CONTROMANO di e con Antonio Albanese. Con Aude Legastelois, Alex Fondja. Italia 2018. Durata 102’. Voto ? (DT)
Milano, oggi. Mario Cavallaro, taciturno e abitudinario signore di mezza età, si divide tra il suo ordinatissimo orto in cima all’alto palazzo in cui abita e il negozio di calze pregiate e costose di cui è proprietario. Davanti alle sue vetrine si piazza però Oba, un immigrato che inizia a vendere a profusione calze di bassa qualità e a basso costo. A forza di mandare giù rabbia, Mario droga e fa addormentare Oba, poi lo lega e lo porta in macchina verso il suo paese natio, in Senegal. Oba si sveglia e accetta la folle deportazione, ma ad una condizione: con lui deve tornare a casa la “sorella” Dalida. Inizia così per i tre un viaggio in auto verso l’Africa senza grossi intoppi. Indeciso nel tono comico da tenere (black comedy, commedia sentimentale, leggerezza on the road), con una regia letteralmente assente, e una programmaticità del messaggio politico che sterilizza la messa in scena, Contromano è un film di cui non se ne comprende la progettualità e la realizzazione se non per rintuzzare intellettualmente i razzismi contemporanei italiani. Ma una cosa è una riflessione, un testo teatrale, o un articolo, un’altra è un film. Perlopiù il messaggio è anche confuso, tentennante nel prendere una posizione chiara e netta, se non rimandando a sempiterne metafore universali. Sconcertati e attoniti nemmeno riusciamo a dargli un voto. Albanese tanto è bravo e convincente quando recita per altri (L’intrepido, Questioni di cuore, La lingua del santo), quanto da regista è praticamente inesistente. Accontentiamoci almeno della bellezza mozzafiato di Aude Legastelois.