Le vicepresidenti della Camera e del Senato Maria Edera Spadoni e Paola Taverna seguiranno l’esempio del presidente della Camera Roberto Fico e rinunceranno alle indennità di funzione. Se a Montecitorio l’esempio l’aveva già dato nella scorsa legislatura Luigi Di Maio, vicepresidente della Camera fino allo scioglimento del Parlamento, per il Senato si tratta di una decisione inedita: è la prima volta. Si tratta di scelte che seguono e superano i tagli già effettuati nel mandato 2013-2018 dai presidenti di Camera e Senato Laura Boldrini e Piero Grasso e che creano un clima favorevole ad altre scelte, come quella della presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati che ha rinunciato al volo di Stato.
Alla Camera la Spadoni rinuncerà, dunque, all’indennità di carica e al rimborso delle spese di rappresentanza, oltre che all’auto blu. Resta l’indennità da deputato, pur con i rimborsi dovuti ai regolamenti interni al Movimento Cinque Stelle. “Questa legislatura dovrà essere quella del cambiamento, partendo dall’abolizione dei privilegi” commenta la parlamentare emiliana. Stessa scelta è stata fatta dalla Taverna che si taglierà l’indennità di funzione, cioè 3112 euro al mese (un po’ più di 37mila all’anno, circa 186mila in una legislatura). La vicepresidente di Palazzo Madama ha aggiunto che rinuncerà anche ad altri benefit, come le spese di rappresentanza e l’auto blu “perché già operare in Senato con questo grado di responsabilità è un enorme onore”. “Con il Movimento 5 Stelle – commenta la Taverna su facebook – il Parlamento torna ad essere la casa di tutti i cittadini, quell’istituzione in cui ciascuno può rispecchiarsi. Anche in Senato, grazie a noi, si inizia a dare il buon esempio”.
La presidente del Senato Casellati ha invece rinunciato al volo di Stato nel primo atto dopo l’elezione alla guida di Palazzo Madama. Aveva promesso al figlio Alvise, direttore d’orchestra, di assistere alla Rondine di Giacomo Puccini da lui dirette e così per andare da Roma a Genova ha scelto un volo di linea (oltre a rifiutare il cerimoniale). “La rinuncia al volo di Stato – ha spiegato al Corriere della Sera – è stato un gesto naturale perché ai rappresentanti della politica e delle istituzioni è chiesto di far proprio un concetto di sobrietà per l’utilizzo delle risorse. Per carattere amo stare in mezzo alle persone. Però credo che mi mancherà molto la riservatezza della mia vita privata. Io comunque sono sempre la stessa. Guai se un ruolo cambia o modifica una persona”.