“Assassino, torturatore, i compagni non dimenticano”, la data del 28 marzo 1980 e il simbolo della falce e martello. È la scritta lasciata nella notte con la vernice rossa a imbrattare il murale dedicato al generale Carlo Alberto Dalla Chiesa nel quartiere Ortica a Milano. Il riferimento è al giorno in cui i carabinieri guidati da Dalla Chiesa fecero irruzione in un appartamento usato come base dalle Brigate Rosse in via Fracchia a Genova. Nel blitz furono uccisi tre brigatisti e la proprietaria dell’appartamento.
“Un gesto vigliacco compiuto nella notte, un atto grave che condanniamo perché non si tratta di semplici murales, ma di testimonianze pubbliche della nostra memoria: sono tracce del passato, anzi orme da seguire, per costruire una città migliore”, ha commentato su Facebook il sindaco di Milano, Giuseppe Sala.
Un gesto che, come dice Libera, non arriva “casualmente, a pochi giorni dal 21 marzo quando a Milano e in tutta Italia si è celebrata la Giornata della memoria in ricordo delle vittime innocenti delle mafie. È un tentativo meschino di deturpare la memoria di uno degli uomini che hanno letteralmente dato la loro vita per difendere il nostro Paese da mafia e terrorismo. Gesti ignobili come questo rendono ancora più forte il nostro impegno quotidiano in difesa della memoria delle vittime di ogni criminalità. Tutta la nostra profonda solidarietà alla famiglia dalla Chiesa, e al nostro presidente onorario Nando Dalla Chiesa“. Un episodio simile era accaduto sempre a Milano il 12 febbraio scorso, quando era stato vandalizzato il murales dedicato a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, in corso di Porta Ticinese.