La poliziotta Clarice del celebre romanzo e film Il silenzio degli innocenti (in inglese in realtà “Il silenzio degli agnelli”) fin da piccola è rimasta turbata da una scena a cui ha assistito nel ranch in cui viveva. Ha sentito urlare e belare disperatamente gli agnelli dalla stalla e affacciatasi furtivamente ha visto come li stessero uccidendo. Quel trauma infantile che le ha condizionato la vita viene riportato a galla da Hannibal Lecter, che in una celebre parte del film le chiede se nella sua testa quegli agnelli abbiano mai smesso di belare.
E in Italia una simile scena si ripete, con numeri molto più grandi, quando si avvicina la Pasqua e centinaia di migliaia di questi piccoli animali vengono macellati e consumati per tradizione.
Per mostrare come arrivano quegli agnelli sulle tavole degli italiani abbiamo deciso di tornare a documentare il dietro le quinte, quello che non si vede dietro al prodotto finito o alla carne nelle macellerie: il belare dei piccoli, la loro paura, lo smarrimento, il dolore.
Le nostre telecamere nascoste sono riuscite a riprendere anche quest’anno l’interno di due macelli del centro Italia, proprio due settimane fa. Gli agnelli che si vedono nel video, scaricati brutalmente dai camion, storditi e uccisi, in questi giorni sono probabilmente esposti in un qualche supermercato italiano. Loro purtroppo hanno smesso di belare.
Il video oltre a mostrare inevitabili scene di sofferenza degli animali, porta alla luce ancora una volta irregolarità ben diffuse. In questo caso gli operatori stordiscono e poi sgozzano gli animali in gruppo, uno di fronte all’altro. I piccoli vedono i propri fratelli cadere a terra e contorcersi. Non è la prima volta che in un macello ovino riscontriamo tale pratica irregolare, l’avevamo già mostrata lo scorso anno con una simile indagine, diffusa anche dal Tg1.
Il numero di agnelli uccisi per la Pasqua è però in diminuzione costante e da dieci anni a questa parte si è praticamente dimezzato, passando da 730.000 a meno di 380.000 animali, con un calo del 10% solo nel 2017. Il motivo è la crescita di sensibilità degli italiani, che non portano questi teneri cuccioli sulla loro tavola e rinunciano a una tradizione, dimostrando che si può festeggiare benissimo senza dover rimanere ancorati al passato.
Si calcola che oggi circa 7 famiglie italiane su 10 non mangeranno infatti agnello a Pasqua. E questo è un risultato delle campagne di sensibilizzazione e delle indagini come la nostra, che mostrano una scomoda realtà altrimenti tenuta ben nascosta.
Un segno ulteriore di un cambiamento culturale nella nostra società, che inizia considerando sempre più strano mangiare agnelli, cavalli e conigli, specie tipiche della tradizione italiana il cui consumo ha avuto un calo vertiginoso negli ultimi anni. E che poi forse porterà un simile disagio anche rispetto agli altri animali, quando si capirà che in fondo non solo gli agnelli, ma tutti quelli che mangiamo sono cuccioli.