Sono passati quattro anni dalla laurea di Pier Carlo Morello che a 33 anni è diventato dottore in Scienze umane e pedagogiche all’Università di Padova discutendo una tesi che parla della sua storia. Primo autistico in Italia a raggiungere questo traguardo. E pensare che quando si è iscritto all’università, ha raccontato papà Luciano, l’Usl voleva togliergli i 400 euro al mese dell’accompagnamento. Pier Carlo vive con i genitori a Volpago del Montello, nella Marca Trevigiana. Dopo la laurea ha iniziato a lavorare tre giorni alla settimana come assistente delle maestre in una scuola dell’infanzia. E proprio nei giorni scorsi è andato alla laurea di un suo amico, sempre all’Università di Padova, in Scienze dell’Educazione e della Formazione.
Si chiama Andrea Terrin, un ragazzo di 25 anni che comunica quasi esclusivamente scrivendo al computer grazie al supporto di un tutor che gli sfiora la spalla dandogli l’input a reagire. La ‘comunicazione facilitata’ è entrata nella sua vita a 6 anni, un anno dopo la diagnosi di autismo. Papà Luca, presidente regionale della Federazione italiana Kick boxing e titolare di una palestra a Camponogara (Venezia), ne aveva sentito parlare la prima volta al ‘Maurizio Costanzo Show”. Poi si era accorto che quel ragazzo era attratto dai tasti di un suo pc. E così è successo che per la prima volta, alla domanda diretta ‘chi sono io’, Andrea rispondesse in modo altrettanto diretto: “Sei papà, papà che mi piace”. La vera svolta per Andrea è arrivata con le scuole medie. “Non è che alle elementari non fossero carini con lui, tutt’altro – spiega a ilfatto.it il papà di Andrea, Luca Terrin – solo che i metodi convenzionali non potevano bastare. Mio figlio apprendeva ma non poteva comunicarlo come gli altri bambini e non si sentiva considerato. E a casa, grazie alla comunicazione facilitata, me lo diceva. Io sapevo come si sentiva, ma anche tutto ciò che in silenzio stava apprendendo”.
Lo hanno capito bene due docenti delle scuole medie che, contro la volontà della preside, hanno frequentato un corso per imparare la comunicazione facilitata e hanno scoperto il mondo di Andrea, quello che sapeva, quello che gli piaceva. E se i suoi professori erano entusiasti all’idea che proseguisse gli studi, diversi istituti superiori hanno rifiutato la sua iscrizione. Ad accoglierlo è stato il liceo scientifico Einstein di Piove di Sacco. Nel frattempo la famiglia aveva lasciato i servizi dell’Usl e si era rivolta all’associazione Oikia di Padova, dove alcuni tutor seguono i ragazzi autistici e dove Andrea ha conosciuto Pier Carlo Morello. Come lui ha deciso di iscriversi all’Università. Ha passato i test di psicologia e poi ha scelto Scienze della Formazione. Il percorso di Andrea lo ha portato a traguardi insperati, ma non solo sul fronte dell’istruzione: “Da piccolo poteva leccare una parete per ore e battere la testa, oggi ha preso consapevolezza e, quando sta per esplodere o si mette in un angolo tranquillo o fa di corsa tre o quattro volte il giro del parcheggio”.
Ma Andrea è tanto altro, dipinge e fa sport. Con il papà ha fatto il cammino di Santiago e quello Portoghese. E scrive “cose meravigliose” dice papà Luca che, quando deve far capire il messaggio, utilizza orgoglioso le parole del neo dottore di casa: “Andrea dice che le persone autistiche vengono considerate o incapaci o geni, ma non sono né l’una né l’altra. Per comprenderlo bisogna imparare a ragionare in modo diverso”.
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Dottori speciali e comunicazione facilitata - 2/4
Sono passati quattro anni dalla laurea di Pier Carlo Morello che a 33 anni è diventato dottore in Scienze umane e pedagogiche all’Università di Padova discutendo una tesi che parla della sua storia. Primo autistico in Italia a raggiungere questo traguardo. E pensare che quando si è iscritto all’università, ha raccontato papà Luciano, l’Usl voleva togliergli i 400 euro al mese dell’accompagnamento. Pier Carlo vive con i genitori a Volpago del Montello, nella Marca Trevigiana. Dopo la laurea ha iniziato a lavorare tre giorni alla settimana come assistente delle maestre in una scuola dell’infanzia. E proprio nei giorni scorsi è andato alla laurea di un suo amico, sempre all’Università di Padova, in Scienze dell’Educazione e della Formazione.
Si chiama Andrea Terrin, un ragazzo di 25 anni che comunica quasi esclusivamente scrivendo al computer grazie al supporto di un tutor che gli sfiora la spalla dandogli l’input a reagire. La ‘comunicazione facilitata’ è entrata nella sua vita a 6 anni, un anno dopo la diagnosi di autismo. Papà Luca, presidente regionale della Federazione italiana Kick boxing e titolare di una palestra a Camponogara (Venezia), ne aveva sentito parlare la prima volta al ‘Maurizio Costanzo Show”. Poi si era accorto che quel ragazzo era attratto dai tasti di un suo pc. E così è successo che per la prima volta, alla domanda diretta ‘chi sono io’, Andrea rispondesse in modo altrettanto diretto: “Sei papà, papà che mi piace”. La vera svolta per Andrea è arrivata con le scuole medie. “Non è che alle elementari non fossero carini con lui, tutt’altro – spiega a ilfatto.it il papà di Andrea, Luca Terrin – solo che i metodi convenzionali non potevano bastare. Mio figlio apprendeva ma non poteva comunicarlo come gli altri bambini e non si sentiva considerato. E a casa, grazie alla comunicazione facilitata, me lo diceva. Io sapevo come si sentiva, ma anche tutto ciò che in silenzio stava apprendendo”.
Lo hanno capito bene due docenti delle scuole medie che, contro la volontà della preside, hanno frequentato un corso per imparare la comunicazione facilitata e hanno scoperto il mondo di Andrea, quello che sapeva, quello che gli piaceva. E se i suoi professori erano entusiasti all’idea che proseguisse gli studi, diversi istituti superiori hanno rifiutato la sua iscrizione. Ad accoglierlo è stato il liceo scientifico Einstein di Piove di Sacco. Nel frattempo la famiglia aveva lasciato i servizi dell’Usl e si era rivolta all’associazione Oikia di Padova, dove alcuni tutor seguono i ragazzi autistici e dove Andrea ha conosciuto Pier Carlo Morello. Come lui ha deciso di iscriversi all’Università. Ha passato i test di psicologia e poi ha scelto Scienze della Formazione. Il percorso di Andrea lo ha portato a traguardi insperati, ma non solo sul fronte dell’istruzione: “Da piccolo poteva leccare una parete per ore e battere la testa, oggi ha preso consapevolezza e, quando sta per esplodere o si mette in un angolo tranquillo o fa di corsa tre o quattro volte il giro del parcheggio”.
Ma Andrea è tanto altro, dipinge e fa sport. Con il papà ha fatto il cammino di Santiago e quello Portoghese. E scrive “cose meravigliose” dice papà Luca che, quando deve far capire il messaggio, utilizza orgoglioso le parole del neo dottore di casa: “Andrea dice che le persone autistiche vengono considerate o incapaci o geni, ma non sono né l’una né l’altra. Per comprenderlo bisogna imparare a ragionare in modo diverso”.
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