“Il Movimento 5 Stelle è nato per cambiare e migliorare il paese, non per lucrare. Ed io e Casaleggio ci abbiamo rimesso”. In un’aula minuscola del Tribunale di Napoli Nord, stamane Beppe Grillo ha deposto al processo per diffamazione nato da una querela di Gianroberto Casaleggio e della Casaleggio Associati nei confronti dell’attivista della Terra dei Fuochi Angelo Ferrillo, accusato di aver postato sui social network nell’ottobre 2014 commenti su un “fallito e truffattore” sotto a una discussione collegata alle politiche grilline, commenti che Casaleggio ritenne diretti alla sua persona.
In quei mesi Ferrillo era in gara per una candidatura al consiglio regionale della Campania (l’attivista fu cacciato ed eliminato dalle liste quando aveva già superato la scrematura delle votazioni online). L’avvocato dell’imputato, Marco De Scisciolo, ha citato come testimone il fondatore del M5s per chiarire alcuni aspetti dell’espulsione di Ferrillo, conseguente alla pubblicazione di quei commenti. E Grillo, oltre a confermare la paternità di quell’allontanamento (“toccava a me espellere”), ha risposto a domande che hanno provato a ricostruire anche i rapporti economici tra il suo blog personale, il movimento politico e la Casaleggio Associati che gestisce le piattaforme informatiche dove si decidono candidature e vita del M5s.
“Il Movimento è nato dall’idea di due persone di successo – ha detto Grillo – che stavano benissimo e non avevano particolarità necessità, come me e Casaleggio, ma solo per dare una mano al Paese. Ci abbiamo rimesso, ma siamo felici di averci rimesso se oggi siamo il primo movimento del Paese. E non consento a nessuno di rovinare una cosa bella”. Grillo ha spiegato che “non c’è mai stato nessun rapporto economico tra il movimento e la Casaleggio associati” al contrario del suo blog personale “per il quale ero un cliente”. La deposizione non è stata priva di tensioni. Grillo ha detto di non conoscere Ferrillo e di averlo visto stamane in aula per la prima volta. Ferrillo gli ha urlato del ‘bugiardo’ ed è stato redarguito dal giudice Annamaria Ferraioli: “Stia zitto o l’allontano dall’aula”. All’uscita, Ferrillo ha affermato di essere salito su un palco con Grillo e con Roberto Fico a una manifestazione a Napoli nel 2008, quando il movimento era agli albori e con pochissimo seguito. La tensione è proseguita anche fuori al Tribunale. Ferrillo ha provato a impedire l’uscita in taxi di Grillo sventolando un cartello con la scritta “Fondi pubblici dove sono” e urlandogli: “Grillo dove sono i fondi del blog?’ Il taxi si è fatto largo solo grazie all’intervento dei carabinieri. Nella scorsa udienza furono sentiti Davide Casaleggio e Alessandro Di Battista. Resta confermata l’intenzione di sentire come testimone anche Luigi Di Maio: verrà convocato per la prossima udienza fissata a giugno.