Non si conoscono ancora la traiettoria esatta della stazione spaziale cinese Tiangon 1, né il punto nel quale eventualmente impatterà la Terra al suo rientro nell’atmosfera. Un ingresso che è previsto per il giorno di Pasqua alle 10.25 ora di Greenwich, dunque le 11.25 in Italia. E, con i dati ad oggi disponibili, la stazione spaziale o alcuni suoi frammenti hanno lo 0,2% di possibilità di arrivare in una zona compresa tra Lampedusa e la pianura padana emiliana. Nel caso in cui l’impatto riguardasse anche l’Italia, la conferma ci sarà con un preavviso attorno ai 40 minuti, mentre i dati relativi al rientro e alla traiettoria si potranno conoscere solo 36 ore prima.
Allo stato, la stazione spaziale viaggia ad un’altezza compresa tra i 220 e i 200 chilometri e 3/4 volte al giorno, a distanza di 90 minuti l’una dall’altra, sorvola l’Italia. I frammenti che potrebbero raggiungere il suolo terrestre, hanno sottolineato gli esperti dell’Asi, cominceranno a formarsi quando il satellite sarà sceso a circa 120 chilometri. Il punto della situazione è stato fatto dagli esperti dell’Asi, l’Agenzia spaziale italiana, nel corso di un incontro tra il Dipartimento della Protezione Civile e i rappresentanti dei media con l’obiettivo di fornire tutte le informazioni disponibili e mettere a punto le modalità per la diffusione dei successivi aggiornamenti che arriveranno dalla comunità scientifica. Il fatto che l’Italia sia tra le aree del pianeta che potrebbero essere interessate dalla caduta dei frammenti del satellite rende infatti necessaria la massima chiarezza. “Abbiamo finestre temporali molto limitate e dunque – ha sottolineato non a caso il capo della protezione Civile Angelo Borrelli – se le ultime analisi confermeranno la possibilità che frammenti del satellite possano interessare il nostro paese, abbiamo l’esigenza di dare un’informazione più chiara possibile alla cittadinanza. I media avranno dunque un ruolo fondamentale per diffondere le informazioni”.
Proprio per informare al meglio i cittadini, il Dipartimento della Protezione Civile ha pubblicato una sezione ad hoc sul sito istituzionale in cui verranno postati tempestivamente tutti gli aggiornamenti disponibili e dove sono già presenti le norme di autoprotezione, qualora ci si trovi nelle zone interessate dalla caduta dei frammenti. Stare al chiuso anziché all’aperto, lontani da finestre e porte vetrate, evitate sottotetti e prediligere i piani bassi. All’interno degli edifici, i punti più sicuri strutturalmente sono, per gli edifici in muratura, sotto le volte dei piani inferiori e nei vani delle porte inserite nei muri portanti (quelli più spessi), per gli edifici in cemento armato, in vicinanza delle colonne e, comunque, in vicinanza delle pareti.
Il Dipartimento sottolinea inoltre che alcuni frammenti di grandi dimensioni potrebbero sopravvivere all’impatto e contenere idrazina: chi lo dovesse avvistare, non deve toccarlo, si deve mantenere ad una distanza di 20 metri e lo deve segnalare immediatamente alle autorità competenti.