L'”effetto traino” non è svanito. Se si tornasse a votare oggi, a quasi un mese dalle politiche del 4 marzo, il Movimento 5 stelle e la Lega aumenterebbero i propri voti. Una tendenza a premiare chi ha vinto le elezioni che era già stata registrata una settimana fa e si conferma negli ultimi sondaggi di Index Research per Piazzapulita. Le intenzione di voto convergono stabilmente verso i 5 Stelle, che perdono uno 0,3% ma rimangono al 34,6 per cento, e il Carroccio, ormai leader incontrastato del centrodestra con il 23,5%. Così come si consolida il crollo degli sconfitti: il Partito democratico è al 17,7%, risultato persino peggiore del 18,7 ottenuto alle urne, mentre Forza Italia è data ancora intorno all’11%, come già certificava il crollo registrato sette giorni fa.
Dopo le elezioni dei presidenti e vice-presidenti di Camera e Senato e in attesa delle consultazioni al Quirinale, non è cambiato quasi nulla. Le intenzioni di voto indicano un duopolio tra Luigi Di Maio e Matteo Salvini, gli attori protagonisti del post-elezioni. Il Pd, sospeso tra la linea di opposizione e chi vorrebbe aprire al dialogo, non si riprende dal crollo del 4 marzo. Così come gli altri partitini della coalizione di centrosinistra, complessivamente stagnanti al 3 per cento. Pure Liberi e Uguali va male e non supera il 2%. Gli alleati della Lega pagano l’exploit di Salvini: se Fi ha perso 3 punti in meno di un mese, anche Fratelli d’Italia (3,4) e Noi con l’Italia (0,4) sono in caduta libera.
Il trend registrato da Index vine confermato, seppur con numeri diversi, anche dagli altri più recenti sondaggi. Il 34,2% degli intervistati da Tecné per la trasmissione Matrix voterebbe oggi per il M5s. Il 19,2% sceglierebbero la Lega di Salvini e il 19% il Pd. Al quarto posto Forza Italia con il 13,6%. L’Istituto Piepoli ha chiesto invece agli italiani chi vorrebbero come prossimo premier in un sondaggio pubblicato il 28 marzo su La Stampa: Di Maio vince il duello con Salvini e ha il 25% delle preferenze, mentre davanti al leader del Carroccio (19%) c’è l’ex primo ministro, Paolo Gentiloni, con il 20%.