Ventinove ricorsi accolti sui 32 presentati, per un totale di oltre 473mila euro di ristori. È quanto ha deciso l’Autorità nazionale anticorruzione, che nella prima seduta dei collegi arbitrali, era chiamata a valutare le istanze di accesso al Fondo di solidarietà presentate dai risparmiatori che avevano sottoscritto obbligazioni subordinate di Banca Etruria, Banca Marche, Carife e Carichieti, i quattro istituti di credito su cui il governo Renzi intervenne nel 2015 con il decreto salva-banche e poi posti in liquidazione. In tutto le istanze giunte all’Anac sono 1.695.
Le istanze di accesso al Fondo di solidarietà sono state esaminate nella prima seduta dei due Collegi arbitrali istituiti presso l’Autorità, come spiega la stessa Anac in una nota pubblicata on line sul proprio sito. Come stabilito dalle Linee guida, oggetto di giudizio sono stati i ricorsi presentati da risparmiatori ultrasettantenni e con un investimento inferiore ai 50mila euro. Nello specifico, sono state esaminate 21 domande da risparmiatori di Banca Etruria, 6 di CariFerrara, 4 di Banca Marche e 1 di CariChieti. La somma di minor importo che è stata riconosciuta ammonta a 800 euro, la maggiore a 45mila euro. L’ammontare complessivo dei ristori, come detto, è di 473.530,03 euro (pari a una percentuale di accoglimento del 92%): 359.330,03 euro per Banca Etruria, 77.800 euro per Banca Marche, 34.400 euro per CariFerrara, 2mila euro per CariChieti. L’organismo presieduto da Raffaele Cantone, inoltre, ha fatto sapere che a partire dal mese di aprile le riunioni dei Collegi arbitrali avranno frequenza settimanale.
“È stata ristabilita la giustizia nei confronti delle vittime del decreto salva-banche”, ha detto il deputato di Fratelli d’Italia Giovanni Donzelli, che ha ricordato come il suo partito “fin dal primo momento si è schierato a fianco dei risparmiatori truffati dal governo Renzi”. “Ora si pensi anche a tutti i risparmiatori rimasti esclusi da ogni forma di ristoro dal decreto firmato da Renzi”, ha aggiunto Donzelli, a cui ha fatto eco Letizia Giorgianni, candidata con Fdi alle scorse elezioni e soprattutto presidente delle vittime del Salva-banche. “La decisione di oggi è una tappa importante verso la legittima restituzione dei soldi a coloro i quali sono stati ingiustamente azzerati – hanno sottolineato i due esponenti del partito della Meloni – Metteremo subito la questione all’ordine del giorno sul tavolo del prossimo governo. Noi lo abbiamo sempre sostenuto ed oggi è arrivata la conferma dell’organismo preposto: a pagare il salvataggio delle banche non avrebbero dovuto essere i risparmiatori – ha aggiunto – A questo punto i nuovi acquirenti delle banche salvate, che hanno acquistato gli attivi delle banche andate in risoluzione per un solo euro garantiscano titoli infruttiferi agli esclusi da rimborso forfettario e arbitrato”.