Nel paese del Parmense parte la sperimentazione in due strutture pubbliche, a tariffe invariate. Il primo cittadino a Ilfatto.it: "Qui ci sono due multinazionali, molti dei lavoratori non hanno una rete famigliare che possa sostenerli". La Cgil: "I nidi devono essere un servizio educativo, non un servizio socio-assistenziale"
Come cambierebbero la vita e l’organizzazione delle famiglie se gli asili nido non chiudessero “per ferie” durante la stagione estiva? A Collecchio, comune del Parmense famoso per essere la sede della Parmalat, lo proveranno sulla loro pelle i genitori di circa 150 bambini che da settembre potranno usufruire di due asili comunali aperti tutti i mesi dell’anno.
L’iniziativa, prima esperienza nel suo genere in Emilia Romagna, si chiama Nido 365 ed è stata pensata dal Comune per andare incontro alle sempre crescenti esigenze di conciliazione tra tempi di lavoro e famiglia. “A Collecchio ci sono le sedi di due multinazionali come Parmalat e Cedacri, che richiamano in paese molti dipendenti da tutta Italia o dall’estero – ha spiegato a Ilfattoquotidiano.it il sindaco Paolo Bianchi – Molti di loro non hanno una rete famigliare che possa sostenerli nella cura dei bambini e quindi c’era il bisogno di avere servizi il più possibile spalmati durante l’anno”.
Di qui l’esigenza di pensare a un’offerta che andasse incontro alle loro esigenze e anche a quelle di tutte le famiglie le cui ferie non coincidono con il calendario scolastico tradizionale. La sperimentazione verrà fatta dall’anno 2018/2019 per i bambini in fascia di età da 0 a 3 anni nelle due strutture comunali Allende e Montessori, che sono gestite da una cooperativa esterna, la Proges.
I due nidi rimarranno aperti tutto l’anno ad eccezione delle festività nazionali e delle due settimane dal 24 al 29 dicembre 2018 e dal 26 al 30 agosto 2019. Questo non vuol dire però che i bambini potranno rinunciare alle vacanze: nel periodo estivo i genitori dovranno scegliere quattro settimane di assenza obbligatoria, di cui almeno tre consecutive, alle quali è possibile aggiungere altre tre settimane di assenza nel corso dell’anno. Per le famiglie poi, non ci saranno aumenti di retta: le tariffe rimarranno invariate e si pagheranno i mesi effettivamente usufruiti. “Quello che abbiamo fatto è stato integrare un servizio che in qualche modo mettevamo già a disposizione con il centro estivo o l’orario prolungato fino alle 18 – continua Bianchi – Con Nido 365 diamo una continuità al lavoro durante tutto l’anno, cercando di semplificare la vita alle famiglie, che sono molte contente di questa operazione”.
Meno entusiasti sono i sindacati, che hanno sollevato qualche perplessità sull’iniziativa riguardo i bisogni educativi dei bambini e la tutela dei lavoratori: “Capiamo le necessità delle famiglie, ma i nidi devono essere un servizio educativo, non un servizio socio-assistenziale. Il bambino non è un lavoratore, è lui che deve essere al centro di ogni scelta”, ha commentato al Fatto.it Rosalba Calandra Checco, segretaria Fp-Cgil Parma. Secondo la Cgil l’offerta prolungata sarebbe in contrasto con le linee guida della legge 107 sulla Buona scuola, che prevede dei momenti di programmazione delle attività educative proprio durante i periodi di chiusura delle scuole.
“Se l’apertura della struttura e il gruppo di bambini presente durante i mesi estivi varia a seconda delle esigenze delle famiglie – aggiunge Ruggero Manzotti di Fp-Cgil – come è possibile parlare di una continuità educativa? Si tratterebbe di periodi di mini-progettazione, legati ai gruppi che parteciperanno. Una cosa diversa da quello che dovrebbe essere”. I nuovi tempi prolungati inoltre secondo i sindacati impatteranno non poco sulla vita degli educatori e anche sulle loro famiglie. “La totale flessibilità organizzativa che sembra comportare questo progetto renderà molto complicata l’organizzazione del lavoro delle educatrici”. Per questo Cgil ha chiesto un incontro con l’amministrazione per discutere del progetto e terrà monitorata la situazione.