Due funzionari dell’ambasciata italiana sono stati espulsi dalla Russia. A comunicarlo è il ministero degli Esteri di Mosca che ha convocato l’ambasciatore italiano, Pasquale Terracciano. Al ministero si è invece recato Michele Tommasi, consigliere e vice capo missione della diplomazia italiana a Mosca. A quest’ultimo il direttore del Primo Dipartimento Europeo ha consegnato una nota verbale con la quale Mosca formalizza l’espulsione.

È l’ennesima reazione alle misure prese dagli Stati Uniti e da alcuni Paesi dell’Unione Europea legate al caso di Sergei Skripal, l’ex spia russa avvelenata con il gas nervino insieme alla figlia Yulia in Gran Bretagna. La decisione di espellere gli italiani, tra l’altro, arriva nella stessa giornata in cui Mosca ha convocato anche gli ambasciatori di Germania, Francia, Regno Unito, Lettonia, Lituania, Polonia, Repubblica Ceca e Slovacchia. A scriverlo è l’agenzia Ria, mentre Sputnik racconta che un giornalista sul posto aveva visto al ministero l’ambasciatrice francese, Sylvie Bermann, quello tedesco, Ruediger von Fritsch. “Il ministero degli Esteri ha convocato alcuni responsabili delle missioni diplomatiche dei paesi che hanno intrapreso dei passi ostili nei confronti della Russia in segno di solidarietà con la Gran Bretagna a causa del cosiddetto caso Skripal. Agli ambasciatori verranno consegnate note di protesta e verranno annunciate le misure di risposta della parte russa”, scrive lo stesso ministero degli esteri in una nota.

Alla Gran Bretagna, in particolare, Mosca ha dato un mese per “ridurre” (ulteriormente) il numero dei suoi diplomatici presenti in Russia così da “equiparare” il numero dei diplomatici russi di stanza nel Regno Unito. All’ambasciatore britannico, Laurie Bristow, è stata espressa “una forte protesta contro le provocazioni senza fondamento portate avanti dalla Gran Bretagna, che senza motivo ha scatenato l’espulsione dei diplomatici russi da un certo numero di paesi. L’ambasciatore è stato informato che, come misura di ritorsione, Mosca si aspetta che la Gran Bretagna riduca il numero di membri dell’ambasciata e dei consolati in Russia in modo che corrisponda al numero di diplomatici russi e personale amministrativo nelle due missioni diplomatiche nel Regno Unito”.

Ieri, infatti, Mosca ha annunciato l’espulsione di 60 diplomatici statunitensi e la chiusura del consolato americano a San Pietroburgo. Una risposta alla misura imposta da Washington che aveva ordinato la sgomberare il consolato di Mosca a Seattle ed espulso 60 diplomatici russi.  Oltre agli Usa, gli altri 25 Paesi alleati hanno espulso un numero variabile da due a quattro funzionari russi. La Nato altri sette. Per questo motivo Mosca aveva anche annunciato che sarebbero state imposte altrettante misure simmetriche agli altri Paesi che abbiano partecipato alle azioni di ritorsione contro la Russia.

Mosca, è la linea del ministro Serghiei Lavrov, sta reagendo alle “azioni assolutamente inaccettabili che vengono prese nei suoi confronti, sotto la pesante pressione degli Stati Uniti e del Regno Unito, con il pretesto del cosiddetto caso Skripal”. La Russia ha infatti negato di essere responsabile dell’avvelenamento a Salisbury di Skripal e della figlia, avvenuto secondo Londra con un agente nervino del gruppo Novichok, arma di sviluppo sovietico. La Gran Bretagna, per il russo, sta “costringendo tutti a seguire questa direzione anti-russa”.

 

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