La Lega Nord vuole discutere del premier e tenere compatta la coalizione, il Movimento 5 stelle non intende mettere in discussione l’incarico a Luigi Di Maio e soprattutto si rifiuta di sedersi al tavolo con Silvio Berlusconi. Nonostante l’intesa che ha portato alle elezioni dei presidenti delle Camere, il dialogo fra Carroccio e grillini resta bloccato su alcuni ostacoli che, per ora, sembrano insormontabili. Lo strappo di oggi è arrivato da Matteo Salvini che, nella puntata di Porta a porta, ha risposto alle dichiarazioni dei grillini che non intendono indietreggiare sul nome di chi deve formare il governo: “Se Di Maio dice o io premier o niente, non è il modo giusto per partire”. E se vuole fuori Forza Italia è un “arrivederci”? “E’ chiaro, assolutamente sì”. A lui ha risposto il Capo politico M5s con una nota pubblicata sul Blog delle Stelle: “Non è una questione personale, ma la volontà popolare”. Quindi, stando così le cose, è pronto a ricominciare da zero: “Prima che inizino le convocazioni dei gruppi, incontreremo tutte le forze politiche. L’obbiettivo degli incontri è vedere chi è interessato a risolvere i problemi degli italiani e chi invece passa il tempo a pensare alle beghe interne dei partiti o delle coalizioni. Mi aspetto responsabilità da parte di tutti”. I segnali dai 5 stelle sono chiari, tanto che solo ieri i capigruppo avevano pubblicato una nota in cui ribadivano che per l’elezione di Roberto Fico alla Camera sono mancati una sessantina di voti di Forza Italia, segno, per loro, che non sono in grado di mantenere compattezza interna.
Salvini: “La Lega ha già fatto passi indietro”
Il leader del Carroccio, che da giorni dava segnali di avvicinamento ai 5 stelle, nella puntata di Porta a porta ha criticato le condizioni messe dai grillini: “Non puoi andare al governo dicendo o io o niente, altrimenti che discussione è?”, ha dichiarato. La Lega “ha già fatto passi indietro” per far partire il lavoro della Camere “ma non è che possiamo fare passi indietro su passi indietro”. Per si tratta di rispetto della “democrazia”: “Il premier deve essere espressione della volontà popolare”, si legge nel suo post. “Il 17 per cento degli italiani ha votato Salvini premier, il 14 Tajani premier, il 4 Meloni premier. Oltre il 32 per cento ha votato il Movimento 5 stelle e il sottoscritto come premier. Non mi impunto per una questione personale, è una questione di credibilità della democrazia. E’ la volontà popolare quella che conta. Io farò di tutto affinché venga soddisfatta”. Quindi l’attacco diretto agli avversari: “Se qualche leader politico ha intenzione di tornare al passato creando governi istituzionali, tecnici, di scopo o peggio ancora dei perdenti, lo dica subito davanti al popolo italiano”. Comunque è presto per avere certezze, anche perché in casa centrodestra dovranno prima capire se condividono unità di intenti e se riusciranno a restare compatti: “Io e Di Maio”, ha rivelato Salvini, “settimana prossima ci vedremo in campo neutro, ci troveremo o alla Camera o al Senato“. Quindi il fronte non è completamente chiuso: “Di Maio lo conoscevo poco, e conoscevo poco i Cinque Stelle. In questi giorni di ascolto ho trovato persone ragionevoli e costruttive, è chiaro che adesso ci sono le schermaglie poi conto che intorno a un tavolo si possa ragionare di futuro”.
Le trattative vere e proprie per l’esecutivo sono ancora in alto mare e partiranno ufficialmente dopo gli incontri con il Quirinale. La Lega Nord spinge perché si arrivi a una soluzione il prima possibile: “Siamo a fine marzo, spero che entro un mese qualcuno possa giurare al Quirinale. Farò di tutto perché abbiamo un governo serio il prima possibile”. Il leader del Carroccio ha anche detto di non voler fare “grandi intese”: “Non lavoro per andare a votare, ma sicuramente non mi fa paura. Io vado al governo se posso fare, escludo come unica cosa governi di grandi intese con tutti dentro per fare qualcosa, o riesco a fare il 90% di quello che mi sono proposto oppure” non se ne fa niente. Salvini quindi, sempre nel corso della puntata di Porta a porta, ha parlato delle sue priorità sui programmi: “Tutte le persone che sto incontrando mi dicono ‘adesso passate dalle parole ai fatti’, il mio obiettivo è la cancellazione della Fornero, la riduzione delle tasse, il controllo dei confini, l’espulsione dei clandestini. Da quello riparto, lo proporremo come centrodestra unito, la coalizione che ha vinto è una squadra. Da soli non si va lontano. Io sono pronto, c’è una squadra pronta”. Per il leghista l’arco di tempo in cui realizzare il piano è quello di 12 mesi: “Entro il primo anno di governo le proposte diventano realtà. Aboliremo la legge Fornero. Non dico che lo faremo dalla sera alla mattina ma gradualmente” e comunque “entro il primo anno di governo“.
Nel corso dell’intervista ha anche parlato del taglio dei vitalizi, una delle priorità espresse dal Movimento 5 stelle. “Se vado verso un sistema pensionistico totalmente contributivo, deve valere anche per la politica e lo faccio anche retroattivamente, non è possibile che ci siano deputati o senatori che lo hanno fatto magari per 1 anno e che sono in pensione da tempo per 2-3 mila euro, è immorale. Non salva i conti del Paese, ma è un segnale”. E, aggiunge “penso che si possa dare una bella sforbiciata” anche alle scorte: “Ce ne quasi 600, in Germania e in Gran Bretagna non più di 40”.
Di Maio: “E’ finita l’epoca dei governi non votati da nessuno”
Poco dopo le frasi di Salvini, è intervenuto Di Maio, pubblicando una nota sul blog delle Stelle. “Come abbiamo detto in campagna elettorale”, si legge, “è finita l’epoca dei governi non votati da nessuno. Non mi impunto per una questione personale, è una questione di credibilità della democrazia. E’ la volontà popolare quella che conta. Io farò di tutto affinché venga soddisfatta. Se qualche leader politico ha intenzione di tornare al passato creando governi istituzionali, tecnici, di scopo o peggio ancora dei perdenti, lo dica subito davanti al popolo italiano“.
Secondo Di Maio si tratta di difesa della volontà popolare: “Il Movimento 5 stelle vuole risolvere i problemi degli italiani, come abbiamo raccontato in campagna elettorale. Per farlo, come ho ripetuto per mesi, siamo disponibili a parlare con tutti dei temi e definire una volta per tutte come realizzare quello che gli italiani hanno chiesto con il voto del 4 marzo. Hanno deciso inequivocabilmente per un governo di cambiamento”. Quindi, “il primo passo verso il cambiamento è stata l’elezione di Roberto Fico. Roberto appena eletto ha deciso di non cambiare le sue abitudini e di rinunciare all’indennità mensile di oltre 4.000 euro: è stato il primo Presidente della Camera a farlo ed è un grande orgoglio per me e per tutto il gruppo del MoVimento 5 Stelle averlo votato. Domani e dopodomani si voteranno gli uffici di Presidenza di Senato e Camera e l’obbiettivo principe dei nostri là dentro sarà l’abolizione dei vitalizi”, ha sottolineato Di Maio che conclude: “Come abbiamo detto in campagna elettorale è finita l’epoca dei governi non votati da nessuno”.