Televisione

Fabrizio Frizzi morto, dagli esordi nella tv per ragazzi fino all’Eredità: 35 anni di carriera con quella sua risata travolgente

Un Corrado in formato anni Ottanta/Novanta, il controcanto di Bonolis in Rai (e viceversa, per carità), Frizzi è stato, per chi ha dovuto passare la sua infanzia e adolescenza spesso davanti ad un televisore, un volto rassicurante e bonario, una specie di maestro Manzi dei ragazzini a cui non bastava solo l’angolo ricreazione di Bim Bum Bam

di Davide Turrini

Praticamente davanti a lui c’era solo Pippo Baudo. Fabrizio Frizzi, morto a Roma all’età di 60 anni, più di 65 programmi tv tra strisce quotidiane e speciali prime time in 35 anni di tv, ce lo ricorderemo con quella risata improvvisa e incontrollata con cui rispondeva spesso a concorrenti e ospiti in studio nelle sue trasmissioni. Mai volgare, sempre allegro e spiritoso, diligente e attento a non distruggere il senso della sua presenza e il significato del lavoro dei suoi autori. Un Corrado in formato anni Ottanta/Novanta, il controcanto di Bonolis in Rai (e viceversa, per carità), Frizzi è stato, per chi ha dovuto passare la sua infanzia e adolescenza spesso davanti ad un televisore, un volto rassicurante e bonario, una specie di maestro Manzi dei ragazzini a cui non bastava solo l’angolo ricreazione di Bim Bum Bam.

Metta il dito qui sotto chi non ricorda lo splendore di un programma come Tandem. Tra il 1982 e il 1987 l’ancora 24enne Frizzi all’interno di Tandem conduce con Enza Sampò, poi con Marco Dané, il celebre gioco a quiz Paroliamo che diventerà subito un gioco di società “serio” concorrente effimero dello storico Scramble/Scarabeo. Nell’85/86 sempre su Rai2 l’ulteriore trampolino di lancio per il ragazzo romano che incontra Rita Dalla Chiesa (sposata nel ‘92 e da cui ha divorziato nel ’98) alla conduzione di Pane e Marmellata uno dei contenitori per ragazzi simile ovviamente ai programmi lancio dei cartoni animati sulle tv private. Frizzi sembra apparentemente un ragazzone un po’ goffo, ma ispira un senso di sincera fiducia che tramuta gradualmente in signorile professionalità alla conduzione per un target che diventa quello delle famiglie.

Eccolo allora tra il 1988 e il 1990 condurre Europa Europa il programma su Rai1 di prima serata al sabato sera, con a fianco Elisabetta Gardini. Un format curioso di intrattenimento sulla cultura europea (qualcosa che oggi non potrebbe condurre nemmeno Fabio Fazio) che conteneva una sorta di quiz “interattivo” tra tv e spettatori che per qualche tempo fece concorrenza in fatto a popolarità ai fagioli della Carrà. Il giochino consisteva nel chiamare un numero pescato a caso dall’elenco telefonico, e se dall’altra parte si sollevava la cornetta e si rispondeva “Europa Europa”  si vinceva un premio in denaro. Facile, semplice, ma con un sottotesto obbligato di ascolto e conoscenza legato ai temi trattati e seguiti durante il programma. Per Frizzi si presenta così l’ulteriore occasione di diventare uno dei volti chiave della tv italiana. Grazie all’autore Michele Guardì finisce alla conduzione della piazza de I fatti vostri, nella fascia del pranzo su Rai2 dal ’90 al ’92, e poi nel prime time del sabato sera di Rai1 con Scommettiamo che? (1992-2003), cioè nello spazio nazionalpopolare che negli anni ottanta occupò Fantastico.

Milly Carlucci, Afef, Valeria Mazza sono le sue partner sul palco del Delle Vittorie. Probabilmente è in questo periodo che Frizzi diventa una delle star tv più amate e apprezzate della tv pubblica italiana, tanto da arrivare a condurre per quindici anni di seguito a cavallo tra il vecchio e il nuovo millennio l’importantissima serata di incoronazione di Miss Italia. Successo che non riesce a mantenere oltre i primi anni duemila. Da un lato perché in Rai, dove ha fatto voto professionale devozionale e autentico dal momento che mai lo si vedrà nei palinsesti delle tv private, si affolla l’elenco di conduttori anonimi, fai da te, spesso dall’entusiasmo artificialmente contagioso; dall’altro perché la tv, anche pubblica, cambia radicalmente e comincia a proporre game show che poco hanno a che fare con quel sottofondo di sapere e conoscenza che permaneva anche nell’ilarità generale di giochi e prove buffe (si veda quelle di Scommettiamo che?) nei programmai condotti da Frizzi. Sotto questo aspetto uno come Bonolis fu più accorto, o meglio si ritrovò in sintonia con il cambiamento di stile, grazie al suo approccio più personalizzato ed aggressivo al piccolo schermo. Tanto che Frizzi nei primi anni duemila mentre imperversavano i Ciao Darwin quasi scomparve per poi tornare tra il 2005 e il 2010 nella fascia più scomoda della mattina con Cominciamo bene (Rai3) e anche lui a condurre la fascia pre serale con i game show La botola, Soliti Ignoti, e tra il 2014 e il 2017 L’eredità, timone che ha governato fino al malore che l’ha colpito qualche mese fa.

La contagiosa gioiosità alla Frizzi ha corrisposto ad altrettante etiche e onestissime missioni tv come le lunghe maratone di Telethon, ma anche la tante Partite del cuore con match di calcio tra nazionali cantanti, piloti e celebrità varie lanciate in diretta tv nel prime time per raccogliere fondi per la ricerca medico-scientifica. Un cuore grande quello di Frizzi, tifoso rossoblù targato Bologna calcio che gli permise, pur essendo ufficialmente tifoso romanista, di essere graditissimo conduttore della storica festa del centenario della squadra di calcio felsinea nel 2009 proprio sul prato dello stadio Dall’Ara. Seconde nozze con Carlotta Mantovan nel 2014 dopo dieci anni di fidanzamento; una figlia, Stella, che oggi ha 5 anni, e un fratello, Fabio, autore di sigle dei programmi tv e soprattutto di film come Fantozzi e Febbre da cavallo, Frizzi non ha mai dato fastidio a nessuno. Sempre un gradino oltre e di lato, rispetto alle gomitate e alle invidie tra colleghi e direttori di rete. E probabilmente per questo non ha mai potuto godere di una popolarità prolungata nel tempo, come di ottenere un grande palcoscenico come quello di Sanremo, dovendosi accontentare perfino di comparsate da concorrente a Ballando sotto le stelle o nel mostruoso Tale e Quale show. Capita anche ai migliori. Anche a quelli seri, dignitosi, e mai gradassi come Fabrizio Frizzi.

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