“Corrispondenza di amorosi sensi tra Lega e M5S? Parliamone. Io mi ricordo un Di Battista spietato con Salvini quando quest’ultimo votò il Rosatellum cinque mesi fa. In realtà, hanno molte più cose in disaccordo che quelle in comune”. Così si pronuncia a Otto e Mezzo (La7) il giornalista de Il Fatto Quotidiano, Andrea Scanzi, sui prossimi scenari governativi, in un confronto con l’ex direttore de Il Corriere della Sera, Paolo Mieli. E aggiunge: “A oggi il M5S, se vuole andare al governo, e non è detto che ci voglia andare, ha due strade: o governa con il centrosinistra, ammesso che esista, o governa con la Lega senza Berlusconi. Chi in questi giorni ha parlato di Grillusconi, secondo me, sta dicendo una sciocchezza titanica”. “Non sono d’accordo”, commenta Mieli. Scanzi spiega: “Un’alleanza tra M5S, Lega e Berlusconi è una ipotesi che escludo categoricamente. Se il M5S accetta di fare un governo all’interno del quale ci sia anche Forza Italia, il movimento è morto. Ricordo anche che, quando Renzi diventò presidente del Consiglio, la prima cosa che fece fu incontrare Berlusconi, dando vita al patto del Nazareno. Quando Di Maio, vinte le elezioni, ha avuto la possibilità concreta di diventare presidente del Consiglio, a domanda diretta di Berlusconi per incontrarsi ha risposto: ‘Neanche morto'”. Mieli non esclude invece un governo Di Maio-Salvini con il resto del centrodestra: “Ad esempio, il presidente del Consiglio può essere Raffaele Cantone, Salvini e Di Maio vicepresidenti del Consiglio e magari con ministeri importanti, poi uno o due ministeri meno rilevanti a esponenti di Forza Italia, come la Bernini. Non è ovviamente un governo Grillo-Berlusconi”. Scanzi dissente: “Questa ipotesi non sarebbe mai accettata né dall’elettorato del M5S, né da larga parte dei parlamentari. Il governo Di Maio-Salvini è plausibile solo se inteso come governo di scopo dalla durata di un anno per fare una nuova legge elettorale e altre cose estremamente redditizie anche in termini elettorali, come il taglio dei vitalizi. Poi nel giro di sei mesi o un anno si torna al voto”. Il giornalista del Fatto, infine, si esprime sul presidente della Repubblica: “Secondo me, Mattarella la prima volta darà l’incarico a Salvini, che non farà nulla. Al secondo giro l’incarico sarà dato a Di Maio, che non farà nulla. Il terzo giro sarà quello buono. Però Mattarella, prima di questo governo Salvini-Di Maio a breve termine, per me proverà in tutti i modi a far scendere dall’Aventino il Pd o comunque a fargli capire che c’è uno spiraglio”
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