Lanci di pietre e molotov a cui i militari rispondono con gli spari dei cecchini: da manifestazione si è trasformata in guerriglia la “Marcia per il Ritorno” voluta da Hamas in occasione del Land Day. Il numero dei morti e dei feriti è aumentato di ora in ora. Secondo le ultime notizie, riferite questa volta direttamente dal ministero della Sanità di Gaza, sono 15 i manifestanti palestinesi uccisi negli scontri con l’esercito israeliano al confine, tra cui anche un 16enne. La stessa fonte, confermando quanto riportato da più media locali, parla anche di “oltre 1400 feriti“, secondo gli ultimi aggiornamenti. Il Land Day – che coincide con l’avvio della Pasqua ebraica – celebra ogni anno lo sciopero generale e le marce organizzate il 30 marzo del 1976 in protesta per l’esproprio di terre per motivi di sicurezza da parte di Israele. Il presidente palestinese Abu Mazen ha deciso per domani un “giorno di lutto nazionale” per i morti di oggi. “Martiri“, li definisce, “in difesa dei loro legittimi diritti nella creazione di uno stato palestinese indipendente con capitale Gerusalemme Est, in difesa dei luoghi sacri islamici e cristiani – ha detto citato dalla Wafa – e del loro diritto di tornare alle loro case e alla loro terra dalla quale sono stati espulsi“.
L’esercito israeliano ha stimato che “circa 20mila palestinesi” stanno manifestando “in cinque luoghi lungo la barriera” di separazione della Striscia di Gaza con Israele, “bruciando pneumatici, lanciando bombe molotov e pietre contro la barriera”. Le forze armate israeliane hanno risposto “con misure di dispersione dei disordini e sparando verso i principali istigatori”. Secondo i media, l’esercito ha schierato fra le sue forze oltre cento cecchini. Il gruppo arabo-israeliano per i diritti umani Adalah ha affermato che “sparare contro i manifestanti di Gaza è illegale” e viola le norme internazionali. I militari hanno fatto sapere di aver fermato un attacco a colpi di arma da fuoco. Una situazione che preoccupa le Nazioni Unite: il Consiglio di Sicurezza dell’Onu ha organizzato un incontro a porte chiuse per discutere la situazione.
Le vittime – Ronen Manelis, portavoce dell’esercito, ha ammesso a The Jerusalem Post che “in ogni luogo in cui ci sono stati casi di palestinesi che tentavano di attraversare o danneggiare la barriera, le truppe hanno risposto aprendo il fuoco“.”Le munizioni vere sono state usate solo contro coloro che tentavano di danneggiare la recinzione”, ha spiegato. Un palestinese è stato ucciso questa mattina da “colpi di artiglieria israeliani” vicino Khan Yunis nella parte meridionale di Gaza. Lo dicono fonti mediche locali, citate dall’agenzia palestinese Wafa, secondo cui Ahmed Wahid Samour, 27enne agricoltore, è morto dopo essere stato colpito da “schegge di un proiettile di artiglieria sparato da carri armati israeliani”.
Un secondo manifestante è rimasto ucciso invece, secondo quanto riferiscono i media di Gaza, negli scontri con le forze israeliane. Secondo il Palestinian Information Center si tratta del 25enne Muhammed Najar, che stava manifestando nella zona di Jabaliya, nel nord della Striscia, dove a Beit Hanun i colpi di artiglieria hanno ucciso altre due persone. Amin Mahmoud Muammar, 35 anni, è morto invece negli scontri a Rafah. Una tra le ultime vittime era stata invece ferita questa mattina nei primi scontri ed è deceduta in ospedale. Tra i morti c’è anche un 16enne, Ahmad Ibrahim Odeh.
La manifestazione – Il ministero della sanità di Gaza, citato dall’agenzia palestinese Maan, parla di almeno mille persone ferite, alcune colpite da proiettili e la maggior parte per effetto dell’inalazione dei gas lacrimogeni. Gli scontri sono cominciati dopo che giovedì i palestinesi hanno cominciato ad erigere le prime tende lungo il confine con Israele in vista della “Marcia per il ritorno” cominciata oggi nell’ambito della protesta, di sei settimane, per il Land day. Lo riferiscono media locali, secondo cui il grosso dei manifestanti si è aggiunto alla protesta dopo la fine delle preghiere del venerdì nelle Moschee.
“Quarantadue anni dopo – aveva detto Hanan Ashrawi dell’Olp dopo aver rivendicato il valore dell’iniziativa – i palestinesi in tutta la Palestina storica continuano a sopportare distruzione, spostamenti e disumanizzazione per mano di un governo di estrema destra ed estremista israeliano. Restiamo impegnati in un attivismo popolare, non violento e politico, in sforzi legali e diplomatici e continueremo la lotta per la nostra libertà, diritti e dignità”.
I tiratori scelti – Secondo l’esercito, migliaia di palestinesi sono in “sommossa in più luoghi lungo la Striscia di Gaza”. Hamas “mette in pericolo le vite dei civili e le usa a fini terroristici, è responsabile dei disordini violenti e di tutto quello che avviene sotto i suoi auspici”, dichiarano i militari israeliani. Nel pomeriggio hanno dichiarato di aver sventato “un tentativo di attacco a colpi di arma da fuoco da una parte di una cellula del terrore” nel nord della Striscia. Dopo aver risposto all’azione dei due, artiglieria e aviazione israeliana “ne hanno colpiti altri tre nei pressi di siti del terrore di Hamas”. “Il serio attacco – ha proseguito l’esercito – è una ulteriore prova che le organizzazioni terroristiche nella Striscia usano i violenti incidenti in modo da camuffare il terrorismo”.
L’esercito israeliano ha fatto sapere che “due dei palestinesi uccisi erano membri dell’unità d’elite di Hamas, Nukhba“. “Tutti i morti erano attivisti del terrore tra i 18 e i 30 anni di età“, secondo i militari”. “Siamo pronti ad ogni scenario” ha commentato un ufficiale, secondo cui la protesta lungo il confine non è destinata a esaurirsi in breve. Il ministro della difesa Avigdor Lieberman ha avvisato in arabo, sul suo profilo Twitter, che “ogni palestinese che da Gaza si avvicina alla barriera di sicurezza con Israele metterà la propria vita a rischio“.
Le accuse – Le forze armate israeliane hanno riferito che “una bambina palestinese di 7 anni è stata mandata da Hamas alla barriera, di fronte ai soldati dell’esercito di Israele”. I militari al confine hanno raccontato di “avere immediatamente capito che si trattava di una bambina e garantito che tornasse sana e salva dai genitori”. L’esercito ha poi accusato, sul suo account Twitter, “l’organizzazione terroristica Hamas di usare donne e bambini in modo cinico, mandandoli alla barriera e mettendo a rischio le loro vite”. Saeb Erekat, capo negoziatore dell’Autorità nazionale palestinese e segretario generale dell’Organizzazione per la liberazione della Palestina (Olp), chiede invece alla comunità internazionale di “assumersi le sue responsabilità e ritenere Israele responsabile per la violazione dei diritti umani dei palestinesi”. “Il governo israeliano prepara il terreno per attacchi contro i civili palestinesi disarmati“, afferma Erekat in una nota.
Cisgiordania – Scontri anche in diverse zone della Cisgiordania, dove altri manifestanti palestinesi sono rimasti feriti in scontri con le forze di sicurezza israeliane. “Fuori dall’insediamento di Beit El vicino alla città di Ramallah, due palestinesi sono stati feriti da proiettili di gomma mentre altri sette hanno avuto difficoltà respiratorie per un uso eccessivo di gas lacrimogeni”, si legge in un comunicato della Mezzaluna Rossa palestinese. “Inoltre nella città vecchia di Hebron sono esplosi violenti scontri tra i giovani palestinesi e le truppe israeliane nei quali almeno due manifestanti sono rimasti feriti da proiettili di gomma”, riporta la nota.
Mondo
Gaza, guerriglia al confine. L’esercito israeliano spara: morti 15 palestinesi, 1400 feriti. Abu Mazen: “Lutto per i martiri”
Migliaia di persone manifestano lungo la barriera per celebrare lo sciopero generale del 30 marzo del 1976. Secondo l'esercito dello Stato ebraico, "bruciano pneumatici, lanciano bombe molotov e pietre contro la barriera". I militari rispondono "con misure di dispersione dei disordini e sparando verso i principali istigatori": schierati oltre cento cecchini. Il presidente palestinese ha deciso per domani un "giorno di lutto nazionale"
Lanci di pietre e molotov a cui i militari rispondono con gli spari dei cecchini: da manifestazione si è trasformata in guerriglia la “Marcia per il Ritorno” voluta da Hamas in occasione del Land Day. Il numero dei morti e dei feriti è aumentato di ora in ora. Secondo le ultime notizie, riferite questa volta direttamente dal ministero della Sanità di Gaza, sono 15 i manifestanti palestinesi uccisi negli scontri con l’esercito israeliano al confine, tra cui anche un 16enne. La stessa fonte, confermando quanto riportato da più media locali, parla anche di “oltre 1400 feriti“, secondo gli ultimi aggiornamenti. Il Land Day – che coincide con l’avvio della Pasqua ebraica – celebra ogni anno lo sciopero generale e le marce organizzate il 30 marzo del 1976 in protesta per l’esproprio di terre per motivi di sicurezza da parte di Israele. Il presidente palestinese Abu Mazen ha deciso per domani un “giorno di lutto nazionale” per i morti di oggi. “Martiri“, li definisce, “in difesa dei loro legittimi diritti nella creazione di uno stato palestinese indipendente con capitale Gerusalemme Est, in difesa dei luoghi sacri islamici e cristiani – ha detto citato dalla Wafa – e del loro diritto di tornare alle loro case e alla loro terra dalla quale sono stati espulsi“.
L’esercito israeliano ha stimato che “circa 20mila palestinesi” stanno manifestando “in cinque luoghi lungo la barriera” di separazione della Striscia di Gaza con Israele, “bruciando pneumatici, lanciando bombe molotov e pietre contro la barriera”. Le forze armate israeliane hanno risposto “con misure di dispersione dei disordini e sparando verso i principali istigatori”. Secondo i media, l’esercito ha schierato fra le sue forze oltre cento cecchini. Il gruppo arabo-israeliano per i diritti umani Adalah ha affermato che “sparare contro i manifestanti di Gaza è illegale” e viola le norme internazionali. I militari hanno fatto sapere di aver fermato un attacco a colpi di arma da fuoco. Una situazione che preoccupa le Nazioni Unite: il Consiglio di Sicurezza dell’Onu ha organizzato un incontro a porte chiuse per discutere la situazione.
Le vittime – Ronen Manelis, portavoce dell’esercito, ha ammesso a The Jerusalem Post che “in ogni luogo in cui ci sono stati casi di palestinesi che tentavano di attraversare o danneggiare la barriera, le truppe hanno risposto aprendo il fuoco“.”Le munizioni vere sono state usate solo contro coloro che tentavano di danneggiare la recinzione”, ha spiegato. Un palestinese è stato ucciso questa mattina da “colpi di artiglieria israeliani” vicino Khan Yunis nella parte meridionale di Gaza. Lo dicono fonti mediche locali, citate dall’agenzia palestinese Wafa, secondo cui Ahmed Wahid Samour, 27enne agricoltore, è morto dopo essere stato colpito da “schegge di un proiettile di artiglieria sparato da carri armati israeliani”.
Un secondo manifestante è rimasto ucciso invece, secondo quanto riferiscono i media di Gaza, negli scontri con le forze israeliane. Secondo il Palestinian Information Center si tratta del 25enne Muhammed Najar, che stava manifestando nella zona di Jabaliya, nel nord della Striscia, dove a Beit Hanun i colpi di artiglieria hanno ucciso altre due persone. Amin Mahmoud Muammar, 35 anni, è morto invece negli scontri a Rafah. Una tra le ultime vittime era stata invece ferita questa mattina nei primi scontri ed è deceduta in ospedale. Tra i morti c’è anche un 16enne, Ahmad Ibrahim Odeh.
La manifestazione – Il ministero della sanità di Gaza, citato dall’agenzia palestinese Maan, parla di almeno mille persone ferite, alcune colpite da proiettili e la maggior parte per effetto dell’inalazione dei gas lacrimogeni. Gli scontri sono cominciati dopo che giovedì i palestinesi hanno cominciato ad erigere le prime tende lungo il confine con Israele in vista della “Marcia per il ritorno” cominciata oggi nell’ambito della protesta, di sei settimane, per il Land day. Lo riferiscono media locali, secondo cui il grosso dei manifestanti si è aggiunto alla protesta dopo la fine delle preghiere del venerdì nelle Moschee.
“Quarantadue anni dopo – aveva detto Hanan Ashrawi dell’Olp dopo aver rivendicato il valore dell’iniziativa – i palestinesi in tutta la Palestina storica continuano a sopportare distruzione, spostamenti e disumanizzazione per mano di un governo di estrema destra ed estremista israeliano. Restiamo impegnati in un attivismo popolare, non violento e politico, in sforzi legali e diplomatici e continueremo la lotta per la nostra libertà, diritti e dignità”.
I tiratori scelti – Secondo l’esercito, migliaia di palestinesi sono in “sommossa in più luoghi lungo la Striscia di Gaza”. Hamas “mette in pericolo le vite dei civili e le usa a fini terroristici, è responsabile dei disordini violenti e di tutto quello che avviene sotto i suoi auspici”, dichiarano i militari israeliani. Nel pomeriggio hanno dichiarato di aver sventato “un tentativo di attacco a colpi di arma da fuoco da una parte di una cellula del terrore” nel nord della Striscia. Dopo aver risposto all’azione dei due, artiglieria e aviazione israeliana “ne hanno colpiti altri tre nei pressi di siti del terrore di Hamas”. “Il serio attacco – ha proseguito l’esercito – è una ulteriore prova che le organizzazioni terroristiche nella Striscia usano i violenti incidenti in modo da camuffare il terrorismo”.
L’esercito israeliano ha fatto sapere che “due dei palestinesi uccisi erano membri dell’unità d’elite di Hamas, Nukhba“. “Tutti i morti erano attivisti del terrore tra i 18 e i 30 anni di età“, secondo i militari”. “Siamo pronti ad ogni scenario” ha commentato un ufficiale, secondo cui la protesta lungo il confine non è destinata a esaurirsi in breve. Il ministro della difesa Avigdor Lieberman ha avvisato in arabo, sul suo profilo Twitter, che “ogni palestinese che da Gaza si avvicina alla barriera di sicurezza con Israele metterà la propria vita a rischio“.
Le accuse – Le forze armate israeliane hanno riferito che “una bambina palestinese di 7 anni è stata mandata da Hamas alla barriera, di fronte ai soldati dell’esercito di Israele”. I militari al confine hanno raccontato di “avere immediatamente capito che si trattava di una bambina e garantito che tornasse sana e salva dai genitori”. L’esercito ha poi accusato, sul suo account Twitter, “l’organizzazione terroristica Hamas di usare donne e bambini in modo cinico, mandandoli alla barriera e mettendo a rischio le loro vite”. Saeb Erekat, capo negoziatore dell’Autorità nazionale palestinese e segretario generale dell’Organizzazione per la liberazione della Palestina (Olp), chiede invece alla comunità internazionale di “assumersi le sue responsabilità e ritenere Israele responsabile per la violazione dei diritti umani dei palestinesi”. “Il governo israeliano prepara il terreno per attacchi contro i civili palestinesi disarmati“, afferma Erekat in una nota.
Cisgiordania – Scontri anche in diverse zone della Cisgiordania, dove altri manifestanti palestinesi sono rimasti feriti in scontri con le forze di sicurezza israeliane. “Fuori dall’insediamento di Beit El vicino alla città di Ramallah, due palestinesi sono stati feriti da proiettili di gomma mentre altri sette hanno avuto difficoltà respiratorie per un uso eccessivo di gas lacrimogeni”, si legge in un comunicato della Mezzaluna Rossa palestinese. “Inoltre nella città vecchia di Hebron sono esplosi violenti scontri tra i giovani palestinesi e le truppe israeliane nei quali almeno due manifestanti sono rimasti feriti da proiettili di gomma”, riporta la nota.
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Gaza, scontri al confine con Israele nel Land Day. Cinque morti e almeno cento feriti
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Palermo, 12 mar. (Adnkronos) - "Affronterò il processo con la massima serenità e con la consapevolezza di poter dimostrare la correttezza del mio operato, avendo sempre agito nel pieno rispetto del regolamento previsto dall’Assemblea Regionale Siciliana. Non ho mai, nella mia vita, sottratto un solo centesimo in modo indebito e confido che nel corso del giudizio emergerà la verità, restituendo chiarezza e trasparenza alla mia posizione. Resto fiducioso nella giustizia e determinato a far valere le mie ragioni con il rispetto e la serietà che ho sempre riservato alle istituzioni". Così Gianfranco Miccichè, rinviato a giudizio per l'uso dell'auto blu, commenta il processo che partirà a luglio. "Sono però amareggiato da quanto la stampa riporta sul fatto che, secondo il pm avrei arraffato quanto più possibile- dice - Nella mia vita non ho mai arraffato alcun che e su questo pretendo rispetto da parte di tutti".
Palermo, 12 mar. (Adnkronos) - L'ex Presidente dell'Assemblea regionale siciliana Gianfranco Miccichè è stato rinviato a giudizio con l'accuaa di peculato e concorso in truffa aggravata il. La prima udienza del processo si terrà il 7 luglio davanti alla terza sezione del tribunale di Palermo. Secondo l'accusa il politico, ex viceministro dell'Economia, avrebbe usato l'auto blu in dotazione, in quanto ex Presidente dell'Ars, per fini personali. In particolare avrebbe usato, non per fini istituzionali, l’Audi della Regione, per una trentina di volte, tra marzo e novembre del 2023, anche per fare visite mediche, e persino per andare dal veterinario con il gatto. Avrebbe fatto salire sull'auto anche componenti della sua segreteria e familiari.
Il suo ex autista, Maurizio Messina, che ha scelto il rito abbreviato, è stato invece condannato dal giudice per l’udienza preliminare Marco Gaeta a un anno e mezzo di carcere per truffa, più sei mesi con l'accusa di avere sottratto la somma che gli era stata sequestrata durante le indagini.
Milano, 12 mar. (Adnkronos) - La Corte di Assise di Appello di Milano ha assolto, ribaltando la sentenza a sette anni inflitta in primo grado, Salvatore Pace per il concorso nell'omicidio di Umberto Mormile, l'educatore del carcere di Opera ammazzato l'11 aprile 1990. Il delitto fu rivendicato dalla Falange Armata, organizzazione terroristica sulla quale gravitavano mafiosi, 'ndranghetista e componenti dei servizi segreti deviati. Mormile, 34 anni, venne assassinato a Carpiano, nel Milanese, mentre andava al lavoro, quando due individui in sella a una moto esplosero contro di lui sei colpi di pistola. Secondo l'accusa, Pace, 69 anni, diventato collaboratore di giustizia, si sarebbe messo a disposizione dei mandanti dell'omicidio. "Attendo di leggere le motivazioni" è il commento dell'avvocato Fabio Rapici, legale di alcuni dei familiari della vittima.
Roma, 12 mar (Adnkronos) - La Difesa europea non salva il Pd. Anzi, lo spacca. A Strasburgo, al momento del voto sul piano ReArmEu, gli europarlamentari dem si sono divisi: 10 favorevoli e 11 astenuti. Non un banale testa a testa, che già sarebbe una notizia, ma una spaccatura politica. La prima, almeno così evidente, nella gestione di Elly Schlein. I riformisti dem, infatti, si sono tutti schierati per il sì. Mentre sino all'ultimo istante il capo delegazione Nicola Zingaretti ha lavorato per portare il gruppo sull'astensione in modo da disinnescare ogni tentazione a votare no. Ma la frattura non si è ricomposta.
Dopo il voto, la segretaria dem ha tenuto il punto, confermando le "molte critiche" avanzate su ReArmEu: "Quel piano va cambiato" e per farlo "continueremo a impegnarci ogni giorno", ha detto tra le altre cose. Ma l'onda del voto sulla Difesa Ue è arrivata fino al Nazareno, aprendo una discussione interna al partito in cui è riemersa anche la parola 'magica' Congresso. La foto di Strasburgo, del resto, è netta. Per il sì si sono schierati Stefano Bonaccini (il presidente del partito), Antonio Decaro, Giorgio Gori, Elisabetta Gualmini, Giuseppe Lupo, Pierfrancesco Maran, Alessandra Moretti, Pina Picierno, Irene Tinagli, Raffaele Topo.
Tra gli astenuti Zingaretti, Lucia Annunziata, Brando Benifei, Annalisa Corrado, Camilla Laureti, Dario Nardella, Matteo Ricci, Sandro Ruotolo, Cecilia Strada, Marco Tarquinio, Alessandro Zan. Dalle tabelle dell'aula emerge tra l'altro che nel gruppo S&D gli unici ad astenersi sono stati gli italiani più un bulgaro, un irlandese e uno sloveno. Per non farsi mancare nulla, c'è stato anche il 'giallo' Annunziata, inizialmente conteggiata tra i sì e poi conteggiata come astenuta.
(Adnkronos) - Mentre a Strasburgo i più maliziosi hanno enfatizzato non solo la presenza di Nardella tra gli astenuti, ma soprattutto quella di Strada e Tarquinio: apertamente contrari al Piano Ue, alla vigilia erano dati certi tra i no. "C'è stato l'aiutino per non far vincere il sì", ha valutato un eurodeputato dem. Lo stesso Tarquinio, del resto, a Un giorno da pecora ha ammesso: "Se avessi votato no sarebbe mancato quel po' di più che ha consentito alla delegazione Pd di avere la maggioranza pro Elly Schlein".
"E' stata sconfitta la linea dell'astensione? E' stato sconfitto il no, perché si partiva dal no", è stata la valutazione di Lia Quartapelle. La deputata dem è stata tra quelli che hanno subito chiesto l'apertura di un confronto interno. "Dobbiamo dimostrarci all'altezza. Il Pd, un grande partito, deve argomentare dove vuole stare con una discussione che sino ad oggi non c'è stata", ha spiegato. Sulla stessa linea Piero Fassino e anche Marianna Madia: "Abbiamo la necessità di discutere e capire. Non possiamo fare tutto questo stando zitti o con un mezzo voto. Congresso o Direzione? Va bene tutto, basta che ci sia una discussione", ha detto la deputata.
Ai riformisti ha risposto Laura Boldrini: "Mi sarei aspettata che il gruppo del Pd al Parlamento europeo votasse compatto sull'astensione, che è la strada trovata dalla segretaria Schlein. Non è il momento di alimentare divisioni". Ma anche nell'area di maggioranza interna non è mancata la chiamata al confronto: "E' giusto che ci sia una discussione seria. E' una responsabilità che abbiamo tutti ed è interesse della segretaria, che io sostengo, che questa discussione si faccia nelle forme e con la rapidità necessarie", ha detto Gianni Cuperlo. Mentre è stato Andrea Orlando a chiedere un Congresso tematico: "Potrebbe essere utile anche per portare la discussione fuori dal solo gruppo dirigente" e per "chiarirsi le idee".
Milano, 12 mar. (Adnkronos) - "Morte naturale per infarto". Sono questi i primi risultati dell'autopsia per Carmine Gallo, l'ex super poliziotto protagonista della lotta contro la criminalità organizzata a Milano e ai domiciliari dallo scorso ottobre per l'inchiesta Equalize sui presunti dossier illeciti, morto domenica nella sua abitazione a Garbagnate Milanese. Si tratta dei primi riscontri dei medici legali, poi "arriveranno i tossicologici" chiesti in via precauzionale per escludere qualsiasi altra causa.
Roma, 12 mar (Adnkronos) - "Il libro di Follini rappresenta la foto di un mondo rovesciato rispetto al presente, un’America rovesciata, ieri prevaleva il senso della misura e il ragionamento, oggi prevale il populismo”. Lo ha detto il deputato del Pd Stefano Graziano presentando in conferenza stampa a Montecitorio il libro di Marco Follini 'Beneficio d’inventario'.
"Centrale è la parte che racconta della vita politica all’epoca del padre di Marco Follini, Vittorio, e dei leader politici del tempo da Francesco Cossiga, ad Aldo Moro, passando per Marco Pannella. Non tutti avevano la stessa idea politica ma erano tutti uniti nella forza di voler difendere la democrazia, una democrazia ottenuta con lotte, sangue, catastrofi e quindi seppur lontani politicamente, erano uniti dal dialogo. Una differenza abissale con l’Italia di oggi pericolosamente in mano ai sovranisti, dove tutto è concepito fuorché il dialogo. Forse questo abisso non è solo italiano ma sta prevalendo in tutto l’Occidente e la cosa è abbastanza preoccupante”, ha aggiunto Graziano.
Milano, 12 mar. (Adnkronos) - "La manovra repentina, improvvisa e del tutto imprevedibile, frutto certamente di una decisione di decimi di secondo attuata dal conducente del motoveicolo TMax non ha consentito al conducente del veicolo Giulietta di poter attuare alcuna manovra difensiva efficace". E' quanto sostiene la consulenza cinematica disposta dalla Procura di Milano e affidata all'ingegnere Domenico Romaniello. La relazione attribuisce la responsabilità dell'incidente a Fares Bouzidi, già indagato per omicidio stradale, l’amico di Ramy Elgaml che guidava lo scooter. Quando lo scooter da via Ripamonti svolta a sinistra verso via Quaranta, "con una deviazione improvvisa", per il consulente Fares imprime "una correzione di rotta verso destra", in direzione del marciapiede, e il carabiniere alla guida "non poteva certamente prevedere tale pericolosissima manovra e nulla ha potuto fare per evitare tale contatto, in ragione della impossibilità di poter attuare sia una correzione di rotta, sia una frenata efficace nello spazio a disposizione".
Non solo: il militare alla guida "non avrebbe altresì potuto neanche sterzare verso destra per la presenza del pedone (il testimone che riprende la scena con il cellulare) che per il conducente dell’autovettura è stato chiaramente percepito con la vista periferica" spiega l'ingegnere che ha realizzato la consulenza ricostruendo le condizioni di visibilità e velocità dell'inseguimento avvenuto la notte del 24 novembre scorso. Quella che mette in atto il carabiniere ora indagato per omicidio stradale (per lui si va verso la richiesta di archiviazione) è "una manovra difensiva obbligata": se lo scooter guidato da Fares avrebbe mantenuto la traiettoria 'naturale' chi guidava la Giulietta "non avrebbe sostanzialmente avuto problemi a mantenere il proprio veicolo iscritto nella curva da percorrere per la svolta a sinistra".
Quando Fares imposta la curva verso via Quaranta il T Max viaggia a una velocità di quasi 55 chilometri l'ora, quando il motociclo finisce la sua corsa contro il palo semaforico l'urto avviene a circa 33 chilometri orari. Per il consulente incaricato dalla procura la macchina che insegue, per evitare l'urto, "avrebbe dovuto disporre di uno spazio complessivo per l’arresto di circa 24 metri", mentre "il conducente aveva a disposizione circa 12 metri soltanto prima di giungere all’urto contro il palo semaforico".