è tornato a Fiumicello con al collo la medaglia di bronzo.
Un successo che si aggiunge a quelli degli altri azzurri, perché l’Italia su rotelle, sconosciuta ai connazionali, è in realtà la nazione più forte al mondo. Dal Veneto, dal Friuli, come dal resto del Nord Italia e da Roma, vengono pattinatori che conquistano medaglie su medaglie. “Atleti di talento nascono in tutta la Penisola”, spiega Matteo. Solo nella sua specialità, quella Gruppi, “Spagna e Portogallo stanno diventando sempre più forti”. “Nella nostra categoria – continua – c’è una squadra di Barcellona, Olot, che ha vinto più di dieci titoli mondiali. Vorremmo provare a dargli magari un po’ di fastidio, poi vedremo”. Dopo il crowdfunding, il bronzo, l’oro tricolore, è questo il prossimo obiettivo dei 24 ragazzi di Fiumicello: sfidare gli spagnoli ai prossimi mondiali di ottobre, in Francia. E questa volta, almeno la trasferta sarà più economica.
“Io non mollo e da quest’anno ho iniziato pure a fare l’allenatore”, assicura Matteo. Ora a pattinare al suo fianco ci sono anche altri tre maschi: “Non sono più l’unico ragazzo. Fare pattinaggio viene associato all’essere gay e quindi si viene presi in giro, questa è la verità. Ma fortunatamente la situazione sta migliorando”. Lui stesso racconta che all’inizio “dicevo in giro che facevo nuoto invece che pattinaggio. In realtà ho cominciato perché sui pattini si va veloce, ti sembra di volare, e oggi sono orgoglioso e felice”. Con le compagne e i nuovi compagni è cominciata la caccia all’oro mondiale e a qualche sponsor che possa finalmente sostenerli. La coreografia di quest’anno si chiama “Homo homini lupus” e ricorda a tutti di “diffidare da chi si traveste da agnello, perché alla fine sono loro i lupi”, spiega Matteo. I pluricampioni di Barcellona sono avvisati.