Donald Trump ci sta abituando a isolare singoli prodotti dell’ampio spettro commerciale per giustificare ritorsioni laddove i prodotti fatti in casa subiscono una più aspra concorrenza. Da questo punto di vista i pericoli non vanno sottovalutati, perché tra sanzioni, ritorsioni, dazi, il mondo si prepara a conflitti via via più insanabili e tutti a spese dei Paesi più indigenti.

Nell’ultimo post ho voluto ricondurre l’attenzione al gas e al petrolio, tradizionali “dominus” di tutte le guerre virtuali, commerciali e – soprattutto – autentiche dei secoli industriali. Ora vorrei mettere in luce come tutti gli scambi energetici smussati sotto Barack Obama siano diventati fonte di grande tensione sotto Trump.

Secondo il segretario al Commercio degli Stati Uniti Wilbur Ross, il gas naturale liquefatto (Lng o Gnl) sarebbe una delle soluzioni per ridurre il deficit commerciale della Cina con gli Stati Uniti. Infatti, in un’intervista con Bloomberg TV, Ross ha suggerito che la Cina potrebbe deviare i suoi acquisti di Gnl verso gli Stati Uniti al fine di non solo diversificare le sue fonti di Lng ma anche ridurre il deficit, che ha raggiunto 375 miliardi di dollari l’anno scorso.

Quanto Lng potrebbe davvero e in effetti contribuire a risolvere il problema e quanto non entrerà nella trattativa sulla riduzione dei dazi e dell’acciaio asiatico? Facciamo qualche conto.

Quest’anno la Cina consumerà 44 milioni di tonnellate (MMt) di Gnl, il doppio della capacità di esportazione degli Usa verso tutti i Paesi (che è di 22 MMt). Se la Cina acquistasse per intero il gas americano, ciò rappresenterebbe 6,7 miliardi di dollari di entrate (ipotizzando un prezzo Lng di 3$ + 115% di Henry Hub, che è il prezzo attualmente utilizzato dagli Lng degli Stati Uniti). In base a questa quantità proposta il deficit si ridurrebbe al 2%.

Si noti che Henry Hub è un hub di distribuzione sul sistema di gasdotti a Erath, in Louisiana, di proprietà di Sabine Pipe Line Llc, una controllata di En Link Midstream Partners Lp che ha acquistato il bene da Chevron Corporation nel 2014. A dimostrazione del ruolo principale di esportatore di gas degli Stati Uniti, per la sua importanza Henry Hub presta il suo nome al punto di prezzo per i contratti future sul gas naturale.

Bloomberg New Energy Finance prevede che le importazioni di Gnl della Cina cresceranno fino a 82 milioni di tonnellate entro il 2030. Se tutto questo venisse acquistato dagli Stati Uniti, potrebbe contribuire con 27,7 miliardi di dollari al risanamento della bilancia commerciale degli Stati Uniti.

Naturalmente, questo ignora che la Cina (e gli Stati Uniti) hanno impegni che sarebbero difficili da rompere con la maggior parte del loro partner. Gli Stati Uniti hanno già venduto 13 milioni di tonnellate delle esportazioni del 2018 e la Cina ha contratto 42 milioni di tonnellate di importazioni da diversi produttori. Ciò lascia 2MM di volume di esportazione di riserva, all’incirca uguale alla quantità che gli Stati Uniti hanno esportato in Cina nel 2017 e che vale 613 milioni di dollari.

Allo stesso modo, solo il 40% delle importazioni cinesi del 2030 non è sotto contratto. Se la Cina avesse acquistato tale volume da una produzione degli Stati Uniti a prezzo ribassato, ciò comporterebbe un ricavo di $ 13,5 miliardi. Le cose, come si vede, sono assai complicate e sono regolate da rapporti di potere, di dipendenza, di facilities sul mercato.

Quindi le spedizioni di Gnl possono risolvere il deficit commerciale tra Cina e Stati Uniti? No. Potrebbero aiutare? Sì. Aumenteranno? Probabilmente. Gli esportatori statunitensi stanno già sollecitando gli acquirenti cinesi e la Cina sta cercando di diversificare le importazioni dall’Australia e dal Qatar, i suoi attuali fornitori primari. Proprio il mese scorso, PetroChina ha firmato il primo contratto di Lng a lungo termine della Cina per il gas degli Stati Uniti con Cheniere Energy. Questa tendenza continuerà probabilmente con l’espandersi del mercato degli Gnl negli Stati Uniti.

Importazioni di GNL della Cina, per fornitore
Fonte: Bloomberg New Energy Finance. Ufficio nazionale di statistica, dogana cinese. Queste sono le previsioni, che influenzeranno anche i dazi sul metallo che viaggia all’inverso dai mari della Cina
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