L'allenatore lombardo aveva 71 anni e dal 2011 lottava contro un male incurabile. Nella sua carriera ci sono state tante panchine, ma ha fatto la storia a Bergamo e nel club granata. Indimenticabile la sedia agitata in aria ad Amsterdam per protestare contro l'arbitro nella finale di ritorno di Coppa Uefa 1992
Ha combattuto per sette anni contro un male incurabile: una lotta in cui ha vinto e ha perso, ma sempre con serenità e con quella inconfondibile arguzia che lo ha reso un volto familiare per gli appassionati di calcio. Perché Emiliano Mondonico, morto oggi a 71 anni, quello era: un grande allenatore, un’ottima persona. In panchina, le sue perle migliori sono state a cavallo tra gli anni ’80 e ’90 alla guida dell’Atalanta e del Torino. L’immagine indelebile che legherà per sempre il tecnico alla storia granata e a quella del pallone made in Italy è del 1992: 13 maggio, finale di ritorno di Coppa Uefa contro l’Ajax ad Amsterdam (che il Torino perderà pareggiando entrambe le partite: 2-2 in casa, 0-0 in Olanda), l’arbitro Zoran Petrovíc è una sorta di Moreno in salsa balcanica. Mondonico si arrabbia. A modo suo. Prende una sedie e la agita in aria in segno di protesta. Venne squalificato per una giornata, ma non sconterà mai quella pena. Che era ingiusta come l’arbitraggio.
Nato a Rivolta d’Adda, in provincia di Cremona, il 9 marzo del 1947, Mondonico era ricoverato da qualche giorno a Milano. Calciatore talentuoso e incostante, ha vestito le maglie di Cremonese, Torino, Monza e Atalanta durante gli anni ’70. Appesi gli scarpini al chiodo, ha iniziato ad allenare le giovanili della Cremonese. La società grigiorossa gli ha affidato la prima squadra nel corso del campionato di Serie B 1981-1982. Nel 1983-1984 ha contribuito allo storico ritorno dei lombardi in A dopo 54 stagioni. Nel 1986 è passato al Como, col quale ha ottenuto un nono posto in A. Nella stagione 1987-1988 fu ingaggiato dall’Atalanta, in B. Dopo una immediata promozione in massima categoria, guidò la formazione bergamasca in un’esaltante esperienza in Coppa delle Coppe, conclusa in semifinale di fronte ai belgi del K.V. Mechelen che poi vinse la competizione contro l’Ajax.
Era l’Atalanta di Stromnberg e Caniggia, una squadra dal gioco brillante ed efficace. Nelle due stagioni successive ottenne un sesto e un settimo piazzamento in A, con la qualificazione alla Coppa Uefa. Ma è alla guida del Torino, che Mondonico si affermò definitivamente come uno dei migliori interpreti della scuola degli allenatori italiani. Tra il 1990-1991 e il 1993-1994 sedette sulla panchina granata in Serie A ottenendo i migliori risultati della sua carriera: quinti nel 1991, i granata nella stagione successiva conclusero terzi e disputarono la finale di Coppa Uefa, persa a beneficio dell’Ajax, pur non conoscendo sconfitta nella doppia finale. Nel ritorno di Amsterdam è passato alla storia l’episodio della sedia agitata in aria, in segno di protesta verso l’arbitraggio ritenuto da lui particolarmente sfavorevole. Il Mondo venne squalificato per una giornata, penalità mai scontata. Nel 1992-93 sempre con Mondonico in panchina il Torino vinse la Coppa Italia battendo in finale la Roma.
Tornato all’Atalanta nel 1994-95, riportò subito i bergamaschi in A, traghettandoli anche verso la finale di Coppa Italia 1995-96, persa contro la Fiorentina. Dopo la retrocessione dei nerazzurri in B, nel 1998-99 Mondonico tornò al Torino, ottenendo una nuova promozione in A. Forse l’unico vero fallimento della sua carriera è stata la retrocessione in B con il Napoli, al termine di una stagione disgraziata. Dopo una parentesi al Cosenza, nel 2004 ottiene la quinta promozione in A della sua carriera (secondo in questa particolare classifica di tuti i tempi) con la Fiorentina, squadra per la quale non ha mai nascosto la sua simpatia. Gli ultimi anni di carriera lo hanno visto alla guida dell’Albinoleffe in Serie B, con un ritorno alla Cremonese in C1 dopo ventuno anni e un’ultima parentesi all’Albinoleffe. Il 29 gennaio 2011 è stato costretto a lasciare temporaneamente la panchina seriana per motivi di salute (per un tumore all’addome): in una conferenza stampa del 13 giugno, il tecnico ha annunciato di dovere temporaneamente lasciare le sue attività lavorative e sottoporsi a ulteriori cure per i problemi di salute. Sconfitto il tumore, nel gennaio 2012 è subentrato ad Attilio Tesser sulla panchina del Novara. Esonerato dopo pochi mesi, di fatto ha concluso la carriera di tecnico ad alto livello alla guida di una squadra di giocatori senza contratto, l’Equipe Lombardia. Negli ultimi anni Mondonico è apparso spesso come opinionista in tv alla Domenica Sportiva, durante gli Europei 2014 e a Sabato Sprint.
L’Atalanta ha voluto ricordarlo così: “In momenti come questo si fa sempre tanta fatica a trovare le parole, forse perché non ce ne sono. Se n’è andato un pezzo importante di storia atalantina, ma mai potrà essere dimenticato. Ciao mister, ciao Mondo“. Tanti i messaggi di cordoglio anche sui social: “Ciao Mondo, sei stato un grande!” scrive su Twitter l’allenatore Roberto Mancini. #Mondonico. “Ciao Mondo, ci mancherai”: così il Torino piange il mister.
Ciao Mondo, ci mancherai. pic.twitter.com/keuAsvBjHQ
— Torino Football Club (@TorinoFC_1906) 29 marzo 2018
Ciao Mondo, sei stato un grande! pic.twitter.com/FXfjwvt1pf
— Roberto Mancini (@robymancio) 29 marzo 2018
Che marzo terribile, se ne va anche #Mondonico.
— Cristiano Militello (@CriMilitello) 29 marzo 2018
“Mondo” ha perso l’ultima battaglia. Ha lottato come un leone contro il cancro, ogni volta un sorriso, un “ce la faccio”. Abbiamo condiviso tanti studi tv ed emozioni. Bruttissimo periodo di sottrazioni.
Aveva un cuore per tutti: Toro, Viola, Atalanta. #EmilianoMondonico pic.twitter.com/U3dpEgIqUp— Ivan Zazzaroni (@zazzatweet) 29 marzo 2018