A dieci anni dall’inizio dei lavori della Sibari-Sila, un’opera che avrebbe dovuto collegare la montagna e il mare, nella provincia di Cosenza, lo scenario che si apre a chi lo attraversa è desolante. Costellato da lingue di cemento armato, sospese nella vegetazione fitta, e piloni incastonati su ponti ormai arrugginiti. L’incompiuta calabrese oggi è la metafora di un Sud Italia che rovescia i propri figli verso il Nord, incapace di rilanciare l’economia e valorizzare l’immenso patrimonio di risorse naturali di cui è ricca.
Ce lo dice la genesi dell’opera, voluta in modo trasversale dalla destra e dalla sinistra calabrese. Nel 2008, a partire con i lavori è la Provincia di Cosenza, guidata da Mario Oliverio, attuale presidente della Regione Calabria. E proprio il presidente della Regione Calabria sostiene che i lavori ripartiranno a breve. “Abbiamo previsto attraverso di sbloccare questo lotto. E subito dopo dobbiamo continuare, perché la Sibari-Sila deve essere finita”. Ma il consigliere d’opposizione del Comune di San Demetrio, Adriano D’Amico, che da anni conduce una battaglia solitaria contro quest’incompiuta, afferma: “Io temo che quest’opera non venga mai finita. E’ fondamentale che, prima di pensare al secondo lotto, finiscano o mettano in sicurezza il primo”. Secondo quanto sostenuto da D’Amico, infatti, ci sarebbe il rischio che si parta con nuovi lavori, prima di terminare quelli iniziati dieci anni fa.