Si allunga il corredo tecnologico necessario per ottenere l’omologazione in Europa: dal 1 aprile è infatti scattato l’obbligo per i costruttori di dotare i loro nuovi prodotti della “eCall”, la chiamata automatica di emergenza ai soccorsi in caso di grave incidente. Così, anche se il conducente è immobilizzato, incastrato fra le lamiere o ha perso conoscenza, medici e polizia possono essere comunque allertati.
Come spiegato qualche mese fa, la eCall può essere azionata pure manualmente dagli occupanti dell’auto e consente di inviare al 112 informazioni utili, come la posizione gps del veicolo, modello e alimentazione dell’auto, il numero dei passeggeri nell’abitacolo e l’eventuale esplosione degli airbag. Nessun problema per la privacy: il dispositivo non permette la tracciabilità dei percorsi, almeno fin quando non si attiva o viene attivato.
Una tecnologia che, secondo una stima della Commissione Europea, potrebbe salvare circa 2.500 vite all’anno nel vecchio continente. Senza contare che i tempi di intervento dei soccorsi potrebbero essere più rapidi di circa il 50% (40% in città): un dato fondamentale, che permetterà di limitare il numero delle vittime sulle strade europee, oggi quantificato in circa 25 mila persone l’anno (e 135 mila feriti gravi).
Come si diceva poc’anzi, il dispositivo sarà obbligatorio per le auto di nuova omologazione, tutti i nuovi modelli in arrivo sul mercato per intendersi. Tuttavia, per le auto meno recenti e per quelle omologate prima del 1° aprile, esiste un kit di eCall universale, facilmente installabile: è costruito da Bosch e venduto a circa 120 euro.
Per attivarlo basta collegarlo all’accendisigari o nella presa di corrente a 12 Volt: funziona tramite un accelerometro integrato – che riconosce l’impatto e ne stima la gravità – ed è connesso via Bluetooth allo smartphone del guidatore, mediante cui vengono eventualmente avvertiti i soccorsi.