Un reddito solidale di cittadinanza, da garantire ai disoccupati che volontariamente si mettono a disposizione per svolgere lavori socialmente utili. E’ la proposta avanzata quasi provocatoriamente dal sindaco di Berlino, Michael Müller, e che nell’ultima settimana è diventata il fulcro del dibattito politico tedesco, dividendo soprattutto i socialdemocratici.
Da una parte la corrente moderata di Olaf Scholz, fresco vice-cancelliere, che difende l’attuale modello di reddito minimo garantito, l’Hartz IV, entrato in vigore nell’autunno 2003 all’interno della famosa riforma del mercato del lavoro voluta dalla Spd di Schröder, l’Agenda 2010. Dall’altra l’ala sinistra del partito che accusa l’Hartz IV di aver creato un circolo vizioso che intrappola le persone nella povertà e nella disoccupazione, e ne chiede il superamento. Per ora l’Unione cristiano-democratica di Angela Merkel ha reagito con freddezza alla proposta di Müller, ma il problema dei disoccupati di lungo periodo è stato inserito tra i punti del contratto di coalizione e prima o poi andrà affrontato.
Le pecche del sistema attuale: troppi mini job – La questione riguarda le 857mila persone che da più di dodici mesi sono senza un lavoro. L’idea della Cdu, ma anche di Scholz, è di reinserirle all’interno del mercato del lavoro regolare. Secondo i detrattori dell’Hartz IV, l’attuale modello fallisce proprio in questo. Lo stesso ministro del Lavoro Spd, Hubertus Heil, ha ammesso la necessità di un dibattito. I beneficiari del redditto, dopo un certo periodo devono accettare le offerte di lavoro che vengono loro proposte, svolgendo i cosiddetti mini job e 1-euro-job. Le persone non riescono così a uscire dalla precarietà e dal quadro dell’assistenza statale. Ed è su questo punto che si inserisce la proposta di Müller: dare la possibilità ai disoccupati di lungo periodo di ricevere un redditto maggiore, circa 1500 euro al mese, e svolgere in cambio lavori pubblici.
Il reddito solidale di cittadinanza – Quella del sindaco di Berlino, al governo della capitale tedesca sorretto da una coalizione Spd-Linke-Verdi, è un’idea dai contorni per ora poco precisi. Innanzitutto, a dispetto del nome – redditto solidale di base o di cittadinanza – non potrebbe, così come è stata formulata, andare completamente a sostituire l’Hartz IV. Concretamente, Müller suggerisce che lo Stato crei posti di lavoro a livello locale, a tempo pieno, indeterminati e su base volontaria. Chi accetta di svolgerli verrebbe pagato almeno con il salario minimo legale. Il sindaco ha parlato di lavori come: raccolta e smaltimento dei rifiuti, pulizia dei parchi, accompagnamento di persone con disabilità, babysitter per le famiglie monoparentali, attività di segreteria nella scuola o altre attività di volontariato, come l’aiuto ai profughi. L’Istituto tedesco per la ricerca economica (Diw) sottolinea però come solo una parte di coloro che oggi ricevono il reddito di base potrebbe essere coinvolta, perché a fronte di più di 800mila disoccupati di lungo periodo, è realistico che possano essere creati al massimo 150mila posti di lavoro pubblici. Per questo, secondo l’istituto, è prematuro parlare di abolizione dell’Hartz IV.
Come funzione l’Hartz IV – Negli ultimi dieci anni, 18 milioni di persone in Germania hanno beneficiato del reddito minimo garantito, come riportano i dati dell’agenzia federale per il lavoro. Il sussidio viene distribuito tramite una capillare rete di Jobcenter, che si occupano di controllare, spesso con estrema attenzione al dettaglio per ridurre al minimo il numero dei beneficiari, i profili economici e personali di chi fa richiesta. Al tempo stesso, la rete ha lo scopo di far rispettare il principio del “sostegno a patto di impegno”, secondo cui chi riceve il reddito – circa 800 euro mensili che aumentano in modo progressivo in base al nucleo familiare – deve fare tutto il possibile per trovare un lavoro. I Jobcenter verificano che il beneficiario segua corsi di formazione e riqualificazione professionale e mandi un numero mensile di candidature.
Le problematiche – Questo, secondo il sindaco Müller, l’ala sinistra della Spd, Verdi e Linke, è il vero problema della Hartz IV: costringendo i beneficiari ad accettare ogni tipo di lavoro, non permette di trovare un’occupazione stabile. Inoltre, il reddito mensile permette sì la sopravvivenza, ma lascia le persone in una condizione di povertà. L’Hartz IV è diventato negli anni un marchio, dal quale è difficile liberarsi. Per molti i socialdemocratici, è da quella riforma del 2003 che il partito ha cominciato a perdere consenso nella storica base del suo elettorato. Anche per questo, si discute di abolire l’Hartz IV e la proposta di Müller ha riscosso tanto entusiasmo.