“Il rafforzamento di Roma è essenziale”. Mentre gli occhi sono tutti puntati sulle trattative in vista del governo, il leader della Lega Nord Matteo Salvini, in un’intervista a il Messaggero, parla del ruolo della Capitale e della possibilità di spostare alcuni ministeri al Sud. Dichiarazioni accolte subito con favore dalla sindaca M5s di Roma Virginia Raggi. “Finalmente più poteri a Roma Capitale. Ciò è condivisibile”, ha dichiarato. Sullo stesso tono anche il capogruppo 5 stelle in Campidoglio Paolo Ferrara: “Se il Pd capisse che tutti i voti che ha perso sono addebitabili alla loro capacità di parlare sempre a vanvera resterebbe zitto. Stiamo chiedendo più poteri da un anno: il Partito democratico al governo non ha investito un euro su Roma”. E ha concluso: “La sindaca ha ufficialmente chiesto al governo i decreti attuativi della legge istitutiva di Roma Capitale. Così come ha chiesto la nomina a commissario per il debito straordinario. Il Pd ha sempre detto no”.
Per il segretario del Carroccio “quello che non era maturo vent’anni fa, adesso lo è”, ha dichiarato sottolineando il cambio di rotta sulla “questione romana” in una intervista al Messaggero. “In un sistema federalista ma anche di tipo presidenzialistico il rafforzamento di Roma è essenziale perché se i territori contano di più anche lo status della Capitale deve cambiare”. Salvini però si è spinto più in la immaginando persino una delocalizzazione a sud di alcuni ministeri, “per esempio quello delle Infrastrutture potrebbe andare a Napoli o a Bari”. Ma su questo le reazioni sono state tiepide a partire dal collega di coalizione Fabio Rampelli (Fdi): “Occorrerà lavorare più sul trasferimento delle risorse, dei beni e dei poteri che su quello dei ministeri”, ragiona. Varie le posizioni del Pd. Dal segretario romano Andrea Casu che taccia la sindaca di “avere a cuore gli interessi del M5s e l’accordo con la Lega più di quelli di Roma e dei romani”, al deputato Roberto Morassut che chiede di partire dalla proposta depositata in Parlamento sin dal 2013 che “riduce a 12 le regioni italiane e istituisce la Regione di Roma Capitale”.
Lo scambio a distanza ha fatto rumore soprattutto in un momento in cui tutti gli occhi sono puntati sulle trattative tra le forze politiche e dopo il dialogo tra i 5 stelle e la Lega per l’elezione dei presidenti delle Camere. In realtà la questione della Capitale è molto più ampia e nei mesi scorsi più volte Virginia Raggi si era scontrata con il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda. A lui inviò una lettera, in occasione del tavolo per il rilancio della Capitale, chiedendo “una semplificazione normativa e amministrativa che garantisca una dignità istituzionale adeguata alla Capitale del Paese”. E la Raggi era tornata a ribadirlo anche durante la recente campagna elettorale rivolgendosi al premier Paolo Gentiloni che aveva criticato la sua azione amministrativa: “Per governare questa città servono i poteri che hanno tutte le altre grandi capitali d’Europa”.